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Sul palco di un teatro due ballerini danzano sulle note di una romantica melodia. I loro sguardi si incontrano e la loro danza racconta le emozioni di un amore senza tempo. I danzatori si fermano ai lati del pianoforte. La danza si conclude con le dita del pianista che, sfiorando i tasti bianchi e neri, suona le note finali dell’esibizione. Per un breve istante il teatro resta avvolto nel silenzio. Poi la gente in platea si alza in piedi e, come un fuoco artificiale, esplode in un gioioso applauso. I tre ragazzi, davanti al pianoforte, si prendono per mano e salutano il pubblico con un inchino. Questo è l’epilogo di una storia di amicizia, di sogni da realizzare e dei primi passi di un amore.
Il primo incontro con la musica Nicholas lo ebbe a cinque anni, quando vide per la prima volta il pianoforte del nonno che, vedendo la meraviglia negli occhi del bimbo, gli insegnò le sette note e pagò i suoi primi anni al conservatorio. Circa quindici anni dopo, Nick si trasferì in un’altra città. Per proseguire gli studi, il ragazzo iniziò a lavorare come inserviente in un bar ristorante. Nei momenti liberi osservava affascinato il barista mentre preparava cocktail e cappuccini. L’uomo gli suggerì di frequentare un corso per poter prendere il suo posto quando, l’anno successivo, sarebbe andato in pensione. I loro progetti andarono a monte all’arrivo del nipote del proprietario che, con una scorrettezza, fece licenziare Tony con qualche mese di anticipo per prenderne il posto. Il barista decise di aiutare il suo giovane amico dandogli una lettera e dicendogli di presentarsi ad un suo amico proprietario di un locale in un’altra zona della città.
A fine corso Nicholas ottenne il posto di barista in un bar ristorante nei pressi di un istituto di arte e spettacolo. In poche settimane imparò a conoscere i clienti abituali del posto. Tra loro c’era una ragazza dall’aspetto delicato che arrivava ogni mattina in compagnia di un giovane molto attraente. Nick, consapevole di non poter reggere il confronto col ragazzo che accompagnava la fanciulla, si accontentava di vederla sorridere quando le serviva il cappuccino. Un giorno, portando dei caffè nella scuola li accanto, scoprì che la sua cliente preferita era una ballerina. Mentre la osservava danzare gli si avvicinò il suo fascinoso amico: “Anche tu hai scoperto come la nostra piccola Dafne quando balla diventi immensa.” Nicholas annuì affascinato dalla leggiadria con cui danzava la giovane. Quella sera, nel suo monolocale, si mise alla tastiera e in pochi minuti creò una melodia ispirata alla danzatrice.
Un giorno i ballerini andarono al bar a metà mattina e il barista notò che lei era di malumore. Il suo amico Manuel, con un sorriso scherzoso gli spiegò che Dafne aveva avuto una brutta mattinata:
Servile qualcosa che la tiri un po’ su.
La ragazza gli diede una gomitata:
Per te è facile parlare. Sei il beniamino dei prof.
Quando Nicholas le servì il cappuccino la ragazza rimase a guardare la tazza in silenzio. Poi sorrise:
Questo cappuccino è un’opera d’arte. Per berlo dovrò rovinarlo.
Manuel notò il fiore disegnato sulla superficie del cappuccino e disse:
Ma guarda che carino.
Il barista sorrise:
Non ci metto molto a realizzare quei disegni. Fa parte del mio lavoro. È il mio modo per regalare una manciata di buon umore a chi ne ha bisogno.
Lei sorrise lusingata:
Allora lo berrò ad occhi chiusi. Così mi dispiacerà di meno.
Il giovane, soddisfatto, si dedicò ad altri clienti appena arrivati. Da quel giorno, nelle mattine in cui il bar era meno affollato, non mancava mai un cappuccino speciale per Dafne che, in cambio, gli regalava i suoi dolci sorrisi.
Durante le feste natalizie Nicholas confessò al nonno di aver scritto una melodia che avrebbe voluto regalare alla ragazza che l’aveva ispirato ma gli era mancato il coraggio perché, probabilmente, lei era fidanzata con un altro. L’uomo capì che il nipote teneva molto alla fanciulla:
Se davvero ci tieni dalle lo spartito e aprile il tuo cuore. Il resto lascialo al destino.
Il giovane decise che avrebbe provato a seguire quel consiglio.
I primi due mesi del nuovo anno furono passarono in fretta. Un giorno di marzo Manuel si presentò al bar da solo e in anticipo. Il locale era quasi deserto e Nicholas intuì che il giovane aveva bisogno di parlare. Mise da parte l’album pentagramma su cui lavorava nel tempo libero e si apprestò a servire il ballerino che lo guardò ed iniziò a parlare:
Scusa la schiettezza amico mio. Mi dici cosa aspetti a chiedere a Dafne di uscire?
Nick si fermò a guardarlo sorpreso. L’altro continuò:
Questa è più o meno la stessa reazione che hanno avuto i miei genitori quando l’altra sera gli ho rivelato la mia omosessualità. Ero convinto che avessero intuito però mio padre se l’è presa con mia madre per aver assecondato la mia passione per il ballo e mi ha annunciato che non pagherà più i miei studi. Secondo lui devo abbandonare la danza ed andare a curarmi. Come se fossi malato.
Il barista si riscosse e chiese incuriosito:
Com’è possibile che uno col tuo fascino sia…
Manuel lo interruppe alzando gli occhi al cielo:
Suppongo che qualcuno avrà detto lo stesso di Gabriel Garko e Ricky Martin. Esistono anche i gay attraenti.
Si fermò un momento ad osservarlo assorto nei suoi pensieri ed esclamò:
Anche tu credevi che Dafne ed io avessimo una storia?
Nicholas appoggiò i gomiti sul bancone e guardò il ballerino con disappunto:
Tu al mio posto, vedendo la ragazza che ami in perenne compagnia di un tipo attraente come te, cosa avresti pensato?
Manuel sospirò:
Parliamoci chiaro. Dafne ha la danza nel sangue. Riesce con semplicità dove tanti, pur mettendoci l’anima, non potrebbero mai arrivare. Al mondo c’è gente invidiosa e superficiale. Persone che si dicevano amici, l’hanno ferita facendo crollare le sue certezze. Ieri non ha avuto una bella giornata ed è piuttosto giù di morale. Si è capito che hai un debole per lei e sei l’unico che riesce a farla sorridere. Ora che io non sono più un problema per te, puoi farti avanti. Sta attento, però: se la fai soffrire te la faccio pagare cara.
Dafne arrivò in quel momento. Nicholas le preparò un cappuccino decorato col disegno di una rosa e glielo mise sul bancone ancor prima che lei lo chiedesse. La ragazza alzò lo sguardo e lui che le sorrise dicendole che offriva la casa:
Consideralo uno scambio di favore. Le mie giornate non prendono la giusta piega senza i tuoi sorrisi.
Dafne sorseggiò il cappuccino e notò un espositore con dei volantini colorati. Ne prese uno e lo lesse distrattamente. Poi strattonò il braccio di Manuel:
Lo hai letto? Per te vincere questo concorso sarebbe un gioco da ragazzi. Risolveresti un bel po’di problemi.
Il ballerino prese il foglio e lo lesse. Nella sua testa cominciò a prendere forma un’idea. Rivolto al barista esclamò:
Ehi Nick, ho notato i tuoi spartiti poco fa. Sei un musicista?
Nicholas annuì:
Studio pianoforte da quando avevo cinque anni. Il lavoro al bar mi serve soprattutto per pagarmi gli studi. Voglio diventare un pianista di fama.
Dafne si guardò intorno per assicurarsi che non ci fossero clienti da servire:
Io danzo da quando avevo tre anni. Sogno di ballare nei teatri più celebri al mondo ma, secondo alcuni prof in istituto, nonostante il mio costante impegno, sono troppo insicura nei movimenti ed ho dei difetti fisici che mi impediscono di portare avanti il mio percorso da ballerina. Manuel dice che non devo farmi scoraggiare dai loro giudizi ma guardalo lui: è perfetto!
Il ballerino, esasperato, buttò lì una proposta:
Che ne dite di unire le nostre forze e partecipare insieme al concorso? Acquisteremmo visibilità e magari saremo notati da qualche talent scout.
Dafne replicò sfiduciata:
Tu non hai bisogno di questi sotterfugi. Sicuramente a fine corso i prof ti segnaleranno a qualche prestigiosa compagnia di ballo. Persino quella di classico ti guarda con occhi sognanti mentre balli.
Manuel rise:
Di pure che mi divora con lo sguardo. Questo concorso mi intriga. Se papà decide di mettermi i bastoni tra le ruote non avrò vita facile. Pensaci tesoro. Potremmo inscenare la storia della tua bisnonna.
La ballerina ci penso un attimo e, con un sorriso pensieroso, si rivolse al barista:
Potremmo organizzarci ed incontrarci un pomeriggio. Tu porti i tuoi spartiti, io porto i diari della bisnonna e vediamo cosa riesce a tirar fuori la folle mente di Manuel. Ci serve solo un pianoforte.
Nicholas si accordò coi due per incontrarsi qualche giorno dopo nella sala accanto al bar dov’era un pianoforte.
Dafne si presentò all’appuntamento senza Manuel che ricordò di avere già un impegno e li avrebbe raggiunti più tardi. La giovane mostrò a Nicholas un vecchio diario ed alcune lettere che lei e le cugine avevano trovato rovistando nei vecchi bauli della bisnonna:
Saresti in grado di creare una melodia ispirata alla storia d’amore raccontata in queste pagine?
Il giovane, colto alla sprovvista, esitò un attimo prima di rispondere :
Non so. Posso provarci.
La ragazza lo incoraggiò:
Non fare il modesto. Avrai sicuramente scritto qualcosa per la ragazza che ami
Il giovane esitò un attimo poi condusse la fanciulla al pianoforte, la fece sedere accanto a sé davanti alla tastiera, posò le dita sui tasti e la guardò:
Sei la prima a cui la faccio ascoltare.
Fece un profondo respiro e cominciò a suonare la melodia che aveva scritto per lei. Quando ebbe finito alzò lo sguardo sulla fanciulla che, con gli occhi lucidi, esclamò:
Che ragazza fortunata.
Nicholas si schiarì la gola e parlò:
In realtà quello fortunato sono io.
Estrasse uno spartito dal suo album pentagramma e glielo porse:
Questo è il componimento che hai appena ascoltato. Leggi il titolo.
Dafne osservò il foglio e tornò a guardare Nicholas con sorpresa:
Si chiama come me.
Lui sospirò ed iniziò a parlare:
Tu e Manuel eravate sempre insieme. Vi credevo innamorati uno dell’altra. Non potevo competere con un tipo affascinante come lui. Quando l’altra mattina mi ha confidato la sua situazione non riuscivo a crederci …
S’interrompe vedendo una lacrima scivolare sulla guancia della fanciulla. Per la prima volta nella sua vita Dafne si sentiva speciale: il bel barista dagli occhi gentili ricambiava i suoi sentimenti. Sistemò lo spartito sul leggio del pianoforte e gli sorrise chiedendogli di suonare di nuovo per lei.
Autore: Clorinda Di Natale