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Avete mai sentito parlare del Fakesgiving? No, non è uno scherzo ben riuscito o l’ennesima trovata da social media. È una vera e propria celebrazione, un’ode all’amicizia, alla convivialità… e alla creatività culinaria! Ma partiamo dall’inizio, perché questa giornata merita di essere raccontata come si deve – ovviamente in perfetto stile Perfettamente Chic.


Cos’è esattamente il Fakesgiving?

Il nome dice già molto: Fake (finto) + Thanksgiving (il famoso Giorno del Ringraziamento americano). Il Fakesgiving è una versione “tarocca” ma assolutamente deliziosa del classico Thanksgiving. Viene celebrato prima (o a volte dopo) del Giorno del Ringraziamento ufficiale, in una data flessibile che solitamente cade durante il fine settimana precedente al quarto giovedì di novembre. Quindi, diciamo tra il 18 e il 24 novembre, a seconda del calendario.

Ma perché mai festeggiare un Ringraziamento… fasullo? Beh, la risposta è semplice: per stare insieme. È pensato per quegli amici che vivono lontani, per gli studenti fuori sede, per chi ha una famiglia “scelta” più che biologica. È una scusa perfetta per anticipare (o raddoppiare!) la festa, cucinando insieme, ridendo, e spesso improvvisando piatti che di tradizionale hanno ben poco.


Chi ha inventato il Fakesgiving?

L’idea di Fakesgiving è nata nel 2009, quando Zach Patton e Clay Dunn hanno organizzato il primo evento a Washington, D.C., per testare ricette del Ringraziamento in anticipo. Come molte delle migliori idee americane, anche il Fakesgiving si è sviluppato in sordina, probabilmente nelle cucine di qualche universitario degli anni Duemila, ma è esploso come fenomeno culturale intorno al 2010, complice la voglia di ritrovarsi tra amici e la praticità di festeggiare nel weekend, lontano dalle pressioni familiari del vero Thanksgiving.

Non esiste un’istituzione ufficiale che ne abbia decretato la nascita (niente Congresso degli Stati Uniti, niente proclami presidenziali), ma alcune università americane come la University of Michigan e la NYU sono considerate pioniere nel celebrare il Fakesgiving, con tavolate studentesche fatte di pollo al posto del tacchino e mille varianti creative dei classici piatti del Ringraziamento.

Il concetto ha guadagnato popolarità durante la pandemia del 2020, quando le restrizioni hanno impedito a molte persone di festeggiare il Thanksgiving nel modo tradizionale.

Anche se il Fakesgiving è tradizionalmente legato al mese di novembre come “parodia” del Thanksgiving americano, negli ultimi anni è emersa una seconda versione “primaverile” della festa, fissata proprio al 30 maggio. Ma perché proprio questa data?


La scelta del 30 maggio: tra creatività, ironia e… bisogno di convivialità!

Il 30 maggio non ha radici storiche particolari collegate al Ringraziamento, ma è diventato negli USA una sorta di “secondo Fakesgiving” per diversi motivi curiosi e interessanti:

1. È a metà strada tra due grandi feste. Il 30 maggio si trova esattamente tra Pasqua (che varia ma cade tra marzo e aprile) e il 4 luglio, la festa nazionale americana. Quindi… perché non creare una scusa perfetta per un’altra abbuffata e un raduno tra amici in questo limbo di fine primavera?

2. Un’alternativa “fuori stagione”. Maggio segna l’inizio dell’estate per molti paesi, quindi il Fakesgiving di fine maggio diventa una versione “light” e stagionale, dove il tacchino viene sostituito da grigliate all’aperto, piatti freddi e insalate creative. Alcuni lo chiamano anche “Spring Fakesgiving” o “Sunshinegiving”!

3. Una data comoda per le università americane. Negli Stati Uniti, il 30 maggio coincide con il periodo di fine semestre per molte università. Gli studenti vogliono salutarsi prima di tornare a casa per l’estate, e quale occasione migliore di un Fakesgiving improvvisato?

4. Il potere di Internet. Negli ultimi anni, la data del 30 maggio ha preso piede anche grazie a meme, eventi su Facebook e TikTok, dove i creator propongono “Fakesgiving primaverili” come occasione per fare cene divertenti a tema autunno… in piena estate! Una vera e propria festa ironica che gioca con le stagioni.


💚🤍❤️
E in Italia?

In Italia la versione di maggio è ancora poco conosciuta, ma chi ama organizzare cene tra amici con un pizzico di fantasia comincia a notarla, soprattutto nelle community online di expat americani o tra studenti Erasmus. Alcuni la celebrano con tavolate all’aperto, tovaglie colorate e piatti che mescolano tradizione italiana e “americanate” da sitcom.

In particolare nelle grandi città universitarie come Bologna, Milano, Roma e Firenze, dove studenti internazionali e italiani si ritrovano per cucinare insieme. Non è raro trovare eventi nei coworking, nei coliving e persino in alcuni ristoranti che propongono un “Thanksgiving alternativo” nei giorni precedenti a quello ufficiale.

E no, nessuno si scandalizza se non c’è il tacchino: vanno benissimo i ravioli, il risotto alla zucca o, perché no, una teglia di lasagne “alla fakesgiving”.


Tema del Fakesgiving 2025? L’anno della “Rivincita del contorno”!

Per il 2025, tra i foodie americani e i gruppi sui social, si sta diffondendo un tema irresistibile:

“The Year of the Side Dish”

ovvero “L’anno del contorno”! Basta tacchino protagonista assoluto: largo a purè di patate innovativi, stuffing gourmet, insalate pazzesche e reinterpretazioni veg del famigerato green bean casserole. In pratica: chi porta il piatto più creativo vince… applausi, meme e la gloria sui social!


Curiosità divertenti da tutto il mondo

  • Negli Stati Uniti, c’è chi festeggia Fakesgiving a colazione, servendo pancake a forma di tacchino e mimose arancioni come il foliage autunnale.
  • In Canada, dove il vero Thanksgiving cade a ottobre, il Fakesgiving è spesso una scusa per farne due, magari uno in stile USA con i vicini del sud!
  • In Australia e Nuova Zelanda, dove novembre è primavera, i picnic all’aperto con barbecue e dolci a tema autunnale fanno da protagonisti… anche se le zucche scarseggiano!
  • Alcuni gruppi di amici americani all’estero (sì, anche in Italia!) organizzano Fakesgiving con piatti locali: pasta al forno, panettone in anticipo, o una parmigiana ribattezzata “melanzane del Ringraziamento”.
  • A differenza del Ringraziamento, Fakesgiving non ha un “piatto ufficiale” come il tacchino, e le persone possono essere “fakesful” (falsamente grate) per qualsiasi cosa, rendendo l’evento più leggero e divertente.

Fakesgiving: un inno all’amicizia… e alla libertà in cucina

In un mondo che corre, che divide e che spesso impone tradizioni rigide, il Fakesgiving è una boccata d’aria fresca. È un modo per reinventare la tradizione, rendendola più vicina alle nostre vite. È la dimostrazione che non serve una scusa ufficiale per cucinare, ridere e stare insieme.

In conclusione, il 30 maggio è la versione più libera, spensierata e assolutamente non ufficiale del Fakesgiving. Una data nata più per gioco che per tradizione, ma che ha già conquistato chi ama le cene con gli amici e i momenti allegri fuori dal calendario. Come dire: ogni scusa è buona per stare insieme… anche se è una scusa inventata!


Buon Fakesgiving a tutti, anche a chi – come noi – crede che ogni occasione sia perfetta per stare insieme con stile… magari anche con un po’ tovaglioli di carta belli decorati! ✨

E allora via di brindisi, risate, finta zucca in primavera e tanta voglia di stare bene: Happy Spring Fakesgiving! 🌸🦃

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI