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Un abbraccio al mondo… o almeno ci proviamo! 💛

Perdonare è liberare un prigioniero… e scoprire che quel prigioniero eri tu.

Ecco lo spirito con cui si celebra ogni anno la Giornata Internazionale del Perdono, un appuntamento che cade nel primo sabato di agosto — nel 2025 è oggi: sabato 2 agosto.

Un’occasione per alleggerirsi l’anima, chiudere vecchi capitoli (magari pieni di drammi, silenzi e WhatsApp mai letti) e, perché no, tentare di far pace con se stessi, con il proprio passato… o almeno con la suocera/il fratello. 😅


Chi ha inventato questa giornata e perché?

La Giornata Internazionale del Perdono nasce grazie all’iniziativa della Worldwide Forgiveness Alliance, un’organizzazione californiana fondata nel 1996 da Robert W. Plath, un avvocato e attivista convinto che il perdono fosse la chiave per guarire le ferite del mondo.

Il primo sabato di agosto è stato scelto simbolicamente: un giorno d’estate, senza pressioni scolastiche o lavorative, in cui è più facile lasciar andare, sciogliere i nodi, respirare a fondo e… provare a dire “ti perdono” senza digrignare i denti.

La prima celebrazione ufficiale risale al 1997, a Mill Valley, California, e da lì si è diffusa piano piano, in punta di piedi, un po’ come fanno le scuse ben dette.


Ma cosa si festeggia esattamente?

Non si tratta solo di perdonare chi ci ha pestato il piede sull’autobus o chi ha spoilerato l’ultima stagione della nostra serie preferita. La Giornata Internazionale del Perdono vuole promuovere la cultura del perdono come atto di forza, libertà e guarigione, individuale e collettiva.

📌 Non è un invito al masochismo emotivo – lo diciamo subito per chi sta già alzando gli occhi al cielo pensando al proprio ex o a un fratello che non si toglie il debito con te – ma un modo per riflettere su quanto il rancore logori più di qualsiasi torto.


Dove si celebra?

La giornata ha trovato eco in moltissimi Paesi, dagli Stati Uniti all’India, passando per Filippine, Brasile, Regno Unito e alcuni Paesi africani.

Eventi, workshop, meditazioni collettive, marce per la pace e perfino cerimonie simboliche con “bruciatura dei rancori” scritti su foglietti: un modo creativo e talvolta commovente per fare pace col mondo.

E in Italia?

Sebbene non sia ancora una celebrazione diffusa a livello ufficiale, negli ultimi anni la Giornata Internazionale del Perdono è stata ripresa da scuole, associazioni culturali, gruppi spirituali e anche da qualche comune particolarmente sensibile ai temi della mediazione e della pace.

Nel 2024, ad esempio, il Comune di Jesi ha ospitato una giornata dedicata al dialogo tra generazioni con laboratori teatrali sul perdono… e pare sia finita tra abbracci e lacrime vere. 💧💛


Tema 2025? Una marcia verso il perdono digitale

Ogni anno la giornata ruota attorno a un tema. Per il 2025, si parla (con grande ironia ma anche serietà) di “Digital Forgiveness – Imparare a perdonare online”.

In un’epoca in cui i litigi nascono da un messaggio visualizzato e non risposto, da un “mi piace” mancato o da una story un po’ troppo ambigua, il perdono digitale è diventato fondamentale.

Perdonare chi ci ha unfollowato senza spiegazioni?
Chi ha cancellato la nostra foto di coppia su Instagram?
O peggio ancora: chi ha usato la nostra Netflix senza chiedere?
😱

Insomma, il 2025 punta il dito su rancori social, liti via email, ghosting, cancel culture e le infinite sfumature del “blocco”.


Curiosità chic e perdonabili dal mondo 🌍

✨ In Giappone, un’antica cerimonia chiamata Misogi prevede il perdono simbolico attraverso l’acqua: immergersi in fiumi ghiacciati per purificarsi da pensieri negativi. (Perdonare sì, ma con la bronchite…)

✨ In Ruanda, dopo il genocidio del 1994, sono nate le tribunali Gacaca, dove vittime e carnefici si incontrano per ricostruire verità e, talvolta, perdono. Un esempio forte e coraggioso di umanità possibile.

✨ In Hawai’i, esiste un antico rituale chiamato Ho’oponopono, basato su quattro frasi potenti: “Mi dispiace. Perdonami. Grazie. Ti amo.” – usate anche nella psicologia contemporanea.

✨ In Messico, durante il Día del Perdón, i bambini scrivono lettere di scuse per piccoli torti… e ricevono un abbraccio in cambio. Tenerissimi e già più maturi di molti adulti.


Ma diciamocelo: “si può sempre perdonare?

Eh, domanda da un milione di scuse.
Ci sono ferite che restano, anche dopo mille cerotti colorati.
A volte il perdono non è possibile, non subito almeno. E va bene così. Il segreto è non costringersi, non forzarsi a dire “ti perdono” se dentro di sé si sta ancora gridando.

Perché il vero perdono parte da un posto autentico. Quando si è pronti. Quando fa meno male. Quando non serve nemmeno più dirlo ad alta voce.


In conclusione…

La Giornata Internazionale del Perdono è un invito gentile a lasciar andare il peso di ciò che è stato, a fare spazio a ciò che può ancora essere.
A volte basta un messaggio, un sorriso, una battuta un po’ scema per ricucire legami che sembravano perduti.
Altre volte no. Ma anche il silenzio può essere un atto di perdono.

Che tu decida di perdonare, essere perdonato, o semplicemente mangiare un gelato senza pensare al passato… oggi, festeggia la leggerezza.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI