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Il 23 agosto il calendario delle celebrazioni mondiali si tinge di fascino, malinconia e… un tocco di glamour d’altri tempi. In questa data, infatti, si ricorda il mitico Rudolph Valentino, il “Latin Lover” per eccellenza, con il cosiddetto Valentino Day, nato per celebrare la sua memoria e il mito immortale che continua ad avvolgerlo.


Perché proprio il 23 agosto …

Il 23 agosto 1926, a soli 31 anni, Valentino morì a New York a causa di una peritonite fulminante. La sua scomparsa gettò nello sconforto milioni di fan in tutto il mondo, e fu subito chiaro che non si trattava di un attore qualunque: era il primo vero idolo cinematografico globale. Da quel giorno, ogni anniversario della sua morte è diventato occasione per ricordarlo.


Dove si festeggia il Valentino Day?

Il cuore delle celebrazioni batte negli Stati Uniti, soprattutto a Hollywood e a New York, città dove Valentino raggiunse la fama e dove morì. Ma il luogo simbolo per eccellenza è il cimitero Hollywood Forever di Los Angeles, dove il divo è sepolto. Qui ogni 23 agosto si svolge il

“Rudolph Valentino Memorial Service”

una commemorazione ufficiale che attira fan da tutto il mondo. È proprio da questo evento che, negli anni Trenta, prese forma quello che oggi conosciamo come Valentino Day.

In Italia💚🤍❤️, terra natale dell’attore (nacque a Castellaneta, in Puglia, nel 1895), la giornata è celebrata con eventi culturali, proiezioni di film e iniziative turistiche dedicate. Castellaneta in particolare non manca mai di ricordare il suo figlio più celebre con mostre, rassegne e visite guidate.


Chi ha deciso la giornata e quando è nata …

La prima commemorazione ufficiale risale al 1927, appena un anno dopo la morte del divo. Fu organizzata dai suoi fan, che si autodefinivano le

“Valentino’s Ladies”

 un gruppo di ammiratrici fedelissime che non mancavano mai di portare fiori freschi alla sua tomba. Col tempo, la cerimonia divenne sempre più importante, tanto che a partire dagli anni Quaranta il memoriale si trasformò in un appuntamento fisso, riconosciuto a livello internazionale.

A voler fortemente mantenere viva la memoria fu anche la leggendaria Madame Valentino, al secolo Natacha Rambova, la sua seconda moglie, che si batté per difendere il mito del marito e tenerne intatto il ricordo sul grande schermo.


Curiosità dal mondo su Rudolph Valentino

  • Al suo funerale a New York parteciparono oltre 100.000 persone: la folla era tale che le autorità dovettero chiamare la polizia a cavallo per contenere gli ammiratori in lacrime.
  • Si racconta che tra i fan disperati ci furono veri e propri svenimenti di massa… e persino alcuni suicidi.
  • Una misteriosa donna vestita di nero, nota come “The Lady in Black”, visitava ogni anno la sua tomba il 23 agosto portando un bouquet di rose rosse. L’identità della donna resta un mistero ancora oggi, e il gesto è diventato parte integrante della leggenda.
  • Nei cinema di tutto il mondo, nelle settimane successive alla sua morte, i film con Valentino registrarono un boom clamoroso di incassi: il mito non fece altro che crescere.
  • In Argentina e in Francia, negli anni Trenta e Quaranta, si diffusero addirittura scuole di ballo che prendevano spunto dallo stile elegante e sensuale dei suoi personaggi sullo schermo.

L’eterno Latin Lover

Il Valentino Day non è solo una ricorrenza commemorativa, ma anche un inno al primo vero sex symbol del cinema. Con i suoi sguardi magnetici, i baffetti curati e quell’aura da seduttore misterioso, Valentino ha conquistato intere generazioni di spettatrici, aprendo la strada all’idea moderna di “star system”.

E se oggi i nostri schermi sono popolati da attori bellissimi e patinati, è bene ricordare che il primo “divo” – quello che fece gridare al mondo intero “aiuto, sto svenendo!” – fu proprio lui: Rudolph Valentino.


Il Valentino Day, oltre ricordare la memoria di un grande attore, è la celebrazione dell’eterno fascino del cinema muto e del potere della bellezza. Perché, come ci insegna Rudolph, certe leggende non muoiono mai:

… vivono ogni volta che qualcuno sospira davanti a un grande schermo.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI