Tag

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Se vi dicessi che ogni anno buttiamo via milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile, ci credereste? Eppure è proprio così, e non stiamo parlando solo della mela dimenticata nel frigo o della pasta che cuociamo “a occhio” e che poi avanza puntualmente. Per ricordarci che il cibo è troppo prezioso per finire nella pattumiera, è nata la Giornata Internazionale della Consapevolezza delle Perdite e degli Sprechi Alimentari, conosciuta in inglese come

International Day of Awareness of Food Loss and Waste



Quando si festeggia e perché proprio in quel giorno

Segnatevelo in agenda: 29 settembre. La data non è stata scelta a caso, ma collocata strategicamente verso la fine della stagione estiva e dei grandi raccolti agricoli. È un momento simbolico, perché proprio dopo i raccolti si concentra gran parte delle perdite alimentari mondiali. Inoltre, anticipa la Giornata Mondiale dell’Alimentazione di ottobre, creando così un “filo conduttore” che unisce la produzione alla consapevolezza del consumo.

La giornata viene celebrata in tutto il mondo. Dall’Europa all’Asia, dall’Africa alle Americhe, si organizzano eventi, campagne di sensibilizzazione, workshop culinari e persino contest creativi in cui si premia il piatto più ingegnoso fatto con “avanzi di lusso”. Perché sì, il recupero del cibo può diventare una vera forma d’arte.


Chi ha deciso questa giornata

La giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite tramite la FAO e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Il debutto ufficiale è avvenuto nel 2020, in un periodo storico in cui la pandemia ci aveva ricordato quanto fosse importante non dare per scontato l’accesso al cibo.

… e di preciso

… ha lo scopo di sensibilizzare governi, aziende e cittadini sullo spreco alimentare e sulle perdite che avvengono lungo tutta la catena del cibo, dal campo alla tavola. Le perdite si verificano già in fase di raccolta, stoccaggio e trasporto; lo spreco invece riguarda ciò che scartiamo noi consumatori, spesso senza rendercene conto.


Curiosità chic (e un po’ ironiche) dal mondo

  • In Giappone esiste il concetto di mottainai, un termine intraducibile che racchiude il senso di dispiacere per ogni spreco. Persino i chicchi di riso nel piatto vengono rispettati come piccoli tesori.
  • In Francia i supermercati non possono più buttare via il cibo invenduto: devono donarlo a organizzazioni benefiche.
  • In Danimarca è nato un ristorante stellato che prepara menu esclusivi solo con ingredienti scartati dall’industria alimentare. Altro che “cucina povera”!
  • In India, durante i matrimoni, c’è l’usanza crescente di donare le pietanze avanzate alle mense dei poveri. Una tradizione che unisce festa e solidarietà.
  • In Italia le “schiscette”  (termine milanese) del giorno dopo sono ormai diventate un trend glam.

Un pensiero finale …

La Giornata Internazionale della Consapevolezza delle Perdite e degli Sprechi Alimentari non è una predica, ma un invito allegro a usare creatività e buon senso in cucina. Perché ogni volta che recuperiamo una fetta di torta o trasformiamo il pane raffermo in polpette dorate, non stiamo solo evitando sprechi: stiamo celebrando l’arte di dare valore a ciò che abbiamo.

E ricordiamoci:

… il cibo non si butta. Si reinventa.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI