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Il secondo sabato d’ottobre si tinge di morbidezza
C’è chi la ama per il calore, chi per la texture, chi per il profumo che sprigiona appena aperto il gomitolo. C’è chi la colleziona compulsivamente, chi la intreccia con maestria, chi la bombarda sui lampioni. E poi c’è chi ha pensato: “Perché non dedicarle una giornata mondiale?”. Così è nata
I Love Yarn Day
che in italiano potremmo tradurre con un affettuoso e un po’ vezzoso “Giornata Amo la Lana”. Si celebra ogni anno il secondo sabato di ottobre, e nel 2025 cade l’11 ottobre. Segnatelo con un filo rosso. O meglio, con un filo di alpaca.
Chi ha avuto questa geniale idea?
Nel 2011, il Craft Yarn Council, un’associazione americana che riunisce i principali produttori di filati e appassionati di fibre tessili, ha deciso che era giunto il momento di dare alla lana il posto che meritava nel calendario delle celebrazioni mondiali. Non solo per onorare il lavoro di milioni di knitters, crocheters e tessitori, ma anche per promuovere i benefici terapeutici delle arti tessili. Sì, perché lavorare a maglia riduce lo stress, migliora la concentrazione e, secondo alcuni studi, può persino abbassare la pressione. Altro che yoga: qui si parla di yarn-zen.
Perché proprio il secondo sabato di ottobre?
La scelta di ottobre sarà stata perchè è il mese in cui le temperature iniziano a scendere, le tazze di tè si moltiplicano e il desiderio di avvolgersi in qualcosa di soffice diventa irresistibile. Il sabato, poi, è il giorno perfetto per radunare amici, gomitoli e ferri da maglia in un stitch’n’sip casalingo. Un brindisi con il prosecco in una mano, l’uncinetto nell’altra: ecco la vera eleganza autunnale.
Ma cosa si fa, esattamente, in questa giornata?
Tutto ciò che ha a che fare con la lana. Si può:
- Mostrare il proprio “stash” (la collezione segreta di gomitoli accumulati negli anni, spesso nascosta al partner).
- Partecipare a un “yarn crawl”, ovvero un tour dei negozi di filati locali, con sconti, workshop e abbracci tra fibre.
- Insegnare a un’amica come si fa la maglia rasata o il punto popcorn.
- Bombardare di lana una panchina pubblica (sì, esiste lo yarn bombing, una forma di street art che trasforma oggetti urbani in installazioni colorate e coccolose).
- Postare sui social la propria ultima creazione, magari un cappello per il gatto o una sciarpa lunga quanto un treno regionale.
Curiosità da tutto il mondo (e un pizzico di follia)
- In Giappone, alcuni artisti usano la lana per creare amigurumi, minuscoli pupazzi kawaii che sembrano usciti da un manga.
- In Islanda, la lana è così sacra che esiste una parola specifica per descrivere il piacere di indossare un maglione fatto a mano: lopapeysa-glæður (che suona come uno starnuto, ma è pura felicità).
- In Australia, un gruppo di nonne ha ricoperto di lana un intero autobus. Il conducente? Orgoglioso e infeltrito.
- In Scozia, si dice che il vero amore si riconosca dal modo in cui si intreccia il Fair Isle. Se sbagli il motivo, è finita.
- In Italia, c’è chi ha creato un gruppo Facebook chiamato “Gomitoli Anonimi”, dove si condivide la gioia (e la dipendenza) da filati pregiati.
Un filo che ci unisce
La Giornata Amo la Lana non è solo un’occasione per celebrare un materiale, ma è un vero invito a rallentare, a creare con le mani, a regalare tempo e calore. È il trionfo della morbidezza contro la frenesia, del colore contro il grigio, del fatto a mano contro il fatto in serie.
Quindi, oggi appuntamento con un gomitolo, un uncinetto, un’amica e un bicchiere di vino. E ricordate:
nella vita, come nella maglia, si può sempre disfare e ricominciare.
Autore: Lynda Di Natale Fonte: web Immagine: AI