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Siete svegli? Ottimo. Mettetevi comodi, versi un sorso di caffè (o tè, se preferite), e accompagnate la vostra colazione con questa lettura: un viaggio divertente, curiosissimo e un po’ ironico nel mondo (e nella mente) del “venerdì 17”, ossia il giorno che in Italia molti considerano

giorno di jella per antonomasia.


1. Perché venerdì 17 “fa tremare”?

Partiamo da ciò che sappiamo (e da quel pizzico di leggenda che fa sempre piacere). In Italia, combinare il venerdì con il numero 17 è storicamente considerato… poco propizio. Ma da dove nasce questa superstizione?

  • Il numero 17 nell’antichità era considerato “imperfetto”: Pitagora pare che lo guardasse con sospetto, preferendo numeri “armoniosi” come 16 e 18.
  • Nell’antica Roma, l’anagramma latino di 17, VIXI, significa letteralmente “ho vissuto” — che suonava come “la vita è finita”. Un bel “augurio”, eh?
  • Il venerdì, da parte sua, è già un giorno “sensibile” nel mondo cristiano: la tradizione vuole che fosse il giorno della crocifissione.
  • E se il 17 cade di venerdì? Beh… un mix perfetto per evocare timori e sospetti.

Insomma, non esiste un’unica origine certa: è piuttosto un accumulo di credenze, tradizioni popolari e paure tramandate di generazione in generazione.


2. Ma nel resto del mondo… come la pensano?

Dato che è bello guardare oltre i confini, sappiate che il venerdì 17 in Italia è un caso tutto nostro — altrove le superstizioni preferiscono altri numeri:

  • Paesi anglofoni (USA, Gran Bretagna): il giorno più “sfortunato” è il venerdì 13. (Sì, qui 17 non fa paura).
  • In Spagna e Grecia, invece, è il martedì 13 che incute timore.
  • In Giappone, il numero 4 (shi) e 9 (ku) sono più temuti, associati rispettivamente a “morte” e “sofferenza”.
  • In Cina, il numero 8 è considerato fortunato (legato alla prosperità), mentre il 4 è evitato (suona come “morte”).
  • In Giappone, il venerdì è spesso considerato romantico e socialmente “leggero” — al punto che il venerdì è considerato un buon giorno per uscire e incontrarsi.
  • In alcuni paesi dell’America Latina, certe date collegate a festività religiose o storiche sono “inaspettate”: niente 17 venerdì da paura, ma altri numeri e giorni del calendario sono guardati con sospetto.

Quindi: se domani vi troverete a viaggiare (o a cambiare compagnia aerea), sappiate che forse non vi scorreranno gelidi brividi… salvo che siano convinti superstiziosi anche all’estero!


3. Ritualità, scaramanzie e talismani (anche divertenti)

Per sopravvivere a un venerdì 17in salute”, in Italia abbondano usanze, gesti salvifici e piccoli rituali che – diciamolo – servono tanto a rassicurarci quanto a “scacciare la jella”. Eccone alcuni, tra classico e curioso:

Oggetto / gesto Cosa dovrebbe fare Curiosità divertente
Cornetto rosso / cornetto portafortuna Tenuto appeso, portato in tasca, indossato come ciondolo Le sue origini sono antichissime: usato contro il malocchio e le forze oscure, e ancora oggi viene regalato o portato come “scaccia-sfortuna”.
Quadrifoglio Trovarne uno è simbolo di buona sorte È naturalmente molto raro — per questo chi lo trova è considerato “fortunatissimo”.
Ferro di cavallo Pendente sopra la porta, appeso con le “corsette” verso l’alto Si ritiene che la curva verso l’alto “racchiuda” la fortuna.
Aglio Appeso, sparso in casa, posto vicino a porte e finestre Nell’Europa medievale e in folklore vari, l’aglio allontanava spiriti maligni, streghe, vampiri… e la malasorte!
Tocchi / gesti scaramantici Toccarsi, bussare, dire “ciccia” o “in bocca al lupo” Spesso tramandati familia- lmente: la nonna che tocca ferro, la zia che fa il gesto della cornetta sotto il tavolo…

Oltre a questi, molte persone hanno rituali del cuore, personali: un respiro profondo, un sorriso al mattino, una frase che dà forza, persino ascoltare una canzone che mette allegria. Se funziona per te, non scherzare: è un talismano invisibile ma poderoso.


4. Il venerdì 17… “in prima linea”: racconti curiosi

Ecco qualche aneddoto divertente che dimostra che la credenza è viva anche nei dettagli:

  • In Italia, molti alberghi evitano di avere la camera 17 negli hotel: gestori superstiziosi la saltano, rinumerano i piani o la chiamano “17A”.
  • Alcune compagnie aeree italiane evitano il posto 17A o 17C nei piani di volo, come se quel posto potesse “richiamare” la sfortuna.
  • Certe persone evitano di prendere appuntamenti o farsi tatuaggi di venerdì 17, come se fosse un giorno “invisibile” sul calendario.
  • C’è chi rifiuta di sposarsi o partire in questo giorno, per non “invitare la jella in casa”.
  • E siccome siamo nell’era moderna: qualcuno ha perfino richiesto che garantissero un sorriso in caso di imprevisto… giusto per “bilanciare” eventuali contrarietà.

Queste usanze possono far sorridere (e alle volte suscitare ilarità), ma dicono una cosa semplice: l’essere umano ha bisogno di simboli, segni, rituali per dare struttura all’incerto. E una superstizione che unisce comunità (anche solo per il terrore condiviso) fa sentire “meno soli”.


5. Venerdì 17… sì o no? E come trasformarlo in opportunità

É venerdì 17, cosa fare? Ecco qualche proposta per non solo “sopravvivere”, ma anche per goderselo:

  1. Vista la colazione: inizia la giornata con qualcosa che ami—un dolce, una piadina, una fetta di torta — un gesto semplice che “dichiara” al giorno: io scelgo il bene.
  2. Fai un mini rituale: anche se non credi fino in fondo, un gesto (come toccare ferro, dire “Forza!”) può attenuare l’ansia.
  3. Sorridi alla paura: tratta il 17 come una sfida personale con il destino. Un po’ come “oggi mi sfidi… vediamo chi ride per ultimo”.
  4. Scegli il rosso: vestiti con un dettaglio rosso, anche intimo, come fanno in certi casi per Capodanno.
  5. Evita i gatti neri (se vuoi) ma senza drammi: se incroci uno, salutalo con grazia e continua.
  6. Parla con qualcuno: confidare le tue paure le ridimensiona. E magari scoprirai che anche il tuo amico ha la stessa paura — condividere aiuta.

6. Un pizzico di ironia finale

  • Il destino non ha calendario: potrebbe sorprenderci anche in giorni “normali”.
  • Se domani inciampi, dimenticalo. Il giorno dopo nessuno chiede conto del 17.
  • E se davvero domani succede qualcosa di epico (buono o “tragico”)? Bene: avremo una storia per ridere insieme nei prossimi venerdì 17.

Allora: siete pronti per affrontare questo venerdì 17 con un sorriso?
Io sto preparando un espresso doppio e un amuleto (che oggi sarà… un buon umore).
Buona giornata, e che la fortuna — anche un pizzico — vi accompagni.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI