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Tra una fetta di panettone che resiste eroicamente sul tavolo e l’ennesimo “da gennaio cambio vita”, il 29 dicembre si ritaglia un posto tutto suo nel calendario delle giornate non ufficiali ma amatissime: è il Review Day, la giornata dedicata a rivedere, riflettere e fare il bilancio dell’anno che sta per concludersi.

Niente fuochi d’artificio, niente dress code scintillante: qui si celebrano pensieri, appunti, liste e… qualche “ma davvero l’ho fatto?”. Ed è proprio questo il suo fascino.

Che cos’è il Review Day (e perché ci piace così tanto)

Il Review Day è una ricorrenza informale, nata per invitare le persone a fermarsi un attimo prima del caos di Capodanno e guardare l’anno appena vissuto con onestà, leggerezza e un pizzico di autoironia.

È la giornata perfetta per:

  • ripercorrere successi grandi e piccoli
  • accettare errori e scelte discutibili (sì, anche quel taglio di capelli)
  • fare pace con ciò che non è andato come sperato
  • prepararsi mentalmente al nuovo anno, senza pressione

Insomma, una pausa di riflessione… ma in pigiama va benissimo.


Chi ha deciso il Review Day?

Non esiste un ente ufficiale, un’ONU delle riflessioni o un comitato mondiale dei bilanci di fine anno.
Il Review Day nasce dal basso, diffondendosi grazie a:

  • community online
  • appassionati di journaling
  • coach di crescita personale
  • blog e social network

Le prime tracce strutturate della giornata compaiono alla fine degli anni 2000, quando iniziano a circolare online guide e post dedicati alla “year review” da fare prima del 31 dicembre, per arrivare al nuovo anno con la mente più libera.


Quando si è festeggiato per la prima volta?

Non esiste una data ufficiale di “prima celebrazione”, ma il Review Day comincia a essere riconosciuto e condiviso intorno al 2010, soprattutto nei Paesi anglosassoni, come giornata ideale per:

  • scrivere un bilancio personale
  • rivedere obiettivi
  • fare ordine mentale (e spesso anche nell’agenda)

Il 29 dicembre viene scelto perché è:

  • abbastanza lontano dal Natale
  • abbastanza vicino al nuovo anno
  • perfetto per riflettere senza la pressione dei festeggiamenti

Come si celebra il Review Day nel mondo

Ogni Paese lo interpreta a modo suo… e spesso con grande creatività!

🌍 Stati Uniti e Canada
Il Review Day è spesso legato al journaling: quaderni, penne colorate e lunghe liste di “highlights” e “lessons learned”.

🌍Regno Unito
Molti lo trasformano in una giornata di decluttering mentale (e fisico): si buttano vecchie carte, si archiviano email e si salutano simbolicamente le cose lasciate in sospeso.

🌏Giappone
Il concetto si avvicina molto all’idea di riflessione silenziosa e gratitudine per l’anno passato, in linea con la tradizione del rinnovamento.

🌍Italia
Da noi è spesso un mix tra introspezione e ironia: si riflette, sì, ma con una tazza di caffè in mano e qualche battuta del tipo “l’anno prossimo giuro che…”.


Curiosità divertenti dal Review Day

  • Molte persone scrivono una lettera a se stesse, da rileggere l’anno successivo (momento cringe assicurato).
  • Esistono checklist con domande tipo: “Qual è stata la tua migliore decisione?” seguita subito da “E la peggiore?”.
  • Alcuni fanno il bilancio solo in emoji: apparentemente funziona.
  • C’è chi abbina il Review Day a una cena “svuota-frigo”, simbolo perfetto di chiusura dell’anno.
  • Secondo varie community online, è il giorno in cui nascono più buoni propositi… che verranno modificati il 2 gennaio.

Review Day 2025: perché è più attuale che mai

Il 2025 è stato, per molti, un anno intenso, veloce, a tratti imprevedibile. Il Review Day diventa quindi un’occasione preziosa per:

  • rallentare
  • riconoscere i propri progressi
  • smettere di essere troppo severi con se stessi

Perché fare un bilancio non significa giudicarsi, ma capirsi un po’ meglio.


In conclusione …

Il 29 dicembre, con il suo Review Day, ci ricorda che non serve essere perfetti per andare avanti, basta essere consapevoli.
Un anno non si misura solo in obiettivi raggiunti, ma anche in tentativi, risate, errori e momenti inattesi.

E se alla fine del bilancio l’unica certezza è “sono sopravvissuta”, va benissimo così. ✨

Perché ogni nuovo anno, dopotutto, inizia sempre da una buona riflessione… e da un sorriso.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI