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Negli Stati Uniti, il 29 dicembre è celebrato come il Put Away Your Christmas Decorations Day: una giornata che, con un sorriso un po’ sarcastico, invita tutti a riporre palline, ghirlande e renne luminose. L’idea è semplice:

Le feste sono finite, forza, rimettiamo tutto negli scatoloni

Un pensiero pragmatico, ordinato, quasi terapeutico. Ma… provate a dirlo a un italiano.

In Italia, il 29 dicembre è quel momento sospeso in cui si vive ancora immersi nel luccichio delle feste, si mangiano gli avanzi del cenone come se fossero patrimonio UNESCO e si continua a dire

Dai, ci vediamo dopo le feste

anche se mancano ancora dieci giorni alla Befana.

Perché da noi, si sa, le decorazioni non si tolgono prima del 6 gennaio (e per i più tradizionalisti, il 2 febbraio). È tradizione, è cultura, è identità nazionale. E soprattutto: chi ha voglia di arrampicarsi sulla scala mentre si digerisce ancora il panettone?

🎄 Perché in Italia non si tolgono le decorazioni prima del 6 gennaio

  • La Befana ci guarda: e non si discute. Finché la vecchina non vola via con la sua scopa, l’albero resta dov’è.
  • Le lucine fanno atmosfera: e chi siamo noi per spegnere la magia così presto?
  • Le famiglie italiane sono sentimentalmente legate alle decorazioni: ogni pallina ha una storia, ogni angioletto è stato incartato con amore.
  • Il 29 dicembre è ancora pieno clima natalizio: si pranza con gli avanzi, si gioca a tombola, si discute su chi ha rubato i cioccolatini dal vassoio.
  • Siamo mediterranei: e quindi, per definizione, non abbiamo fretta.

🌍 Come si comporta il resto del mondo? Curiosità irresistibili

Stati Uniti

Il Put Away Your Christmas Decorations Day è preso sul serio da molti. C’è chi ha un vero e proprio “protocollo di smontaggio”: scatole etichettate, playlist motivazionale, timer da 30 minuti per non perdersi d’animo. E sì, esistono anche competizioni di quartiere per chi smonta tutto più velocemente. Cronometrati. Con giudici.

Regno Unito

Gli inglesi seguono una regola ferrea: tutto deve sparire entro il 5 gennaio, altrimenti porta sfortuna. E se c’è una cosa che gli inglesi non vogliono, oltre alla pioggia il giorno del tè in giardino, è la sfortuna.

Germania

I tedeschi, metodici come sempre, hanno un approccio quasi zen: smontano tutto con calma, ma con precisione chirurgica. Ogni decorazione torna nella sua scatola originale, possibilmente avvolta nella carta dell’anno precedente, perfettamente stirata.

Filippine

Qui il Natale inizia a settembre. Sì, settembre. Di conseguenza, smontare tutto a dicembre sarebbe quasi offensivo. Le decorazioni restano fino a gennaio inoltrato, e nessuno si scandalizza.

Giappone

Il Natale è più una festa romantica che familiare. Le decorazioni vengono tolte rapidamente per lasciare spazio ai preparativi del Capodanno giapponese, molto più importante. Efficienza pura: via l’albero, dentro i mochi.

Islanda

Gli islandesi hanno ben 13 Babbi Natale (gli Yule Lads). Le decorazioni restano finché l’ultimo di loro non se ne va, il 6 gennaio. E noi che pensavamo di essere complicati.

🎁 E in Italia? Una filosofia tutta nostra

In Italia, smontare l’albero prima del 6 gennaio è considerato un gesto quasi rivoluzionario. C’è chi lo fa e non lo dice a nessuno, come se avesse commesso un peccato veniale. C’è chi lo fa il 7 gennaio, ma solo dopo aver finito tutti i dolci della calza. E c’è chi lo fa… a febbraio, perché “tanto ormai che fretta c’è”.

La verità è che le decorazioni natalizie, da noi, non sono solo oggetti: sono un’estensione dell’anima domestica, un modo per prolungare la dolcezza delle feste, un abbraccio luminoso che ci accompagna verso l’anno nuovo.

… il 29 dicembre è un giorno perfetto… per NON mettere via nulla

Mentre il mondo si divide tra chi smonta tutto e chi lascia le lucine accese fino a primavera, l’Italia resta fedele alla sua tradizione: si aspetta la Befana, si vive ancora un po’ di magia, si rimanda il dovere per godersi il piacere.

E forse è proprio questo il segreto del nostro fascino: sappiamo allungare la festa con eleganza, ironia e un pizzico di disordine poetico.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI