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Vigilia di Capodanno in Giappone: preparativi, tradizioni e curiosità

Il 30 dicembre in Giappone è il Ōmisoka, la Vigilia di Capodanno, il momento in cui le famiglie si preparano con cura per salutare l’anno vecchio e dare il benvenuto a quello nuovo. Ma attenzione: Ōmisoka non è solo pulizie frenetiche e liste di cose da fare. È un vero e proprio rito di organizzazione, gusto e… buonumore!

Pulizie di fine anno: il “osoji” diventa arte

In Giappone, il 30 dicembre è dedicato al “osoji”, le grandi pulizie di fine anno. Non si tratta di spolverare distrattamente il tavolino: ogni angolo della casa viene pulito, riordinato e lucidato. L’idea è semplice ma profonda: liberare la casa dalle energie vecchie per accogliere quelle nuove. Ma c’è di più: durante l’osoji, alcune famiglie si divertono a mettere in scena vere e proprie “gare di pulizia”, sfidandosi su chi riesce a lucidare meglio il pavimento o a far brillare di più i vetri delle finestre. Un’attività che in Italia ci farebbe correre a prendere un caffè, ma lì è pura celebrazione!

Cibo, cibo e… ancora cibo

Se pensate che i preparativi siano solo pulizie, vi sbagliate di grosso. Ōmisoka è anche sinonimo di cibo speciale. La tradizione vuole che si prepari lo soba, i famosi spaghetti di grano saraceno, simbolo di longevità. Mangiarli prima della mezzanotte è un rito che si ripete in ogni angolo del Giappone, con famiglie che ridono, scherzano e, spesso, fanno gare di chi riesce a inghiottire più soba in un solo boccone!

Accanto agli soba, le famiglie allestiscono piatti di osechi ryori, coloratissimi cestini di cibi tradizionali: alghe, fagioli dolci, uova di pesce… un’esplosione di colori e di simboli di fortuna. Alcuni giapponesi, per ironia, si divertono a confrontare i propri osechi con quelli dei vicini, trasformando il rituale in una sorta di “sfida della fortuna” culinaria.

Campane e superstizioni: un tocco di magia

La notte di Ōmisoka è scandita dal suono delle 108 campane dei templi buddhisti. Ogni rintocco simboleggia l’allontanamento di un peccato o un desiderio negativo, un modo poetico per chiudere l’anno in bellezza. In alcune zone del Giappone, la gente si ferma per ascoltare le campane e… fare una foto perfetta per Instagram! Sì, anche i rituali più antichi non sfuggono all’arte della condivisione social.

Curiosità dal mondo: chi si prepara prima, chi dopo

Mentre in Giappone il 30 dicembre è il giorno clou dei preparativi, in altre culture le cose si fanno in modo molto diverso. A Napoli, ad esempio, la tradizione vuole che il cenone si prepari proprio la sera del 31 dicembre, tra risate e abbuffate di lenticchie e cotechino. In Scozia, invece, si dà grande importanza al “first footing”, il primo ospite che entra in casa dopo la mezzanotte, portando fortuna. Insomma, ovunque si celebri, il tema è lo stesso: concludere l’anno vecchio con gioia e accogliere quello nuovo con speranza.

Un pizzico di ironia: prepararsi è un’arte

Preparare la casa, cucinare piatti perfetti, fare gare di soba e aspettare le campane… non è da tutti! Ma forse proprio questa frenesia e questo mix di rituali, superstizione e divertimento rendono Ōmisoka un momento speciale. È un promemoria gentile: il nuovo anno è più dolce se lo si aspetta con energia, sorriso e un po’ di ironia.

E allora, mentre il 30 dicembre scorre lentamente tra scopa, pentole fumanti e risate, possiamo imparare dal Giappone una lezione semplice: prepararsi con cura e gioia è già un regalo per l’anno che verrà.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI