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C’è un periodo dell’anno in cui il tempo sembra perdere interesse per la puntualità. Le ore si allungano, le agende si svuotano, i ritmi rallentano. È il momento dei Slow Days, letteralmente i “giorni lenti”, quel tratto di calendario sospeso tra il 26 dicembre e il 31 dicembre in cui nessuno sa più che giorno sia, ma tutti sanno che è bellissimo così.

Non sono una festa ufficiale, non compaiono nei calendari, non prevedono rituali codificati. Eppure, in tutto il mondo, questi giorni vengono vissuti come una celebrazione collettiva del dolce far niente. Una sorta di “capodanno anticipato” dell’anima.

🗺️Come il mondo vive i suoi Slow Days

🗾Giappone – Dimenticare l’anno, letteralmente

In Giappone, gli Slow Days iniziano già con i bonenkai, le feste “per dimenticare l’anno”. L’obiettivo è lasciarsi alle spalle tutto ciò che non è andato come previsto. Una filosofia zen… con un tasso alcolico non sempre zen.

🌍Islanda – L’inondazione di libri

Gli islandesi hanno inventato la Jólabókaflóð, la “inondazione di libri”: si regalano libri la Vigilia e poi passano gli Slow Days a leggerli sotto coperte infinite, con cioccolata calda a volontà. Un paradiso per chi sogna di recuperare la pila di letture arretrate.

🌎Messico – Dal caos alla calma

Dopo le vivacissime posadas pre-natalizie, il Messico entra in modalità relax: si mangia, si chiacchiera, si dorme. E si ripete. Gli Slow Days sono un ritorno alla lentezza dopo giorni di festa esplosiva.

🌍Finlandia – Sauna, neve e silenzio

I finlandesi affrontano gli Slow Days con la loro arma segreta: la sauna. Ore di calore, silenzio e contemplazione, seguite da tuffi nella neve. Per loro è rigenerante; per molti di noi, un atto di coraggio.

🌎Stati Uniti – Il limbo post-Christmas

Negli USA, gli Slow Days sono chiamati “Holiday Limbo”: un limbo in cui si vive in pigiama, si guardano sport, si mangiano avanzi e si restituiscono regali indesiderati. Una tradizione non dichiarata, ma molto praticata.

💚🤍❤️E in Italia? Altroché se si festeggia

Gli italiani non hanno un nome ufficiale per questo periodo, ma lo vivono con una maestria tutta loro. Potremmo tradurre “Slow Days” come “giorni lenti”, “giorni sospesi” o, più colloquialmente, “la settimana morta”. Ma il concetto è chiarissimo: si rallenta, si ride, si mangia, si vive.

🍝 1. Il trionfo degli avanzi

Gli Slow Days italiani sono un festival gastronomico permanente: cappelletti, lasagne, panettone, pandoro, cartellate, struffoli. La frase più comune è: “Mangiamo qualcosa di leggero?” seguita da un piatto di tortellini in brodo e una fetta di pandoro “per non lasciarlo lì”.

🛋️ 2. Il divano come luogo sacro

Film di Natale, partite, chiacchiere infinite, sonnellini strategici. Il divano diventa un tempio nazionale. E nessuno osa disturbare.

🎲 3. Tombola & co.

Gli Slow Days sono il momento in cui anche i più pacifici diventano competitivi. Tombola, mercante in fiera, carte. Le nonne vincono sempre, e nessuno ha mai capito come.

🚶‍♂️ 4. Le passeggiate “digestive”

Dopo pranzi interminabili, gli italiani si concedono la famosa passeggiata digestiva. Che, in realtà, è un pretesto per incontrare amici, commentare i regali e comprare un altro dolcetto.

5. L’attesa del Capodanno

Gli Slow Days culminano nella preparazione del cenone di San Silvestro. Si discute del menù, si litiga sul numero di antipasti, si compra troppo cibo. È tradizione, e guai a toccarla.

🎉 Perché gli Slow Days ci piacciono così tanto

Perché sono un lusso: un tempo sospeso in cui tutto rallenta, le aspettative si abbassano e ci si concede il diritto di non fare nulla. O di fare tutto ciò che normalmente non si ha tempo di fare: leggere, cucinare, dormire, guardare film, stare con le persone che contano.

Sono giorni che profumano di casa, di risate, di leggerezza. E, soprattutto, di libertà.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI