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Clorinda Di Natale, Clory, Love-story, Proposta di matrimonio, Proposta originale, Racconti d'amore, Storia d'amore
Lucia ha conosciuto Marco dal veterinario. Lei era lì per la vaccinazione del suo cane, lui per il suo gatto raffreddato. Scambiarono solo poche parole, ma entrambi rimasero colpiti da quell’incontro. Lucia era rimasta colpita dalla voce di Marco. Era una di quelle voci che, sentendole alla radio, ti viene da immaginare il proprietario come un bell’uomo e poi, quando lo vedi, scopri che il suo aspetto non ha nulla a che vedere con la voce. Lei non aveva mai fatto caso all’aspetto della gente. Per Lucia le persone erano voci e sensazioni che queste le trasmettevano. La voce di Marco le ispirava fiducia, sicurezza. Il suo modo di parlare scandendo chiaramente ogni parola le dava l’impressione che fosse una persona tranquilla. Il tono con cui aveva parlato ad Artù (il suo cane) era gentile. Marco era rimasto colpito dal modo di muoversi con sicurezza di Lucia, oltre che dalla sua folta cascata di riccioli biondi. I due s’incontrarono di nuovo quando lei portò Artù a fare la passeggiata giornaliera nel parco. Marco fece in modo di essere al parco ogni giorno quando scoprì che Lucia ed Artù ci andavano abitualmente. Lui era curioso di scoprire come fosse il mondo per quella ragazza. Stava per laurearsi ed aveva deciso di sviluppare la sua tesi su quell’argomento. Il ragazzo era affascinato dal modo in cui lei riusciva a fargli capire il suo modo di vedere il mondo. Lei aveva scoperto che la voce di lui le suscitava sensazioni nuove.
Un giorno lui le chiese se non fosse curiosa di vedere i volti di alcune persone e lei gli sorrise e, per tutta risposta, gli porse le mani e gli chiese. “Sarei curiosa di vedere il tuo viso. Devi solo prendere le mie mani e metterle sul tuo volto.” Marco fece come le aveva chiesto la ragazza e lei cominciò a seguire con le dita i lineamenti del viso di lui. Quando ebbe esplorato il viso del ragazzo sorrise con esitazione e gli disse che era bellissimo. Lui prese di nuovo le mani di Lucia e le chiese se poteva anche lui provare a vederla come lei vedeva lui. Lei era confusa. Nessuno le aveva mai fatto quella richiesta. Si portò le mani del giovane sul viso. Lui chiuse gli occhi e imitò la ragazza cercando di imprimere nella sua mente il ricordo di ciò che vedevano le sue mani. In quel momento i due capirono di provare qualcosa l’uno per l’altra. Non avevano bisogno di dirsi nulla. Era un susseguirsi di sensazioni che li portava verso una sola consapevolezza: non potevano esistere l’uno senza l’altro. Marco chiese a Lucia di permettergli di essere i suoi occhi e chiese a lei di insegnargli a guardare il mondo con le sensazioni. Lucia non gli rispose, ma il suo sorriso valeva più di mille parole. È passato del tempo da quel giorno e Marco adesso vuol chiedere alla sua Lucia di diventare sua moglie in un modo particolare. Ha chiesto ai genitori della ragazza di poterle fare una sorpresa. Ha spiegato loro cosa vuol fare e i due sono stati felici di assecondare la sua richiesta. Così, il mattino del compleanno di Lucia, la ragazza si sveglia solleticata dall’aroma del caffè. Stranamente, però, lo sente più intensamente rispetto alle altre mattine. Ha la sensazione che quel caffè sia lì, nella sua stanza. Sente anche una strana sensazione: nella stanza c’è qualcuno. Si mette a sedere sul letto e chiede esitante chi c’è in camera sua. Ecco che le risponde una voce familiare: “Buon giorno!” Lucia è confusa. Cosa ci fa Marco in camera sua? Sorride e glielo chiede. Lui aspetta un secondo prima di rispondere e lei capisce che è agitato. Il suo” buon giorno” le è sembrato allegro, dunque non può essere successo nulla di brutto. Allora?! Marco si decide a parlare: “Ricordi quando mi hai detto che ti piace associare ogni cosa ad un profumo? L’aroma del caffè è l’odore di un giorno che comincia. C’è un profumo che voglio farti sentire perché tu capisca perché sono qui. Eccolo qui!” Lucia sente un suono metallico. Nella stanza si diffonde un invitante profumo di pane e cornetti caldi misto a vaniglia. Quel profumo misto all’aroma del caffè alla ragazza dà la sensazione della famiglia. Marco le prende le mani, le unisce a coppa, ci mette nei palmi una manciata di confetti e le lascia. Lucia si porta le mani al viso ed annusa per essere sicura di aver capito bene. Non riesce a dire niente. Riesce solo a sorridere. Marco le prende le mani e si siede sul letto: “Lucia ti sto chiedendo di diventare la mia famiglia. Vuoi sposarmi?” Artù abbaia percependo l’emozione del momento. Lucia fa un respiro profondo cacciando indietro le lacrime, sorride e, con la voce che le trema per l’emozione, risponde: “Sei proprio sicuro di voler sposare una ragazza non vedente?
Guarda che non è facile avere a che fare con un tipetto come me.” Nessuna risposta. Soltanto la sensazione di qualcosa di molto vicino. Sente le labbra di lui che sfiorano le sue e le chiedono un bacio. Lei glielo concede e gli circonda il collo con le braccia. Se dovessi descrivere la sensazione provata da Lucia e Marco in quel momento, un fuoco d’artificio renderebbe perfettamente l’idea a noi che abbiamo la possibilità di vedere il mondo. Se dovessi descrivere un fuoco d’artificio ad una persona non vedente sceglierei di usare la sensazione che si prova quando si è felici: quella stessa sensazione che nasce dal bacio che suggella la richiesta fatta da Marco a Lucia.
Autore: Clorinda Di Natale