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L’eleganza silenziosa del lusso italiano
Agnona è un marchio italiano di moda di lusso, noto principalmente per i suoi capi in cashmere e per l’abbigliamento femminile elegante e raffinato. Fondata nel piccolo comune di Agnona, in Piemonte, l’azienda ha costruito la sua reputazione sulla qualità dei tessuti, l’artigianalità e l’eleganza senza tempo dei suoi capi (
attualmente abbandonato).
Le origini: da tessitura a icona del prêt-à-porter
Fondata nel 1953 da Francesco Ilorini Mo, Agnona nasce come azienda tessile specializzata nella produzione di tessuti pregiati per le maison più prestigiose del mondo, tra cui Dior, Balenciaga e Givenchy. Il marchio prende il nome da una località vicino a Borgosesia, in Piemonte, dove ha sede storica. La sua vocazione iniziale era quella di fornire cashmere, alpaca, vicuña e altri filati nobili, diventando rapidamente sinonimo di eccellenza tessile.
Negli anni, Agnona evolve da fornitore a protagonista del mondo della moda, lanciando una propria linea di abbigliamento femminile. Il passaggio da tessitura a maison di moda è segnato da un’estetica sobria, sofisticata e profondamente radicata nella tradizione artigianale italiana.
La divisione abbigliamento, di cui fa parte anche l’home wear, viene inaugurata negli anni 70 con collezioni prêt-à-porter, maglieria e casa. La linea accessori include sciarpe, cravatte e scialli, mentre per l’abbigliamento Agnona produce diversi capi, tra cui giacche, cappotti, gonne e abiti.
Ai vertici di Agnona si sono succeduti nel tempo diversi manager, tra cui Roberto Jorio Fili, poi passato a Calvin Klein.
Verso la fine degli anni ‘90 Agnona viene distribuita presso la propria rete di negozi monomarca e presso centri commerciali,come Neiman Marcus, Bergdorf Goodman, Saks Fifth Avenue e Barneys New York negli Stati Uniti. In quegli anni la maison apre sia boutique di proprietà a Milano sia negozi in franchise a Osaka e Tokyo, a cui segue nel 1997 la prima apertura a New York City. (wikipedia.org)
Nel 1999 l’azienda viene acquisita da Ermenegildo Zegna che dà nuovo impulso ed espande la linea di maglieria. 2001 Mario Giraudi viene nominato amministratore delegato. Nel 2004 i capi Agnona vengono messi in vendita anche presso le boutique Zegna. In quegli anni direttore creativo è Daniela Cattaneo, mentre nel 2006 è Gunn Johansson a occuparsi, in qualità di designer, della linea donna. Apporti positivi giungono anche da parte di Domenico De Sole, presidente di Gucci, e di Tord von Dryssen, amministratore delegato di Agnona. Dal 2012 al 2015 Stefano Pilati viene nominato direttore creativo del marchio ed espande la collezione di accessori con la creazione della linea Cara Bag. È del maggio 2014 la nomina ad amministratore delegato di Alessandra Carra. Dal 2020 la direzione creativa passa a Stefano Aimone che porta avanti l’offerta con le collezioni Donna, Uomo, Bambino e Casa.
Lo stile Agnona: minimalismo sensoriale
Il DNA stilistico di Agnona è fatto di eleganza discreta, materiali impalpabili e tagli impeccabili. Non è mai stato un marchio urlato, ma ha sempre parlato a una clientela raffinata, che predilige la qualità alla quantità, il dettaglio alla decorazione.
✨ Elementi distintivi:
- Palette neutre e naturali: beige, grigi, avorio, verde salvia.
- Materiali nobili: cashmere, seta, lino, alpaca, vicuña.
- Tagli fluidi e architettonici: abiti che accarezzano il corpo senza costringerlo.
- Assenza di loghi: il lusso è nella mano del tessuto, non nel marchio visibile.
👗 Capi iconici:
- Il cappotto in cashmere double-face, cucito a mano, è il manifesto della maison.
- Le maglie in seta e lana, leggere come una seconda pelle.
- I tailleur destrutturati, che fondono rigore e morbidezza.
- Le stole in vicuña, tra gli accessori più preziosi al mondo.
La direzione creativa: da stilista a custodi del marchio
Agnona non è legata a una singola stilista iconica come Chanel o Versace, ma ha visto nel tempo diverse figure creative contribuire alla sua evoluzione.
| Nome | Periodo di attività | Note principali |
|---|---|---|
| Francesco Ilorini Mo | 1953 – anni ’80 | Fondatore del marchio, inizialmente focalizzato sulla produzione tessile. |
| Alberto Ilorini Mo | Anni ’80 – 1999 | Figlio del fondatore, ha guidato l’espansione verso l’abbigliamento di lusso. |
| Stefano Pilati (ex Yves Saint Laurent e Zegna) | 2013 – 2015 | Ex YSL, ha introdotto una visione più concettuale e moderna. |
| Simon Holloway | 2015 – 2020 ca. | Ha raffinato lo stile sartoriale e femminile, ispirandosi agli archivi storici. |
| Stefano Aimone | Dal 2020 – oggi | CEO e direttore creativo attuale, ha acquisito il marchio e ne guida la rinascita. |
Vita privata e filosofia del fondatore
Francesco Ilorini Mo, il fondatore, era un imprenditore riservato e visionario. La sua passione per la qualità e la discrezione ha permeato ogni aspetto del brand. Non amava le luci della ribalta, ma preferiva lasciare che fossero i tessuti a parlare. La sua eredità è oggi custodita non da una figura familiare, ma da un team di designer e manager che ne rispettano la visione originaria.
1 giugno 1915. È un giorno di tarda primavera quando Francesco Ilorini Mo viene al mondo ad Arola, un villaggio sulle rive del Lago d’Orta. Suo padre lavora presso la centrale elettrica locale mentre sua madre proviene da una famiglia di contadini. Con un talento per il disegno e un innato senso estetico, Francesco cresce ai piedi delle aspre Alpi italiane in un agriturismo circondato da boschi fiorenti e gesti semplici. È un osservatore astuto, un bambino sensibile e fantasioso che stabilisce immediatamente una profonda connessione con la natura e le sue creature. A coloro che si informano sul suo rapporto emotivo con i tessuti nel corso della sua intera carriera, si diverte a raccontare la storia della sua infanzia sulle sue famose galline e sui loro “pannolini:” per evitare che le loro uova rotolino lungo i pendii dell’aia, Francesco ha realizzato morbide buste da indossare e, naturalmente, le borse si abbinavano perfettamente alle loro piume.
Francesco è, come si suol dire, un prodigio. Inizia a lavorare presso l’azienda tessile locale Sesia Valley e diventa il capo designer in un batter d’occhio. Modesto nei modi, instancabile nella dedizione, e pieno di idee dirompenti, si guadagna la reputazione di visionario creativo. Ma è anche spinto dal forte desiderio di avviare un proprio mulino…. Grazie al suo libero pensiero e alla sua fervida immaginazione, arriva all’attenzione di due grandi industriali della regione, che decidono di sostenere la sua visione. Nel 1953 nasce Lanerie Agnona; il nome è un omaggio al piccolo paese … E visitando i suoi angoli nascosti, dalla Tasmania al Perù, e dalla Mongolia alla Cina, acquista le fibre naturali più pregiate, tra cui vigogna, cashmere e alpaca. Li porta nel suo mulino di Agnona e crea i tessuti più innovativi e squisiti. Francesco e la sua valigia, traboccante di stoffe, sono una cosa sola. Avvolto nel suo iconico cappotto di alpaca bianco, che indossa tutto l’anno, l’alchimista dei tessuti arriva nella città di Paris… (agnona.com)
Francesco Ilorini Mo è mancato nel giugno del 2002. Francesco era sposato con Lorenza De Marchi, donna riservata e molto stimata nella comunità di Borgosesia. La coppia ha avuto tre figli: Federica, Alberto e Massimo. Lorenza è rimasta accanto al marito per tutta la vita, condividendo con lui la passione per la montagna e per la bellezza sobria che ha ispirato anche l’estetica del marchio. Dopo la scomparsa di Francesco, Lorenza ha continuato a vivere nella storica Villa Agnona, dimora ottocentesca restaurata negli anni ’50 e simbolo dell’eleganza valsesiana. È venuta a mancare nel 2014.
Una figura molto vicina alla famiglia è stata Riccarda Ferraris, segretaria personale di Francesco dal 1976 fino alla sua morte. Riccarda ha raccontato con affetto e ammirazione l’umanità e la visione del fondatore, descrivendo il lavoro come una vera esperienza di vita.
Il figlio di Francesco Ilorini Mo, Alberto Ilorini, ha avuto un ruolo centrale nella storia di Agnona. Dopo la fondazione dell’azienda da parte del padre nel 1953, Alberto ha assunto la guida del marchio negli anni successivi, diventando presidente e contribuendo all’espansione e alla trasformazione dell’impresa da lanificio a casa di moda. Degli altri figli di Francesco — Federica e Massimo — non risultano ruoli pubblici o aziendali documentati legati direttamente alla gestione di Agnona.
Da bambino, Francesco viveva in una cascina sulle colline del Lago d’Orta. Per evitare che le uova delle sue galline rotolassero giù per il pendio del cortile, inventò dei piccoli sacchetti di stoffa — una sorta di “pannolini” — che le galline indossavano per raccogliere le uova. Ma non si trattava di semplici sacchetti: li cuciva in modo che si abbinassero perfettamente al colore delle piume di ciascun animale. Un gesto tenero e geniale che già rivelava il suo senso estetico e la cura per i dettagli.
Questo spirito giocoso e attento si rifletteva anche nella vita familiare. La moglie Lorenza De Marchi raccontava spesso come Francesco, pur immerso nel lavoro, trovasse sempre il tempo per passeggiate in montagna con i figli, insegnando loro il valore della fatica e della bellezza silenziosa. La montagna era per lui una metafora della vita:
Da soli non si arriva in vetta
diceva spesso, sottolineando l’importanza della collaborazione e della fiducia reciproca — valori che ha trasmesso anche ai suoi collaboratori e alla sua famiglia.
L’eredità oggi: chi porta avanti il nome
Il nome Agnona nel 1999 è stata acquisita dal Gruppo Zegna e successivamente, nel dicembre 2020, da Stefano Aimone, che ha integrato il marchio nella sua strategia di espansione del lusso. Non c’è un’erede diretta del fondatore, ma la filosofia del brand vive attraverso le collezioni stagionali, le collaborazioni artistiche e l’impegno per la sostenibilità.
🌱 Sostenibilità e innovazione:
Agnona è tra i marchi che investono nella tracciabilità dei materiali, nella produzione responsabile e nella valorizzazione delle filiere locali. Il cashmere utilizzato proviene da allevamenti certificati, e la produzione è ancora in gran parte artigianale.
In un mondo dove il lusso spesso si confonde con l’ostentazione, Agnona continua a rappresentare una forma di bellezza silenziosa, fatta di gesti misurati e scelte consapevoli. È il marchio di chi non ha bisogno di dimostrare nulla, perché ha già tutto: qualità, storia e anima.
aggiornato al 15 settembre 2025
Autore: Lynda Di Natale Fonte: agnona.com, web Immagine: AI