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Mario Vigolo è stato un illustratore e disegnatore italiano, noto soprattutto per il suo lavoro nel campo dell’illustrazione pubblicitaria, editoriale e della moda. La sua carriera si caratterizzò per uno stile elegante e raffinato, con un tratto capace di coniugare precisione e creatività.

Nel panorama della moda e dell’arte italiana del Novecento, il nome di Mario Vigolo resta legato a un’epoca in cui il disegno, l’illustrazione e la ricerca estetica si intrecciavano con il nascente concetto di stile moderno. Illustratore e disegnatore raffinato, Vigolo riuscì a unire la sensibilità artistica tipica della sua generazione con un occhio sempre attento alle evoluzioni del gusto, facendosi strada in un’Italia che muoveva i primi passi verso la moda come settore culturale e industriale.


Gli inizi e la formazione

Nato nel 1899, in un’Italia ancora profondamente legata alla tradizione sartoriale artigianale, Vigolo dimostrò sin da giovanissimo una forte inclinazione per il disegno e la rappresentazione figurativa. Dopo studi artistici improntati alle tecniche del disegno dal vero e della pittura, iniziò a collaborare come illustratore freelance per riviste di costume e pubblicazioni grafiche. Negli anni Venti, periodo in cui Parigi dettava legge in fatto di moda, Vigolo si avvicinò sempre più al mondo dell’illustrazione di moda, trovando in questo settore la perfetta fusione tra la sua passione per l’arte e la curiosità per le nuove tendenze femminili e maschili.

Dopo l’Accademia di Belle Arti comincia subito a disegnare abiti e tessuti di moda. È uno degli illustratori ufficiali invitati a Parigi per la diffusione e l’importazione della moda francese in Italia. Collabora con numerose case d’alta moda. La rivista che si avvale maggiormente delle sue illustrazioni è Costume.

L’attività professionale

La carriera di Mario Vigolo fiorì tra gli anni Trenta e Cinquanta, decenni in cui l’Italia iniziava a costruire una propria identità stilistica autonoma. Le sue illustrazioni apparvero sulle più note riviste di costume e moda, sia italiane che internazionali, distinguendosi per l’eleganza delle linee e la capacità di cogliere il movimento del tessuto, l’atteggiamento della modella e la raffinatezza del dettaglio.
Vigolo non era un semplice disegnatore di abiti: nelle sue tavole emergeva una concezione quasi teatrale della moda, con figure slanciate, pose dinamiche e un’attenzione particolare alla resa delle texture e dei colori.

Negli anni del dopoguerra, quando la moda italiana si affacciava al mondo grazie a figure come Giovanni Battista Giorgini e le prime sfilate di Firenze, Vigolo fu tra gli illustratori chiamati a raccontare visivamente lo spirito di quel rinnovamento. Molti atelier e case di moda si rivolsero a lui per realizzare bozzetti, figurini e illustrazioni che trasformavano un capo in un’immagine desiderabile e aspirazionale.

Lo stile

Il tratto distintivo di Mario Vigolo risiedeva nella sua capacità di unire precisione tecnica ed eleganza poetica. Le sue figure erano longilinee, raffinate, quasi sospese in un’aura di glamour senza tempo.
I colori, usati con misura ma con grande intensità, servivano a valorizzare la caduta delle sete, la lucentezza dei broccati, la leggerezza degli chiffon. Iconici erano i suoi disegni di abiti da sera dalle gonne ampie, spesso impreziosite da dettagli floreali, e i tailleur sartoriali femminili che restituivano l’immagine di una donna moderna, sicura e indipendente.

Anche negli abiti maschili, Vigolo seppe esprimere eleganza e rigore: completi dal taglio impeccabile, cappotti dal colletto ampio, accessori come cappelli e bastoni che diventavano segni di status. Le sue illustrazioni non erano mai statiche, ma sembravano catturare un frammento di vita quotidiana, come se i personaggi fossero colti nel momento stesso in cui l’eleganza si manifestava.


La vita privata

Riservato e lontano dai clamori, Mario Vigolo condusse una vita privata segnata da una grande dedizione alla famiglia e all’arte. Visse a lungo tra Milano e Roma, città che gli offrirono l’ambiente più fertile per le sue collaborazioni professionali. La sua casa era un luogo colmo di schizzi, bozzetti e quaderni di appunti, testimonianza di una creatività incessante. Pur non amando molto le apparizioni pubbliche, seppe circondarsi di un ristretto gruppo di colleghi, artisti e stilisti con i quali intratteneva un vivace scambio di idee.


L’eredità

Alla sua morte, nel 1978, il nome di Mario Vigolo rischiò per qualche tempo di essere oscurato dalla progressiva ascesa della fotografia di moda, che aveva ormai sostituito l’illustrazione nelle riviste. Tuttavia, la sua opera ha conosciuto negli ultimi decenni una riscoperta, soprattutto da parte di collezionisti, archivi e istituti di moda che riconoscono nei suoi disegni non solo un valore estetico, ma anche documentario.

Oggi, parte del suo archivio è custodito da familiari e appassionati, mentre alcune tavole compaiono in mostre dedicate all’evoluzione dell’illustrazione di moda italiana. A portare avanti la memoria del suo nome sono soprattutto le scuole di moda e design che utilizzano le sue opere come esempio di equilibrio stilistico e come testimonianza del passaggio dalla sartoria tradizionale all’industria della moda moderna.

L’attualità del suo nome

In particolare, alcune iniziative culturali legate al mondo del fashion design hanno riportato in luce il lavoro di Vigolo, includendolo tra i maestri dell’illustrazione insieme a Brunetta, René Gruau e altri grandi interpreti del Novecento. Non esiste una vera e propria maison che porti avanti la sua eredità sotto forma di brand, ma il suo nome continua a vivere grazie a mostre, pubblicazioni e archivi che ne custodiscono lo stile unico.
Giovani illustratori e stilisti contemporanei riconoscono in Mario Vigolo un precursore: un artista capace di dimostrare come il disegno non fosse solo uno strumento tecnico, ma un linguaggio poetico in grado di raccontare l’eleganza e lo spirito del suo tempo.


In Conclusione: Mario Vigolo …
… rimane oggi una figura cardine per comprendere l’evoluzione della moda italiana del Novecento. Le sue illustrazioni, ricche di grazia e precisione, hanno fissato nell’immaginario collettivo l’idea di un’eleganza senza tempo, contribuendo a costruire le basi di quella raffinata identità stilistica che ancora oggi contraddistingue l’Italia nel mondo.

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI