La Repubblica del Tagikistan, ex-Repubblica Socialista Sovietica del Tagikistan, è uno stato dell’Asia centrale, dove la stragrande maggioranza della popolazione è di etnia tagika e la religione è musulmana sunnita, sebbene esistano delle minoranze ismailite e jafarite-sciite.

I tagiki sono uno dei popoli più antichi del mondo, e appartengono al ceppo indoeuropeo e iranico.  Le famiglie che abbracciano diverse generazioni vivono insieme sotto lo stesso tetto, conducendo insieme le aziende agricole e le imprese.

Costruire una famiglia attraverso il matrimonio, santificato da una cerimonia religiosa, è considerato uno degli aspetti più sacri della vita dei tagiki. Spesso un sensale di matrimoni (intermediario) è coinvolto nella scelta di una sposa; scelte che spesso avvengono quando la futura sposa è ancora in culla*.

La cerimonia di nozze, o “tui”, inizia con il fidanzamento e gli accordi conclusi con gli anziani della famiglia, mentre il matrimonio tagiko in sè, dura sette giorni, accompagnato da musica, danze e la recita di poesie. Il primo giorno della cerimonia, la sposa e lo sposo proclamano il loro matrimonio e presiedono a banchetti separati con le loro famiglie, che durano per tre giorni. Nel primo giorno, ogni invitato dona alla sposa una tazza di farina come segno di un matrimonio felice.

Il quinto giorno, lo sposo, accompagnato da amici e parenti, si reca a casa della sua sposa, ma prima di entrare dalla porta, lo sposo salta il piccolo rogo di paglia di lino, simbolo di pulizia. Una volta entrato in casa lo sposo aspetta dietro una tenda, al di là della quale la sposa, vestita di yashmak, inizia il rito d’addio a suo padre. Dopo, la sposa si reca a casa del futuro marito, con un corteo nuziale che, durante il tragitto da una casa all’altra, accende dei falò per illuminare la strada, utilizzati anche come scaccia-male. Arrivati alla casa dei suoceri, la sposa, deve saltare su del fuoco prima di entrare in casa.

Ora gli sposi si impegnano con un imam, dopodiché bevono una tazza di acqua e mangiano un po’ di carne, la torta e il sale; in questo modo il matrimonio viene suggellato e da questo momento in poi gli sposi hanno il permesso di stare insieme. A questo punto la grande festa ha inizio: la gente canta e balla fino a mezzanotte. Gli sposi in groppa ad un cavallo, compiono un giro intorno alla casa dello sposo.

Il sesto giorno la sposa, accompagnata dai suoi familiari, si reca alla casa dello sposo per trascorrere la loro prima notte, segnando così la fine dei festeggiamenti per il matrimonio. Un rappresentante della sposa porta un vassoio di ferro pieno di erbe che bruciano come auspicio contro malattie e malocchio. La mattina successiva la suocera si accerta della purezza della sposa.

Il periodo di luna di miele, invece, dura 40 giorni, trascorsi sotto lo stesso tetto dei genitori del marito, così si dà inizio alla vita coniugale.

Il terzo giorno dopo il matrimonio, lo sposo si reca in visita a casa dei suoceri, visita chiamata “domod Salom” – “bow figlio-inlaw”.

La coperta nuziale, chiamata suzane, è un regalo obbligatorio per un matrimonio. Secondo le tradizioni Tagiki, questo copriletto è un salvaguardia dagli spiriti cattivi e da ogni forma di male. Non è un copriletto qualsiasi, ma ha delle precise regole di realizzazione: il tessuto utilizzato deve essere esclusivamente di cotone bianco, l’unico tessuto considerato puro e favorito da Allah. Fatta eccezione per i modelli particolari creati da operai specializzati che utilizzano tecniche per aumentare le proprietà magiche della coperta. Prima del matrimonio, al fine di completare la preparazione della coperta, i vicini della sposa e i parenti, si riuniscono nella casa della sposa e leggono il Corano. Il lavoro della stessa coperta deve essere avviato da una madre con molti bambini. La “suzane” deve contenere nella lavorazione un piccolo difetto di realizzazione, in modo tale che il “malocchio”  possa inciampare sul difetto e non arrivi alla felicità della coppia appena sposata.

*I bambini possono essere “promessi” in tenera età, o una figlia può sposare il figlio di suo zio (cugino). Un matrimonio tra i figli di fratelli (cugini) è considerato economicamente svantaggioso per le famiglie, ma, anche se illegale, la poliginia è molto comune. Questi matrimoni non vengono registrati ufficialmente, ma  rappresentano il venti per cento di tutti i matrimoni. Dopo 23 anni, una giovane donna è considerata “invendibile” per il matrimonio, se non come una seconda moglie.

Il divorzio è raro e la prima moglie di solito non lascia il marito quando sposa una seconda moglie. Il matrimonio con un non musulmano è disapprovato.

Tradizionalmente il figlio più giovane, con la moglie e i figli, rimane con i suoi genitori. Il capo della casa è il padre anziano o il patriarca della famiglia e la madre ha autorità sulla nuora. Poichè si assume la responsabilità per i suoi genitori nella loro vecchiaia, il figlio più giovane è tradizionalmente l’erede di proprietà di famiglia. I genitori cercheranno di fornire una casa per ciascuno dei loro figli per migliorare le loro prospettive di sposare donne di una classe economica più elevata. Gli effetti personali della madre vanno alla moglie del figlio più giovane.

Il periodo della gravidanza di una futura madre e i primi 40 giorni (Chilla) di un bambino sono accompagnati da numerose cerimonie e rituali.

Un neonato non può essere mostrato fino a 40 giorni dopo la nascita per non sottoporlo a infezioni, ma dopo questo periodo viene mostrato attraverso una festa-cerimonia. Cerimonia che include un rito per la neo-mamma che è diventata donna, in quanto non è considerata tale fino a quando non dà alla luce un bambino.

La madre educa i bambini secondo le tradizioni della sua cultura. Alle femminucce viene insegnato come cucinare, pulire e cucire. Un figlio deve prepararsi a prendersi cura dei suoi genitori durante la vecchiaia, deve imparare il lavoro nei campi e provvedere alla famiglia.

L’educazione di un figlio è una priorità e i genitori formano ed educano le loro figlie per essere delle perfette candidate al matrimonio.

I piatti tradizionali tagiki vanno dai piatti dolci, come halwa e tè, fino ad arrivare a zuppe e carni, prima di finire con il pilaf.

Il piatto nazionale tagika è il pulao kabuli, un piatto di riso con rapa grattugiata o carote, carne e olio d’oliva o colature. Tutti questi piatti sono preparati durante le giornate del matrimonio, anche se per i tagiki ogni pasto è una cerimonia, infatti i tagiki trattano il cibo con grande rispetto, soprattutto il pane, che è considerato sacro.

Il pane non deve essere gettato o lasciato cadere sul pavimento, dovrebbe sempre essere impostato con cura in posizione verticale e rotto con attenzione, mai tagliato con un coltello.

Autore: Linda Di Natale