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Daniel e Shyla, per iniziare bene la giornata, uscivano ad aspettare l’alba nel parco quasi deserto. Quando si prospettavano dei giorni difficili, come quello che era appena cominciato, lui si portava dietro il suo violino e suonava nel silenzio. Shyla di solito sembrava apprezzare, mentre quel mattino interruppe la concentrazione di Daniel che smise di suonare guardandola con disappunto. Lei, sostenendo il suo sguardo, si spostò di qualche passo. Il giovane si accorse solo in quel momento della presenza di una ragazza che indossava una felpa con cappuccio dal quale si intravedevano solo i suoi occhi pieni di lacrime.violino_perfettamente_chic_ragazzo

Il giovane scambiò un’occhiata d’intesa con la sua amica a quattro zampe, indicò la panchina alla nuova arrivata e ripose il violino per poi sedersi accanto a lei. Non era la prima volta che la vedeva e sapeva che aveva bisogno di tirare fuori un grande dolore.

Anna accettò in silenzio l’invito a sedersi e il pacchetto di fazzoletti offertole dal violinista. Dopo aver asciugato gli occhi cominciò a parlare: “Scusa se ho interrotto la tua musica e piango come una sciocca.” Daniel scosse il capo: “Le tue lacrime sono gocce d’emozioni. Parlano di te, della tua sensibilità, del tuo bisogno di liberarti di un peso. Ti ho vista aggirarti nei dintorni del posto in cui lavoro. Perché non sei entrata? Parlare con noi non ti obbliga a denunciare. Sei tu a decidere di voler cambiare le cose. Prova a raccontarmi la tua storia. Non ti giudicherò e forse ti servirà a capire come agire.” Anna sospirò e, armeggiando nervosamente con le maniche della sua felpa, dopo un attimo di esitazione, cominciò a raccontare le tappe della sua storia con Sandro: da quando si erano incontrati per la prima volta a quando avevano scoperto di essere innamorati l’uno dall’altra; della sua emozionante proposta di matrimonio e di come si era sentita nel giorno delle nozze; delle attenzioni che lui le aveva riservato nei primi tempi della loro vita insieme e di come riusciva a farla sentire speciale. Daniel l’ascoltò in silenzio senza interromperla.ragazza_perfettamente_chic_felpa

Prima di passare alla parte più dolorosa del racconto, Anna si fermò, prese un gran respiro e tornò a parlare con voce tremante: “Ad un certo punto Sandro divenne freddo e scostante. Rientrava a casa nervoso ed era sempre più difficile dialogare con lui. Quando scoprii di essere incinta passai l’intero pomeriggio ad organizzare una cenetta romantica e mi feci bella per lui. Ero felice e sicura che Sandro avrebbe accolto con gioia la notizia della gravidanza. Gli diedi una scatola chiusa con un nastrino bianco ed aspettai che l’aprisse. Quando lo fece e vide le scarpette da neonato al suo interno lasciò cadere scatola e scarpe, mi guardò con una strana espressione sul viso e se ne andò sbattendo la porta. Rientrò a mezzanotte passata. Io mi ero addormentata sul divano. Era ubriaco e in uno stato tale che, intontita dal sonno, stentai a riconoscerlo. Gli chiesi dove era stato. Mi rispose che non era tenuto a darmi conto di dove andava e cosa faceva quando usciva di casa. Barcollava, così lo aiutai a raggiungere la camera da letto e a liberarsi di scarpe e vestiti. Lui mi afferrò per le braccia e cominciò a baciarmi con avidità. Nei suoi gesti e nei suoi modi non ritrovavo la dolcezza e le attenzioni d mio marito. Cominciai ad avere paura. Cercai i suoi occhi per ritrovare la tenerezza di Sandro ma distolsi subito lo sguardo. Erano pieni di rabbia. Lui deve aver percepito il mio terrore perché divenne una furia.” ragazza_perfettamente_chic_felpa_1Anna fu scossa dai singhiozzi e nascose il viso tra le mani. Poi si appoggiò allo schienale della panchina, tirò su col naso e riprese il racconto: “il mattino dopo, quando si alzò per andare a lavorare, mio marito sembrava essere tornato l’uomo affettuoso di sempre. Mi baciò con dolcezza, come se nulla fosse successo, ed uscì. Provai ad alzarmi per lavare via ogni traccia di quella notte ma mi resi conto che qualcosa non andava. Chiamai la mia amica Martina, le raccontai tutto e lei mi potrò in ospedale. Mi dissero che era in corso un aborto spontaneo e che dovevo restare lì, sotto osservazione. Rifiutai il ricovero e, mentre tornavamo a casa, Martina mi disse che dovevo denunciare l’accaduto. Sandro doveva curarsi prima che accadesse l’irreparabile. Le dissi che si sbagliava e che, forse, avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava: era successo per colpa mia. Ci credevo davvero. Lei mi guardò con affetto e rassegnazione e mi garantì che se avessi avuto bisogno di aiuto o solo di una spalla su cui piangere ci sarebbe sempre stata. Quando, quella sera, dissi a Sandro che avevo perso il bambino lui mi abbracciò e mi disse che stavamo bene anche solo noi due. Se era destino sarei rimasta di nuovo incinta. Ogni volta che gli parlo dell’opportunità di avere un figlio lui esce sbattendo la porta e quando rientra si ripete l’incubo di quella notte. Nonostante le dovute attenzioni, ho scoperto di essere di nuovo incinta. Ho provato più volte a recarmi presso una struttura medica per interrompere la gravidanza in modo sicuro ma, una volta giunta lì, mi manca il coraggio. Stamattina avevo deciso di tornare a provarci. Ho sentito la tua musica. Da piccola mi sarebbe piaciuto imparare a suonare uno strumento musicale. Mi sono ritrovata a pensare al mio bimbo, a chiedermi che volto avrà e tante altre cose a cui non avevo mai pensato. Mi sono scoperta, per la prima volta, a volerlo conoscere.” Tornò a piangere: “Che futuro avrebbe in questa situazione?”

Daniel sospirò e le mostrò la foto di un neonato: “Lui è Daniel. È nato più di vent’anni fa in una famiglia che gli avrebbe dato un futuro tranquillo ma un’infermiera lo portò via dalla sua culla. Venne affidato ad una donna che se ne prese cura per sei anni. Laura, viveva con un uomo che la teneva d’occhio affinché facesse tutto ciò che i mandanti del rapimento gli chiedevano. baby_perfettamente_chic_ospedaleLa donna, di nascosto, cercava di organizzare una fuga. Quando si accorse di essere stata scoperta affidò al piccolo una valigetta col materiale necessario per provare a risalire alle sue origini, gli chiese di tenerla sempre con se e di nascondersi in un armadio. Gli fece promettere che non sarebbe uscito per nessuna ragione finché non capiva che in casa non c’era più nessuno oltre loro. Lui rispettò la promessa e, quando uscì dal suo nascondiglio, trovò la donna in fin di vita. Prima di esalare l’ultimo respiro, Laura fece promettere al bimbo che sarebbe diventato un brav’uomo, avrebbe cercato la sua famiglia d’origine ed avrebbe fatto del bene al prossimo.” Proseguì dopo una breve pausa: “Sei una bella persona ed hai tanto amore da dare agli altri. Prenditi cura di te e della tua famiglia. Se tuo marito ti ama davvero, come dice da sobrio, prima o poi capirà le tue ragioni. Cerca il coraggio nella creatura che porti in grembo. Puoi farcela.” Si alzò e raccolse le sue cose per andare via. Anna osservava in silenzio la foto del neonato. Daniel attirò la sua attenzione: “Dovresti rendermela. Mi serve.” Anna gli diede la foto: “Posso sapere se lui è riuscito a ritrovare la sua famiglia?” Daniel sospirò: “Non lo so ancora ma se la sua storia ti sarà d’aiuto, lui avrà rispettato almeno una delle promesse fatte a Laura.” In quel momento furono illuminati dal primo raggio di sole. Anna si asciugò gli occhi e Daniel sperò che quella fosse l’alba di una nuova vita.

Autore: Clorinda Di Natale
Anno di pubblicazione: 2021
Foto e immagini: web
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