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Stone Island è un marchio italiano di abbigliamento fondato nel 1982 da Massimo Osti e dal dicembre 2020 di proprietà della Moncler. La sede operativa si trova nello stabilimento di Ravarino, in provincia di Modena. Lo stemma in panno ricamato caratterizza l’abbigliamento Stone Island, traspone la Rosa dei Venti alla maniera di uno stemma militare.
Innovatore nel campo dei tessuti, a cavallo degli anni ottanta, Massimo Osti ha segnato l’industria dell’abbigliamento anche con la creazione di numerosi marchi di successo come Stone Island.
Osti nacque come grafico pubblicitario ma già nei primi anni ’70 si affacciò nel mondo dell’abbigliamento disegnando una linea di magliette con stampe, servendosi di metodi allora usati solo per la stampa su carta. In seguito al successo di questa prima collezione di T-shirt, accettò la proposta di disegnare una collezione completa per uomo e diventare socio dell’azienda produttrice che, per volontà dello stesso Osti, venne chiamata Chester Perry, (in seguito C.P. Company) come quella in cui lavorava Bristow, il protagonista di un fumetto popolare in quegli anni pubblicato su Linus.
Nel 1981 alle linee CP Company e CP Company Baby si affiancò il nuovo marchio Boneville.
La continua ricerca su finissaggi e materiali portò, nel 1982, alla nascita della nuova linea Stone Island.
Nel 1983 Osti decide di dedicarsi esclusivamente al lato creativo dell’azienda e il Gruppo Finanziario Tessile di Torino sposa il progetto Stone Island. Sono gli anni dell’entrata in società di Carlo Rivetti.
E’ stato nel 1983 che ho conosciuto Massimo Osti, che un anno prima, in modo quasi casuale, aveva dato vita a Stone Island. Arrivò in azienda un tessuto speciale: una tela di un colore diverso per ciascun lato, utilizzata per realizzare i teloni dei camion. L’effetto era molto interessante ma c’entrava poco con lo stile. delle collezioni dell’azienda. Si decise di fare con quel tessuto, la Tela Stella, un’operazione particolare e creò una collezione di soli sette giacconi. Il richiamo al gusto militare era molto forte con il famoso badge ispirato proprio ai gradi e alle mostrine militari. La Rosa dei Venti simbolizza l’amore per il mare e per una ricerca costante. Il successo confermava che Stone Island non era solo interessante e vendibile, ma anche fedele al credo nell’abbigliamento informale. La collezione traeva origine dal mondo militare e del lavoro, affiancate da una ricerca tessile senza fine.
A partire dal 1987 l’impulso alla sperimentazione, in sinergia con importanti aziende tessili italiane, diede vita a materiali brevettati come il Rubber Flax e il Rubber Wool. La Ice Jacket vide la sua nascita quello stesso anno.
Avvalendosi di ricerche tecnologiche d’avanguardia Osti creò insieme all’azienda ITS questo nuovo tessuto in grado di cambiare colore al variare della temperatura.
Nel 1991, dopo avere inaugurato il negozio CP nello storico grattacielo Flatiron di New York, venne presentato per Stone Island un altro capo-icona, la Reflective Jacket, realizzata con un innovativo materiale nato dalla ricerca tecnologica giapponese, che ad un tessuto impermeabile associa un sottilissimo strato di microsfere di vetro, in grado di riflettere con sorprendente efficacia sorgenti luminose anche molto deboli.
Nel 1993 Carlo Rivetti subentra in azienda, chiamandola Sportswear Company. In quel periodo Osti lascia C.P. Company per passare esclusivamente a curare il marchio Stone Island fino al 1995.
Da una partnership con la ditta Allegri nacque nel 1993 il nuovo marchio Left Hand, anch’esso forte dell’uso di un materiale esclusivo, un “tessuto non tessuto”, realizzato con fibre di poliestere e poliammide pressate, che come il feltro consente il “taglio vivo”. Solo l’anno seguente Osti fondò la Massimo Osti Production.
Nel 1995 nacque la linea ST 95 e l’anno seguente iniziò la collaborazione con Superga. 1998 ebbe la luce una nuova azienda per la produzione e la distribuzione del marchio OM Project. Anche questa nuova linea d’abbigliamento venne pensata per essere realizzata con nuovi tessuti: l’Eletric-j, un materiale molto resistente ottenuto dalla trama di un filo di poliestere e uno di rame; il Cool Cotton realizzato combinando cotone e Coolmax, e il Mag Defender.
Tra gli ultimi lavori dello stilista ci fu la linea ICD, nata nel 2000 da una collaborazione con Levi’s, che presentava una vasta gamma di giubbotti dalle performance altamente tecniche.
Massimo Osti morì per un tumore il 6 giugno del 2005. Aveva due figli, un maschio e una femmina: quest’ultima è nata dalla relazione con Isabella Ferrari.
L’eredità dei suoi intensi 30 anni di lavoro sopravvive oggi in un archivio tessile, il Massimo Osti Archive sito a Bologna, composto da più di 50.000 campioni di tessuti, provenienti da circa 300 fornitori tessili e laboratori di finissaggi internazionali, e da 5.000 capi di abbigliamento.
Dopo la collaborazione con Paul Harvey, che ha curato 24 collezioni, Rivetti, da presidente e A.D. del gruppo, decide di gestire sul piano creativo il marchio con più persone da tutto il mondo, creando una vera e propria squadra (2008).
Quando a metà degli anni ’90 Massimo lasciò e le nostre strade si divisero, mi trovai con il difficile compito di trovare qualcuno che disegnasse Stone Island. Nel 1994 girando per i padiglioni di una fiera a Monaco di Baviera mi imbattei nel lavoro del designer Paul Harvey, un inglese che viveva in Italia, a Sant’Arcangelo di Romagna. Fui colto da una strana sensazione di familiarità che mi portò ad esclamare: “Ecco la Stone del 21° secolo!”. Nel 1996 con Paul demmo vita alla seconda stagione del nostro marchio. Paul ha disegnato 24 collezioni, sempre coerenti con quell’evoluzione e quella ricerca che da sempre contraddistinguono Stone Island.
Nei primi mesi del 2010, l’azienda Sportswear Company vende C.P. Company alla FGF di Enzo Fusco, nota per alcuni marchi, tra cui Sweet Years.
Nel luglio 2017 il fondo sovrano del Governo di Singapore, Temasek, entra in Stone Island rilevando il 30%.
A fine 2019 incontro Remo Ruffini, parliamo degli anni ’80, dei paninari, dei nostri inizi e dell’amore per le nostre aziende. Nasce subito una grande intesa. Non ci vediamo per mesi, ognuno di noi preso a far fronte alla crisi sociale, umanitaria e di business che ha rappresentato la pandemia. Ci risentiamo a Settembre 2020, e decidiamo in poco tempo di unire le nostre forze e visioni per affrontare uniti, e più forti, le sfide che ci aspettano. Stone Island e Moncler, hanno radici comuni, percorsi imprenditoriali simili e entrambi abbiamo il massimo rispetto sia per i valori profondi dei due brand che per le persone che lavorano con noi.
Inizia così un nuovo, grande, capitolo di Stone Island.
Nel dicembre 2020, Stone Island viene acquisita dalla Moncler. La famiglia Rivetti diventa socia nella holding di controllo con il 2,8%.
aggiornato al 14 maggio 2022
Autore: Lynda Di Natale Fonte: stoneisland.com, wikipedia.org, web