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Quando si parla di scarpe di lusso e di eleganza senza tempo, un nome emerge subito: Roger Vivier. Una vera icona della moda francese, nata dalla creatività di un uomo che ha trasformato le calzature in piccole opere d’arte da indossare. Fondato negli anni ’60 a Parigi, il brand unisce tradizione, artigianalità e innovazione, dando vita a modelli che hanno segnato la storia della moda e continuano a incantare appassionate in tutto il mondo.


Gli inizi di un genio creativo

Nato a Parigi il 13 novembre 1907, Roger Vivier – conosciuto come  il Fragonard della scarpa e il Fabergé delle calzature – (nome per esteso all’anagrafe Roger Henri Vivier) e orfano all’età di nove anni, si avvicinò inizialmente alla scultura, studiando all’École des Beaux-Arts. Tuttavia, fu il mondo delle scarpe a catturare la sua passione, infatti abbandona la carriera di studi due anni dopo per iniziare a lavorare come apprendista calzolaio.

Affascinato dall’ambiente del teatro e delle music hall, inizia a disegnare delle scenografie. E’ in uno di questi backstage che incontra Mistinguett e Joséphine Baker, per le quali realizza le prime calzature su misura.

Ho sempre avuto una passione per il design. Rivedo i miei disegni in continuazione per assicurarmi che l’idea che ho in mente rispetti la struttura del piede

Vivier realizzò le sue prime scarpe rialzate per Elsa Schiaparelli nel 1937.

Nel 1937 aprì il suo primo atelier, e fin da subito le sue creazioni si distinsero per eleganza e originalità, diventando oggetti del desiderio di star e aristocratici.

Negli anni ’40, Vivier sperimentò con la forma e la suola, introducendo i primi tacchi a cuneo, indossate da icone come Marlene Dietrich. Ma fu nel 1954 che arrivò la vera rivoluzione: il tacco a spillo moderno, supportate da un’asticella in acciaio, che cambiò per sempre il modo di camminare e di vestire delle donne.

Benché le scarpe con tacco non siano una sua invenzione (esse comparirono già alla fine del diciannovesimo secolo nel contesto del fetish), a Vivier viene attribuito il merito di averne lanciato la moda. (wikipedia.org)

Nel 1942, l’etichetta depositò un brevetto per una scarpa che aveva un grande fermaglio a forma di fibbia sulla gola della scarpa.

Il tacco è il suo elemento distintivo, dallo stiletto “Aiguille”, che lancia per primo nel 1954, al sinuoso “Virgule”, divenuto poi elemento iconico della Maison dal 1963.
Firma le scarpe indossate da Sua Maestà la Regina Elisabetta II nel 1953 durante la cerimonia di incoronazione, veste inoltre le più grandi dive del loro tempo, come la Duchessa di Windsor, la Principessa Soraya d’Iran, Marlène Dietrich, Elizabeth Taylor, Jeanne Moreau, Brigitte Bardot e, naturalmente, Catherine Deneuve nel film di Buñuel «Belle de Jour» del 1967 passando alla storia grazie alla celebre fibbia “Boucle” argentata.

Creazioni iconiche e collaborazioni da sogno

Vivier collaborò con Christian Dior e Yves Saint Laurent, creando scarpe diventate leggendarie. Vivier realizzò delle scarpe per Dior dal 1953 al 1963.

  • Pilgrim: la celebre décolleté con fibbia argentata, resa famosa da Belle de Jour, indossata da Catherine Deneuve; reinterpretata nel corso degli anni in diverse varianti.
  • Belle Vivier: eleganti e sofisticate, simbolo di femminilità senza tempo.
  • Maharaja Slipper: una pantofola decorata con pietre e piume, un tocco di opulenza orientale.
  • Viv’ Run: la sneaker di lusso che unisce comfort e design moderno, simbolo dell’evoluzione del brand.

Oltre alle scarpe con tacco a spillo ideò quelle con tacco a virgola oltre ad altri modelli decorati con seta, perle, perline, pizzo, appliqué e gioielli. Le sue calzature con fibbia cromata sulla pompa nera divennero un’icona della moda negli anni cinquanta e sessanta e sono state indossate da molte celebrità.

Cuciture sontuose, forme architettoniche distintive, dettagli di cristallo scintillanti, chiusure impreziosite, tonalità sorprendenti e tessuti lucidi come il raso sono tra i motivi distintivi presenti nella collezione del marchio.

Negli anni sessanta Vivier progettò stivali alti in raso di seta ingioiellati, e stivali da sera alti e neri in maglia elastica nera con perline. Forse il suo stivale più conosciuto è quello in coccodrillo nero con tacco basso, alto fino alla coscia, che produsse per la collezione autunno 1963 di Yves Saint Laurent, da abbinare a un completo Saint Laurent nero in stile “era spaziale” composto da collant, giubbotto scamosciato, giacca in cirè corta, e un copricapo simile a un casco dotato di visiera, berretto e cappuccio. Gli stivali che facevano parte del completo erano una variante di un progetto che Vivier aveva precedentemente realizzato per una performance de Il lago dei cigni con Rudol’f Nureev. Le scarpe più celebri da lui realizzate nel decennio sono però le Pilgrim, con tacco basso e fibbie d’argento, da abbinare ai vestiti della collezione Mondrian di Yves Saint Laurent del 1965. Esse vennero indossate da Catherine Deneuve nel film Bella di giorno, ebbero grande eco mediatica e vennero emulate da molti altri. (wikipedia.org)

Vivier è stato da mentore di Christian Louboutin, noto anche per i suoi tacchi rossi di alta gamma. Louboutin ha fatto uno stage per il Vivier nel 1988.

lo stilista Roger Vivier è deceduto il 2 ottobre del 1998 all’età di novant’anni a Tolosa, Francia, per cause naturali.

Nonostante la fama, Vivier mantenne sempre la massima discrezione sulla sua vita privata. Non risultano matrimoni né figli: la sua dedizione era tutta rivolta alla moda, alla sperimentazione e alla perfezione delle sue creazioni.

Dopo la sua morte nel 1998, la maison continuò a operare, sebbene con alti e bassi.

Lo stile di Vivier si distinto per precisione artigianale, eleganza e innovazione, capace di unire la femminilità classica a un tocco di modernità sorprendente.


La Maison Roger Vivier: lusso senza tempo

Dopo la morte dello stilista Roger Vivier, il 2 ottobre del 1998, il marchio continuò a prosperare, fino all’acquisizione nel 2000 da parte del gruppo italiano Tod’s, guidato da Diego Della Valle, che ne rilanciò la fama internazionale.


Direttori creativi che hanno segnato la storia

Il marchio Roger Vivier è stato di proprietà di Diego Della Valleè compagnia, Tod, dal 2000.[10] L’attività rimase inattiva per quattro anni mentre Della Valle costruiva la sua squadra

  • Bruno Frisoni dal 2002 al 2018: designer francese che ha reinterpretato i classici con uno sguardo moderno, introducendo collezioni come “Rendez-Vous” e la linea “Jeune Fille” per giovani fashioniste. La sua ultima collezione per Roger Vivier fu presentata nel 2018.
  • Gherardo Felloni dal 2018 a oggi: designer italiano, che ha dato e continua a dare una nuova energia al brand, unendo tradizione e innovazione, con collezioni che celebrano l’artigianalità e la raffinatezza in ogni dettaglio; con collezioni che includono scarpe, borse, gioielli e accessori, sempre mantenendo l’eleganza distintiva di Roger Vivier.

Il brand oggi: eleganza globale

Oggi Roger Vivier è presente in boutique di Parigi, New York, Tokyo e altre capitali della moda. Le collezioni spaziano dalle scarpe alle borse, passando per gioielli e accessori, reinterpretando i modelli iconici con un tocco contemporaneo. Le scarpe continuano a essere simboli di lusso, femminilità e stile senza tempo, amatissime dalle celebrità e dagli appassionati di moda.


Curiosità da veri chic addicted

  • Le scarpe di Vivier sono state indossate dai Beatles, dalle star di Hollywood e dalle più raffinate dame europee.
  • La fibbia argentata della Pilgrim è diventata un’icona riconoscibile al primo sguardo.
  • Ogni scarpa è realizzata con la massima attenzione ai materiali e ai dettagli, rendendola quasi un pezzo da collezione.

Roger Vivier non è stato solo un designer di scarpe: è stato un innovatore, un artista e un punto di riferimento per tutta la moda mondiale. Il brand che porta il suo nome continua a onorare la sua eredità, creando scarpe che uniscono eleganza, innovazione e artigianalità, e mantenendo vivo il sogno di un uomo che ha trasformato le calzature in arte da indossare.

aggiornato al 28 settembre 2025
Autore: Lynda Di Natale
Fonte: rogervivier.com, web
Immagine: AI