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Glenn Martens: l’architetto della moda contemporanea

Glenn Martens, nato il 29 aprile 1983 a Bruges, in Belgio, è oggi riconosciuto come uno dei protagonisti più audaci e innovativi della moda mondiale. Di formazione e sensibilità profondamente radicata nella cultura visiva belga, Martens ha saputo fondere la sua educazione in architettura e fashion design in una visione che trascende categorie e confini tra streetwear, alta moda e sartoria concettuale.

I primi passi: da Anversa a Jean Paul Gaultier

Martens si è formato alla celebre Royal Academy of Fine Arts di Anversa, istituzione che ha già lanciato artisti come Dries Van Noten e Ann Demeulemeester. Proprio durante il suo ultimo anno di studi viene notato da Jean Paul Gaultier, dove inizia la sua esperienza professionale come junior designer per la pre-collezione donna e per la linea maschile “G2”.

Questa prima esperienza fondamentale lo mette a contatto con l’estetica couture francese, l’attenzione al corpo e il pensiero concettuale applicato all’abbigliamento — elementi che torneranno spesso nelle sue creazioni successive.


Brand omonimo e l’ascesa a Y/Project

Nel 2012 Martens lancia il suo marchio omonimo alla Paris Fashion Week: un progetto indipendente che dura per tre stagioni, ma che lascia intuire un talento già maturo.

L’anno successivo, dopo la scomparsa del co-fondatore Yohan Serfaty, Martens viene nominato direttore creativo di Y/Project, brand parisiano fondato nel 2010 e già noto per il suo approccio sperimentale e gender-fluid. Sotto la sua direzione — durata oltre un decennio fino alla chiusura del marchio nel 2025 — Y/Project diventa un punto di riferimento internazionale grazie a collezioni caratterizzate da:

  • silhouette decostruite, modulari e trasformabili;
  • layering audace e proporzioni inconsuete;
  • mix di sartorialità classica e rigore architettonico.

Martens amplia il vocabolario del brand includendo capi che sfidano la tradizione e invitano a nuove letture dell’abbigliamento: dai bomber avvolgenti a tubini intuitivi che si aprono e si ripiegano, fino a giacche che sembrano sculture indossabili.

Nel 2017 questa innovazione gli vale il prestigioso premio ANDAM, consacrandolo come una delle voci più originali del fashion system europeo.


Diesel e l’arte di reinventare il denim

Nel 2020 Martens assume il ruolo di direttore creativo di Diesel, celebre marchio italiano-sognante di denim e cultura giovanile globale.

La sua visione non si limita a reinterpretare il denim: egli ridefinisce l’intero lessico estetico del brand, riportandolo al centro delle conversazioni di moda con:

  • jeans sperimentali con lavaggi estremi, texture sfumate e tagli innovativi;
  • capispalla con struttura architettonica e dettagli inaspettati;
  • campagne che oscillano tra ironia, teatralità e spirito ribelle.

Anche qui Martens riesce a coniugare heritage e avanguardia: Diesel torna a essere sinonimo di innovazione pur mantenendo un forte legame con la cultura pop — fenomeno testimoniato da un ritorno di interesse rapido tra Millennial e Gen-Z.


Maison Margiela: l’approdo alla couture

Nel 2025, Glenn Martens compie un salto epocale: viene nominato Direttore Creativo di Maison Margiela, succedendo a John Galliano.

La Maison, già caposaldo dell’avant-garde e della decostruzione sartoriale, trova in Martens un ideale successore: il suo linguaggio di tensione tra struttura e anarchia, tra classicismo e eccentricità, si sposa perfettamente con la filosofia Margiela. Martens porta la sua esperienza sia nella couture sia nel prêt-à-porter, ampliando l’impatto culturale e commerciale del marchio.


Collaborazioni e influenze recenti

Nel 2025 Martens firma anche una collaborazione con H&M che fonde il suo stile concettuale con l’accessibilità della moda mainstream. La collezione reinterpretava capi classici con nodi architettonici, trompe-l’œil e silhouette multiuso, dimostrando come la sua estetica possa essere democratica e giocosa.


Lo stile di Glenn Martens: identità e iconici

Se dovessimo definire il “tocco” di Martens, potremmo riassumerlo in architettura del capo: ogni abito è concepito come struttura, con giunzioni, volumi e proporzioni che dialogano tra loro.

Elementi riconoscibili del suo stile

  • De-costruzione e ricostruzione: tagli asimmetrici, pannelli sovrapposti e dettagli che sembrano smontati e rimontati.
  • Modularità: capi trasformabili, con parti regolabili o componenti intercambiabili.
  • Gender-fluidity: abiti pensati per superare le tradizionali dicotomie uomo/donna.
  • Mix di culture visive: riferimenti al punk, alla scena rave, all’architettura gotica e all’arte concettuale.
  • Denim reinterpretato: jeans con tagli, lavaggi ed elaborazioni inedite.

Tra i suoi capi iconici troviamo scarpe a stivaletto con plateau accentuato, giacche oversize con dettagli chirurgici, dresses con intrecci e aperture strategiche, e, soprattutto, jeans che si fanno statement piece tra equilibrio e anarchia.


Il suo team creativo e influenze nel 2025

Nel 2025 Glenn Martens continua a essere una figura centrale della moda, ma non lavora da solo. Con lui collaborano team di designer e artigiani sia presso Maison Margiela sia presso Diesel. Molti giovani talenti sono emersi sotto la sua guida durante gli anni a Y/Project, e alcuni sono ora figure riconosciute nel mondo della moda sperimentale, con una carriera indipendente influenzata dal suo approccio innovativo.


L’eredità di un visionario contemporaneo

Nel 2025, Glenn Martens è un architetto del guardaroba contemporaneo, capace di fondere tradizione sartoriale, cultura giovanile e sperimentazione concettuale. Il suo percorso — dai primi anni con Gaultier alla conduzione di marchi iconici come Diesel e Maison Margiela — testimonia la capacità di reinventare la moda senza tradire la sua identità.

In un mondo che tende a frammentare le categorie, Martens costruisce ponti tra estetica, identità e cultura pop, lasciando un’impronta profonda e duratura nel panorama creativo globale.

aggiornato a dicembre 2025
Autore: Lynda Di Natale
Fonte: yproject.fr, web
Immagine: AI