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Dalle origini come Oviesse negli anni Settanta fino alla quotazione in Borsa e alle acquisizioni più recenti, la storia di OVS è un viaggio nella moda italiana, tra sfide, curiosità e innovazioni che l’hanno resa il punto di riferimento del retail fashion nel 2025.


Le radici: quando la moda si chiamava “Coinette”

La storia di OVS affonda le sue radici nel 1968, quando il Gruppo Coin inventa le “Coinette”, piccoli magazzini pensati per portare l’esperienza dello shopping anche nei centri minori dove i grandi negozi Coin non arrivavano. L’idea si rivelò subito vincente: negozi più contenuti, ma con un’offerta ampia e prezzi accessibili.

Da questa intuizione nacque nel 1972 a Padova il primo punto vendita a insegna Oviesse (Organizzazione Vendite Speciali). L’esperimento piacque, tanto che il marchio si diffuse rapidamente in tutto il Nord-Est, fino a diventare sinonimo di abbigliamento “per tutti i giorni” in gran parte d’Italia.

⁉️Curiosità⁉️

  • Negli anni Settanta Oviesse non vendeva solo abiti: si potevano trovare giocattoli, profumeria, pelletteria e persino articoli sportivi.
  • Il format era un vero e proprio “grande magazzino di quartiere”, che faceva concorrenza diretta alle botteghe locali.

La crescita e le grandi acquisizioni (1998 – 2015)

A fine anni Novanta inizia la stagione delle acquisizioni. Nel 1998 Oviesse rileva 167 negozi Standa, gravati da debiti ma strategici per estendere la rete. È l’inizio della sua trasformazione in colosso nazionale.

Nel 2004 i punti vendita sono già 250, e un anno dopo parte un piano di franchising e ristrutturazioni che cambierà il volto delle insegne.

Le tappe chiave:

  • 2006–2007 ⇔ apertura dei primi negozi in Russia e Serbia, dopo i tentativi meno fortunati in Germania e Svizzera.
  • 2008–2009 ⇔ acquisizione di Melablu e dei grandi magazzini DEM, con ulteriore rafforzamento nel Nord Italia.
  • 2009 ⇔ il colpo grosso: il Gruppo Coin acquisisce UPIM, storica concorrente, e molti negozi vengono trasformati in OVS.
  • 2011 ⇔ nasce OVS Kids con l’acquisizione del marchio IANA.
  • 2012 ⇔ entrano 104 negozi Bernardi, molti dei quali convertiti in OVS o UPIM.

Nel 2010, a Milano in via Torino, viene inaugurato il cinquecentesimo negozio: un traguardo che sancisce la nuova dimensione nazionale dell’azienda.


La svolta societaria e la quotazione in Borsa

Il 1° agosto 2014 avviene lo scorporo di OVS-UPIM dal Gruppo Coin: nasce ufficialmente OVS S.p.A..
Un anno dopo, nel 2015, arriva il passo decisivo: la quotazione in Borsa a Milano. L’IPO dà nuova linfa finanziaria al gruppo e lo rende più trasparente e visibile agli occhi degli investitori internazionali.

Nello stesso anno OVS è tra gli sponsor ufficiali di Expo Milano 2015, con un padiglione disegnato dagli architetti Zito+Pedron: un’occasione di visibilità globale.

⁉️Curiosità⁉️

Il padiglione, dopo la chiusura dell’Expo, non fu smantellato ma riciclato: divenne l’asilo nido aziendale del quartier generale a Venezia-Mestre, un esempio concreto di economia circolare.


OVS oggi: un portafoglio di marchi e un gigante del retail

Negli ultimi dieci anni OVS ha allargato il perimetro con marchi storici e nuove acquisizioni:

  • Stefanel (2021): la maglieria di qualità made in Italy entra a far parte del gruppo.
  • Les Copains: altro marchio storico della moda italiana, gestito e rilanciato.
  • Piombo: linea firmata da Massimo Piombo, che nel 2018 diventa direttore creativo di tutte le collezioni OVS.
  • Goldenpoint (2024–2025): specializzato in intimo e calzetteria, oggi parte integrante del gruppo.
  • UPIM e i marchi collegati (Blukids e Croff) che restano un pilastro della strategia commerciale.

Con oltre 2.200 negozi e più di 8.000 dipendenti, OVS è oggi il più grande gruppo italiano nel settore moda accessibile, con un modello basato su integrazione verticale: controllo di parte della filiera, potenza d’acquisto centralizzata e una forte capacità di gestire più marchi in segmenti diversi.


Innovazione, sostenibilità e digitale

L’identità “popolare” di OVS si accompagna da anni a una crescente attenzione a temi moderni:

  • Sostenibilità: pubblicazione di report ESG, collezioni in materiali più sostenibili, riduzione degli sprechi lungo la supply chain.
  • Digitale e omnicanalità: potenziamento dell’e-commerce, integrazione tra negozi fisici e online, uso di analisi predittive per gestire prezzi e assortimenti.
  • Welfare aziendale: dall’asilo interno al sostegno alle comunità locali, il gruppo mantiene un forte legame con il Nord-Est italiano, dove tutto ebbe inizio.

Sfide e prospettive

Come tutto il settore, OVS affronta sfide complesse: concorrenza agguerrita (Zara, H&M, Primark), cambiamento delle abitudini dei consumatori e attenzione crescente alla sostenibilità.

Eppure, i risultati recenti parlano chiaro:

  • Nel 2024 il gruppo ha registrato ricavi per 1,63 miliardi di euro e un utile netto di circa 78 milioni.
  • Nel 2025 ha accelerato con l’acquisizione totale di Goldenpoint, anticipando i piani originari.

L’obiettivo per il futuro è chiaro: crescita graduale, acquisizioni mirate e maggiore valore aggiunto, senza perdere l’anima di marchio accessibile e vicino alle persone.


Conclusione

Dal primo magazzino padovano del 1972 al colosso quotato in Borsa del 2025, OVS ha vissuto una trasformazione che è insieme industriale, culturale e finanziaria. È rimasta fedele al suo DNA – offrire moda a prezzi accessibili – ma ha saputo affiancare a questa identità popolare una gestione moderna, un portafoglio di brand diversificato e un’attenzione crescente a sostenibilità e innovazione.

In un settore in continua evoluzione, la sua forza sembra essere proprio questa: la capacità di adattarsi, di cambiare pelle senza perdere il filo conduttore che l’ha resa familiare a milioni di italiani.

aggiornato al 6 settembre 2025
Autore: Lynda Di Natale
Fonte: web
Immagine: AI