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Quando si parla di moda femminile del Novecento, un nome ritorna con forza: Gaby Aghion, la donna che ha dato vita a Chloé, una maison capace di incarnare un’idea di eleganza giovane, fluida e senza costrizioni. Una stilista che, pur mantenendo sempre una certa discrezione personale, ha rivoluzionato il concetto stesso di prêt-à-porter, trasformandolo in un linguaggio raffinato e desiderabile.
Le origini di Gaby Aghion
Gabrielle Hanoka, alias Gaby Aghion, nata ad Alessandria d’Egitto, Cairo, nel 1921 in una famiglia ebraica benestante, figlia di un direttore di una fabbrica di sigarette, e cresce immersa in un ambiente cosmopolita e culturalmente vivace. Ha conosciuto il marito, il gallerista Raymond Aghion, quando entrambi avevano sette anni alle elementari. Raymond apparteneva a una ricca famiglia di esportatori di cotone, ma mostrò i primi stimoli della coscienza sociale che in seguito lo avrebbe portato all’esilio politico. Gaby e Raymond, entrambi ebrei, si sposarono all’età di 19 anni. La coppia si trasferì a Parigi nel 1945. Trasferitasi nella capitale francese Gaby respira immediatamente quell’aria vibrante che univa arte, letteratura e moda.
Gaby ha lanciato Chloé nel 1952. Raymond aprì una galleria d’arte nel 1956, specializzata in arte moderna. Lo stesso anno, Raymond, dopo essere stato per un certo periodo in Italia, aprì una galleria d’arte, specializzata in arte moderna. Quell’anno nacque il loro figlio, Philippe, divenuto economista di fama internazionale.
Il legame della stilista con intellettuali e artisti la introdusse in un mondo creativo che non tardò a influenzare le sue scelte: Parigi in quel periodo era il centro della couture, ma le case di moda proponevano abiti inaccessibili alla maggior parte delle donne. Aghion colse la necessità di creare una moda sofisticata ma portabile, senza rinunciare al lusso dei dettagli.
Gaby e Jacques rimasero a capo della maison fino al 1985, quando Chloé fu acquistata da Dunhill Holding P.L.C. (ora Richemont Group). Nel dicembre 2013, Gaby Aghion viene nominata Cavaliere della Legione d’Onore. Gaby Aghion morì all’età di 93 anni il 27 settembre del 2014.
La nascita di Chloé
Nel 1952, Gaby Aghion fonda Chloé, scegliendo un nome femminile, leggero e poetico, capace di evocare libertà e modernità. La sua idea era chiara: creare prêt-à-porter di lusso, un concetto allora quasi inesistente. Non abiti rigidi da haute couture, ma capi che unissero tessuti pregiati a linee morbide, pensati per accompagnare la vita quotidiana di donne giovani, colte e indipendenti.
La prima collezione venne presentata nel 1956 al celebre caffè parigino Le Café de Flore, luogo simbolo della cultura intellettuale francese. Una scelta non casuale: la moda di Gaby non era destinata solo alle passerelle, ma nasceva per vivere tra le persone.
Lo stile Chloé: la libertà come firma
Lo stile di Gaby Aghion si riconosceva subito:
- Linee fluide e leggere, lontane dalle silhouette rigide della couture.
- Tessuti di alta qualità come la seta, il crepe e il cotone, trattati con un tocco di informalità chic.
- Colori delicati e tonalità calde, capaci di esaltare la femminilità naturale.
- Abiti pensati per la vita reale, ma senza rinunciare a un tocco poetico e sofisticato.
Tra i capi iconici firmati Chloé spiccano le camicie morbide, i vestiti impalpabili, le gonne leggere e i capi in chiffon, simbolo di un nuovo modo di intendere l’eleganza. La filosofia di Aghion era quella di dare alle donne
la libertà di essere se stesse
un principio che è rimasto impresso nel DNA della maison.
La scopritrice di talenti
Un altro aspetto fondamentale della carriera di Gaby Aghion è stata la sua capacità di riconoscere e valorizzare giovani stilisti. Nel corso degli anni, Chloé divenne una vera fucina di talenti:
- Karl Lagerfeld negli anni ’60 e ’70, che portò alla maison un gusto sofisticato e romantico.
- Stella McCartney negli anni ’90, che seppe coniugare tradizione e freschezza.
- Phoebe Philo, che contribuì a ridefinire l’immagine del brand con un approccio minimalista e moderno.
La lungimiranza di Aghion ha permesso a Chloé di rinnovarsi costantemente senza perdere la propria identità.
Chloé oggi
Il nome di Gaby Aghion non è mai scomparso. La maison Chloé, oggi parte del gruppo Richemont, continua a portare avanti la sua visione di femminilità libera e sofisticata. Negli anni, la direzione creativa è passata per mani diverse, ognuna capace di interpretare lo spirito originario: dalla modernità di Clare Waight Keller al romanticismo di Natacha Ramsay-Levi, fino alla visione più sostenibile e femminista di Gabriela Hearst, nominata nel 2020.
Hearst, in particolare, ha inserito l’attenzione alla sostenibilità e all’artigianato come valori fondamentali, mantenendo però intatto il legame con l’eleganza fluida e senza tempo di Gaby Aghion.
I direttori creativi di Chloé
- Gaby Aghion dal 1952 al 1983
Fondatrice e anima creativa della maison, ha mantenuto il controllo stilistico fino agli anni ’80, pur collaborando con giovani designer. - Karl Lagerfeld dal 1963 al 1983
Entrato giovanissimo, ha dato a Chloé un’immagine romantica e sofisticata. - Martine Sitbon dal 1988 al 1992
Ha interpretato la femminilità Chloé con un approccio più rock e sperimentale, traghettando il brand verso nuove sensibilità. - Karl Lagerfeld dal 1992 al 1997. Dopo una parentesi da altri brand, tornò negli anni ’90, riportando glamour e sensualità.
- Stella McCartney dal 1997 al 2001
Ha portato freschezza e ironia, rivolgendosi a un pubblico giovane e contemporaneo. I suoi abiti femminili e giocosi hanno riscosso un enorme successo. - Phoebe Philo dal 2001 al 2006
Allieva di McCartney, ha reso Chloé più essenziale e sofisticata, con linee pulite e accessori iconici (tra cui la Paddington Bag, diventata cult). - Paulo Melim Andersson dal 2006 al 2008
Ha sperimentato con uno stile più avant-garde, ma la sua visione non convinse appieno la clientela storica. - Hannah MacGibbon dal 2008 al 2011
Ha riportato un romanticismo retrò, ispirandosi molto all’archivio di Chloé e agli anni Settanta. - Clare Waight Keller dal 2011 al 2017
Ha rilanciato la maison con uno stile bohémien chic e collezioni femminili e poetiche. Sotto la sua guida, Chloé ha ritrovato un forte successo internazionale. - Natacha Ramsay-Levi dal 2017 al 2020
Proveniente da Louis Vuitton, ha introdotto una femminilità più urbana, contemporanea e decisa. - Gabriela Hearst dal 2020 al 2023
Prima designer sudamericana alla guida della maison, ha puntato molto su sostenibilità e artigianato, rafforzando il lato etico del brand. - Chemena Kamali dal 2023 – in carica
Stilista tedesca con esperienze in Saint Laurent e in precedenza già da Chloé, è stata chiamata per riportare la maison alla sua identità originaria, fatta di romanticismo, femminilità e libertà.
Le tappe di sviluppo delle collezioni Chloé
- 1952 – Fondazione e prêt-à-porter donna
Gaby Aghion fonda Chloé e introduce l’idea rivoluzionaria di prêt-à-porter di lusso femminile. Le prime collezioni sono dedicate esclusivamente all’abbigliamento donna, fluido e raffinato. - 1975 – Profumi
Nasce il primo profumo della maison, Chloé Eau de Parfum, con una bottiglia iconica dal design romantico. Questo segna l’inizio dell’avventura nel settore beauty. - Anni ’80 – Accessori
Chloé amplia la gamma con piccola pelletteria e accessori femminili, seguendo la filosofia del guardaroba completo. - 2002 – Borse
Con l’arrivo di Phoebe Philo, Chloé diventa un riferimento nella pelletteria. Nel 2005 viene lanciata la Paddington Bag, diventata uno degli accessori più desiderati al mondo. - 2002 – Linea uomo
Sotto la direzione di Stella McCartney e poi Philo, Chloé lancia anche una collezione menswear, che rimane attiva fino al 2009. Lo stile era casual, raffinato e pensato per un uomo giovane e bohémien. - Anni 2000 – Occhiali e calzature
L’espansione continua con collezioni di occhiali da sole e da vista, oltre a scarpe dal design femminile e versatile. - 2010 – See by Chloé (linea contemporary)
Anche se nata già nel 2001 come capsule più accessibile, diventa a tutti gli effetti la seconda linea stabile della maison, rivolta a un pubblico giovane, urbano e casual. - Oggi – Lifestyle e oggettistica
Chloé propone articoli di design, piccola oggettistica e capsule speciali (anche nel campo della sostenibilità, grazie all’era Gabriela Hearst), mantenendo sempre il fil rouge dell’eleganza romantica e femminile.
I profumi di Chloé: storia ed evoluzione
I profumi Chloé sono una parte fondamentale dell’identità della maison, tanto quanto l’abbigliamento.
1975 – Chloé Eau de Parfum (oggi chiamato Chloé Signature)
- Il primo profumo della maison, un floreale aldeidato ricco e sensuale.
- Note principali: tuberosa, giacinto, gardenia, gelsomino e rosa.
- Naso: Betty Busse.
- Bottiglia classica, elegante, con un design sobrio anni ’70.
1992 – Narcisse de Chloé
- Profumo intenso, floreale-orientale, che unisce dolcezza e sensualità.
- Note: fiori di frangipane, calendula, ananas, vaniglia e cannella.
- Naso: IFF (International Flavors & Fragrances).
- Flacone elegante, con tappo arancione a richiamo solare.
1996 – Innocence
- Floreale-fruttato delicato, pensato per un pubblico giovane.
- Note: pesca, prugna, mughetto, rosa e muschio bianco.
- Bottiglia semplice, trasparente, con tappo verde.
2005 – Chloé Eau de Parfum (nuova versione, “Chloé by Chloé”)
- Un nuovo capitolo: più fresco, luminoso e romantico.
- Note iconiche: rosa peonia, magnolia, mughetto, ambra e legni.
- Nasi: Amandine Clerc-Marie e Michel Almairac.
- Bottiglia: diventata iconica, con base scanalata, tappo argentato e fiocco di raso. Simbolo di femminilità elegante.
2008 – Eau de Parfum Intense
- Versione più sensuale e sofisticata del 2005.
- Note: rosa damascena, fava tonka, sandalo.
- Bottiglia simile, con dettagli dorati.
2010 – L’Eau de Chloé
- Un profumo fresco e agrumato, ideale per l’estate.
- Note: acqua di rosa, agrumi, patchouli.
- Bottiglia con fiocco verde, evocazione di leggerezza.
2012 – See by Chloé Eau de Parfum
- Spirito giovane e vivace, pensato per la seconda linea.
- Note: mela candita, gelsomino, muschio.
- Naso: Michel Almairac.
- Bottiglia: ispirata a una gabbietta per uccelli, simbolo di libertà.
2014 – Love Story
- Ispirato all’iconico “lucchetto dell’amore” di Parigi.
- Floreale fresco: neroli, fiori d’arancio, gelsomino.
- Naso: Anne Flipo.
- Bottiglia: a forma di lucchetto, con fiocco annodato.
2017 – Nomade
- Profumo avventuroso e libero, dedicato alla donna viaggiatrice.
- Note: mirabelle, fresia, muschio di quercia.
- Naso: Quentin Bisch.
- Bottiglia: ispirata a una borsa a tracolla Chloé, con cordino di pelle.
2021 – Nomade Eau de Parfum Naturelle
- Versione più sostenibile e green di Nomade.
- Note: bergamotto, gelsomino egiziano, vaniglia, sandalo.
- Packaging eco: bottiglia ricaricabile, materiali riciclati.
L’impronta dei flaconi Chloé
Oltre alle fragranze, Chloé ha sempre curato il design delle bottiglie, spesso affidato a designer interni o studi specializzati. La costante è la combinazione di romanticismo e modernità:
- fiocchi di raso e dettagli in pelle (2005 in poi),
- linee pulite e trasparenti,
- riferimenti poetici (lucchetto per Love Story, gabbietta per See by Chloé, borsa per Nomade).
L’eredità di una pioniera
Oggi, quando si pensa a Chloé, si pensa a una donna che incarna leggerezza, indipendenza e modernità. L’impronta di Gaby Aghion resta viva non solo nelle collezioni della maison, ma anche nella sua visione rivoluzionaria: l’idea che il lusso non debba per forza essere distante o rigido, ma possa invece avvicinarsi alla vita quotidiana delle donne.
La sua eredità è quella di una pioniera del prêt-à-porter, di una stilista che ha saputo leggere i desideri della sua epoca e trasformarli in una moda senza tempo.
aggiornato al 22 settembre 2025
Autore: Lynda Di Natale Fonte: chloe.com, web Immagine: AI