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Roberta di Camerino, all’anagrafe Giuliana Coen Camerino, è stata una stilista italiana. È anche il nome della griffe di alta moda da lei fondata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale: il neobarocco la sua cifra stilistica. Per il lancio del marchio Giuliana Camerino utilizza il nome della figlia Roberta insieme a Camerino, il cognome del marito, ma nobilitato dal vezzo “di”.
Giuliana ha fatto affidamento sulla straordinaria artigianalità sinonima di Venezia per creare uno degli unici grandi marchi della regione. Questa abilità artigianale è stata mescolata con lo stile neobarocco che sarebbe diventato il suo famoso segno distintivo. Velluti “Soprarizzo” intessuti nell’oscurità su telai antichi, fino a quando Roberta di Camerino venne utilizzata solo per arredi e abiti ecclesiastici. Per la prima volta sono stati decodificati con nuovi colori per le sue creazioni. Grande novità nel settore.
Il logo dell’azienda – che ha sede a Venezia in Calle della Testa – è rappresentato da una cintura intrecciata che forma una lettera R maiuscola.
Roberta di Camerino ha acquisito notorietà internazionale per la sua produzione di accessori ed abiti di moda, in particolare tailleur con motivi di stile trompe-l’œil, cinte, foulard e borse in velluto a comparti verdi, rossi e blu e ricamate in oro e a stemmi.
Fu con le sue estrose creazioni che negli anni ’50 iniziò l’attenzione per l’accessorio griffato. Le borse venivano realizzate con strette strisce di cuoio simili a stringhe da scarpe, intrecciate e lavorate su telai. Oggetti che hanno influenzato il mondo della moda con i loro nomi indimenticabili come: Casanova, Tranviere, Postiglione – La bag Bagonghi è considerata la prima storica it bag.
Sfoggiata da Grace Kelly e passata alla storia con uno scatto fotografico come la borsa della principessa, è una borsa in tessuto, quasi sempre velluto “soprarizzo”, usato anche per i paramenti del Vaticano, i cui manici furono inizialmente forgiati artigianalmente da costruttori di gondole. Elsa Maxwell, la principessa Paola di Liegi, Liz Taylor, Gina Lollobrigida, Isabella Rossellini, Farrah Fawcett erano grandi ammiratrice della stilista, senza dimenticare la borsa Caraval – portata sul braccio della Madonna in più di un’occasione.
Tali borse – celebre è quello che porta il nome di borsetta Bagonghi – furono da lei ideate durante il periodo trascorso in Svizzera negli anni del conflitto mondiale, dove, dalla natìa Venezia, aveva trovato riparo assieme alla famiglia – di religione ebraica – per sfuggire alle persecuzioni dovute alle famigerate leggi razziali fasciste.
Oltre al comparto accessori e pelletteria, ben presto la stilista traccia direttamente su tessuto disegni di taschini sottili e cinte con fibbia, drappeggi, fiocchi e foulard, conferendo tridimensionalità anche ai capi di abbigliamento:
Ci avrei disegnato sopra tutto quanto – diceva la stilista –, persino l’asola slacciata sulla manica, come usano fare gli uomini più raffinati.
Tornata nel capoluogo veneto nel 1945, aprì un piccolo laboratorio nell’Istituto di Rieducazione situato alle Zitelle, reinserendo ragazze emarginate nel mondo del lavoro sartoriale.
Poco più di dieci anni dopo, nel 1956 fu premiata con l’Oscar della moda, il Neiman Marcus Award, mentre è del 1963 la sua prima sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.
Gli anni settanta sono contrassegnati dalla conquista di numerosi riconoscimenti e da un accordo commerciale con il colosso Mitsubishi Corporation per l’esclusiva in Giappone delle linee aziendali. A fine decennio il volume d’affari della casa ammontava a dodici miliardi di lire.
Salvador Dalì disse di lei:
Una donna energica e instancabile, una designer vulcanica, nonchè una delle più grandi creative italiane della storia della moda.
Anche se ha continuato a vincere numerosi riconoscimenti a livello internazionale, è stato grazie al premio Compasso d’Oro nel 1979 che entrò nel regno dei creatori che sanno come rivoluzionare la qualità degli oggetti.
La consacrazione del suo talento arriva nel 1980 nella città di New York, il Whitney Museum of American Art ha dedicato a Roberta di Camerino una intera esposizione al suo nome.
Nel 1981 la stilista è stata autrice, Insieme al giornalista Marco Mascardi, di una autobiografia intitolata R come Roberta e pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore.
Il consolidamento dell’accordo con Mitsubishi Corporation porta negli stessi anni alla nascita, a Tokyo, della Roberta di Camerino Far East destinata ad operare per una diffusione del marchio nell’intera area del sud-est asiatico.
Nel 1987 comparirà anche tra le pagine di Topolino nel personaggio di Ruperta di Canarino e in occasione del cinquantesimo anno di fondazione della maison, è stata inaugurata nel 1995 alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti la donazione Roberta di Camerino, comprendente abiti ed accessori entrati a far parte della storia della moda italiana fra gli anni sessanta e i settanta.
Nel 2001 è nata la Fondazione Roberta di Camerino, organizzazione no profit di diritto svizzero che si prefigge di offrire l’accesso ai propri archivi ad università, accademie e istituti che svolgono corsi di stile nella moda e di design e costume.
A distanza di 7 anni dalla dipartita della stilista nel 2010, esce Schegge di R, un libro a lei dedicato dalla figlia Roberta Camerino.
Inconfondibile per il suo stile sempre innovativo nelle scelte dei materiali, il marchio storico veneziano – dopo varie vicissitudini societarie che l’hanno visto entrare nella galassia di un importante fondo cinese, Sixty Group SpA di Wicky Hassan e Renato Rossi – è presente con nuove collezione che punta a colori accesi come il bianco, l’azzurro cielo, il rosso, il giallo.
Borse a secchiello, a bauletto con due manici, da portare a mano o a spalla. La linea Grafic di Roberta di Camerino è realizzata in tessuto spalmato personalizzato con alcuni elementi classici del marchio, in particolare le fibbie con la tecnica trompe-l’oeil, quell’effetto illusorio che faceva comparire bellissime pieghe e cinture, revers e bottoni su abiti semplici e che hanno reso la “R” famosa in tutto il mondo.
Dal 2016 viene lanciata la linea abbigliamento bambini e neonati: Roberta & Roberta.
Aggiornato al 15 maggio 2019
Autore: Lynda Di Natale Fonte: robertadicamerino.com, wikipedia.org, web