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Renato Balestra è stato uno dei grandi maestri dell’alta moda italiana: un artista completo, un creativo dalla visione cristallina e un ambasciatore dello stile italiano nel mondo. La sua carriera, iniziata quasi per caso ma poi condotta con rigore e poesia, ha attraversato oltre settant’anni di storia della moda, lasciando un segno indelebile nei guardaroba delle élite internazionali, nei teatri d’opera e nell’immaginario estetico del nostro Paese.
Le origini e la formazione di un talento istintivo
Nato a Trieste in una famiglia di ingegneri e architetti, Balestra cresce circondato da rigore tecnico e gusto artistico. Prima della moda, è la pittura a catturarlo, insieme alla musica e alla scenografia: tre linguaggi che più tardi porterà nei suoi abiti, riconoscibili per il loro senso del colore, per la costruzione equilibrata e per una teatralità mai eccessiva.
La moda arriva quasi come un colpo di scena. Alcuni suoi bozzetti inviati al Centro Italiano della Moda (CMI) attirano l’attenzione degli esperti: il tratto sicuro, la scelta cromatica sofisticata e l’eleganza naturale convincono tutti. Invitato a Roma per una sfilata, nel 1953 decide di abbandonare gli studi di ingegneria e dedicarsi completamente alla moda.
Inizia così il suo apprendistato presso Jole Veneziani, una delle grandi signore della moda italiana: un’esperienza che gli permette di comprendere il ritmo dell’atelier, il valore della sartorialità e la magia del made in Italy.
Roma, il cinema e l’ascesa internazionale
Nel 1954 si trasferisce definitivamente nella capitale, dove lavora accanto a mostri sacri della couture come Emilio Schuberth, Maria Antonelli e le Sorelle Fontana. La sua creatività colpisce subito il mondo del cinema, allora nel pieno del suo periodo d’oro. Balestra diventa uno dei costumisti più richiesti e veste icone assolute come: Ava Gardner, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Candice Bergen, Shirley Jones, Micheline Presle, Giorgia Moll, …
Diventa famoso negli anni Settanta per la “Pittura Ricamo”, sperimentando con i materiali e dipingendo su ogni tipo di tessuto.
La sua capacità di unire eleganza, sensualità e carattere lo trasforma rapidamente in un nome internazionale. Nel 1958 trae a sé l’attenzione oltre oceano e presenta le sue collezioni negli Stati Uniti, ottenendo consensi immediati. L’anno successivo, nel 1959, inaugura il suo primo Atelier a Roma, sancendo ufficialmente la nascita della maison.
Nel 1959 apre il suo primo Atelier a Roma in via Gregoriana 36, e nel 1961 presenta la sua prima Collezione di Haute Couture Primavera-Estate alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. È in questi anni che nasce il “Blu Balestra”, su un abito corto in raso: un blu brillante, magico e senza tempo, un colore unico che ancora oggi è simbolo indiscutibile della Maison.
Il mito del Blu Balestra
Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, Balestra introduce nella moda uno dei colori più iconici di sempre: il Blu Balestra. Presentato inizialmente su un abito corto in raso, questo blu brillante, elettrico e insieme elegantissimo diventa il simbolo della casa di moda. È un colore immediatamente riconoscibile, capace di evocare lusso, purezza e una modernità senza tempo.
Ancora oggi, nel 2025, rappresenta l’eredità estetica più celebre del designer.
Lo stile Balestra: tra eleganza, architettura e sogno
La firma di Balestra è facilmente identificabile:
- Linee pulite, ispirate alla sua educazione architettonica.
- Volume controllato, mai eccessivo ma sempre teatrale al punto giusto.
- Colori intensi, spesso monocromatici, con predilezione per blu, rosa e oro.
- Ricami preziosi, leggeri come piume, spesso ispirati al mondo naturale.
- Abiti da sera scultorei, protagonisti dei red carpet internazionali.
Tra i suoi capi più iconici si ricordano:
- Gli abiti monospalla in raso e chiffon.
- Gli abiti in Blu Balestra, in particolare quelli con ricami a “vento di luce”.
- I tailleur sartoriali dalle linee essenziali.
- Gli abiti da ballo voluminosi, amatissimi da principesse e first ladies.
- Le creazioni teatrali, capaci di trasformare un palcoscenico in un’opera d’arte.
Tra teatro e opera: la couture come scenografia
La passione giovanile per la scenografia riaffiora negli anni della maturità professionale. Balestra firma i costumi per diverse opere, tra cui:
- La Cenerentola di Rossini per il Teatro dell’Opera di Belgrado
- Il cavaliere della rosa di Strauss per il Teatro Verdi di Trieste
La sua capacità di unire moda, musica e racconto visivo viene celebrata pubblicamente, culminando nel conferimento del Premio America della Fondazione Italia USA, prestigioso riconoscimento alla carriera.
Nel 1988 presenta Rosa & Chic su Rai 2: è la prima volta che un programma televisivo viene assegnato a uno stilista. Nel 1991 scrive il suo primo libro: Alla ricerca dello stile perduto, pubblicato da Rusconi.
Nel 2019, oltre ai costumi, disegna la scenografia per il Lago dei Cigni di Tchaikovsky per il Teatro dell’Opera di Belgrado.
L’archivio: un tesoro della moda italiana
Nel 2019 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali dichiara l’Archivio Renato Balestra “di interesse storico particolarmente importante”. Si tratta di una collezione imponente che ripercorre tutta la sua attività creativa:
- oltre 40.000 bozzetti e disegni
- documentazione dalle metà degli anni ’50 ai giorni nostri
- abiti, ricami, campionari
- fotografie, rassegne stampa e materiali di archivio
Un patrimonio inestimabile che racconta la storia della moda italiana e dell’eleganza nel mondo.
Carriera professionale: le linee e il business del marchio
Nel corso della sua carriera, Balestra ha sviluppato una trentina di linee, spaziando:
- dalla haute couture
- al ready to wear
- alla moda uomo
- agli accessori
- alle collezioni bridal
- alle linee di profumi
- alle edizioni speciali per teatri e manifestazioni
La maison diventa così una realtà internazionale, con boutique e clienti in Asia, Medio Oriente, Europa e Stati Uniti.
Tra i suoi clienti più affezionati si contano principesse saudite, first ladies, regine, attici imprenditori, e naturalmente molte celebrità della film industry.
La vita privata: un uomo riservato e familiare
Pur essendo sempre presente sulla scena pubblica, Renato Balestra ha mantenuto una vita privata discreta. Padre di due figlie, Fabiana e Federica, entrambe coinvolte nel mondo della moda, si è sempre definito un uomo dedito più al lavoro e all’arte che alla mondanità.
Le figlie — conosciute come “le sorelle dell’alta moda” — hanno condiviso per anni le fasi creative della maison e sono diventate il naturale ponte tra la sua visione e il futuro del brand.
Dopo la sua scomparsa: chi porta avanti il nome Balestra nel 2025
Renato Balestra si è spento nel 2022, lasciando una grande eredità morale e artistica.
Oggi, nel 2025, a continuare la sua opera sono:
• Le figlie Fabiana e Federica Balestra
Custodi dell’archivio, del valore artistico e della direzione concettuale del marchio. Supervisionano ancora l’identità della maison e gestiscono i progetti culturali e celebrativi dedicati al padre.
• I direttori creativi della nuova era
Negli ultimi anni, il marchio ha intrapreso una fase di rinnovamento che ha coinvolto diversi talenti creativi. Tra gli stilisti che hanno contribuito all’evoluzione del brand figurano:
- Rocco Damiano, direttore creativo chiamato a reinterpretare il DNA cromatico della maison.
- Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, duo già noto per il lavoro su altri marchi italiani, coinvolti in capsule e collaborazioni speciali.
- Giulio Maria Gastaldi, giovane stilista che ha reintrodotto il Blu Balestra in chiave contemporanea.
- Altri designer emergenti, invitati per collezioni speciali e progetti dedicati al mercato asiatico e mediorientale.
Questa coralità creativa ha permesso al marchio di evolvere senza perdere il legame con le sue origini.
Il nuovo logo Balestra è parte del reload strategico che il brand ha avviato nel 2022. Ispirato alla versione che Renato Balestra aveva disegnato a mano nel 1971, mantiene un chiaro collegamento con la storia pur creando un forte simbolo di cambiamento.
Un’eredità che continua
Oggi la maison Renato Balestra è viva, attiva e in trasformazione. Le figlie Fabiana e Federica custodiscono la memoria e lo stile del padre, mentre nuove generazioni di creativi reinterpretano l’essenza dello stilista, mantenendo saldo il simbolo del Blu Balestra, della couture architettonica e della femminilità elegante.
Il nome Balestra continua a essere sinonimo di:
- sartorialità italiana
- colore iconico
- raffinatezza internazionale
- sperimentazione controllata
- amore per arte, teatro e bellezza
Un’eredità che, come i suoi abiti, è destinata a rimanere senza tempo.
aggiornato 25 novembre 2025
Autore: Lynda Di Natale Fonte: https://balestraroma.com, web Immagine: AI