Catherine Malandrino
[…] Catherine cominciò ad interessarsi alla moda sin dall’infanzia, ispirata in particolare da un capo firmato da Yves Saint Laurent. Diplomata all’istituto privato ESMOD di Parigi, negli anni […]
[…] Catherine cominciò ad interessarsi alla moda sin dall’infanzia, ispirata in particolare da un capo firmato da Yves Saint Laurent. Diplomata all’istituto privato ESMOD di Parigi, negli anni […]
[…] Issey è sopravvissuto al bombardamento atomico. La madre, anni dopo lo scoppio della bomba sulla città, morirà a causa delle radiazioni. Da bambino, Issey, voleva diventare un ballerino. Il suo interesse per il settore è iniziato sfogliando le riviste di moda della sorella. Issey, studiò graphic design alla Tama Art University a Tokyo e si laureò nel […]
[…] Papà aveva un negozio di tessuti che è fallito e ha portato tutto casa. Noi giocavamo con stoffe bellissime, campioni, ricami; disegnavamo sui cartamodelli. Il nostro primo sogno, quello di fare i ballerini, fu superato da quello di diventare stilisti. E quando a 16 anni, finita l’high school, siamo andati a fare un corso estivo alla Parsons di New York abbiamo capito che il sogno stava diventando realtà. […]
[…] L’imbarazzo che provava Roy nell’entrare nei grandi negozi di lingerie per acquistare dei regali di biancheria a sua moglie lo portò nel 1977 ad aprire un piccolo negozio di biancheria intima. Raymond, rendendosi conto che altri amici maschi avevano avuto la stessa esperienza, decise di studiare il mercato della lingerie così chiedendo un finanziamento alla banca e ad alcuni parenti, realizzò il suo progetto di aprire il primo Victoria’s Secret all’interno dello Stanford Shopping Center. […]
Grace Coddington, John Shea, Peter Capaldi, Robert Carlyle, Barbara Enrichi, Gina McKee, Alex Lundqvist, Adrien Brody, Sarah Michelle Gellar, Willy William, Silvio Muccino, Miriam Leone, Chris Wood, Josephine Skriver, Abigail Breslin
[…] Nel 1957 l’azienda si espande e si trasferisce nella nuova sede progettata dall’architetto industriale Eugenio Salvarani, cambiando il nome in Max Mara. Achille Maramotti voleva un nome che potesse essere pronunciato in qualsiasi lingua e tuttavia non alludesse a nessuno in particolare. Il “Max” veniva da un personaggio locale chiamato Conte Max, un uomo perennemente ubriaco ma sempre affascinante, “Mara” dal cognome di famiglia diminuito. […]