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2019: Carlo Delle Piane, attore italiano. Attore unico, inconfondibile, enigmatico. Non è un divo, ma pochi come lui hanno attraversato la storia del cinema italiano. Nel corso della sua carriera ha lavorato con alcuni dei più importanti attori e registi come Totò, Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Roman Polański, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Steno, Mario Monicelli, Sergio Corbucci, Aldo Fabrizi e Pupi Avati. Il suo primo film era arrivato quando aveva appena 12 anni con De Sica. Da lì poi sarebbero arrivati tutti gli altri ruoli. Dopo il grave incidente del 1973 che gli scatena gravi disturbi fobici che condizioneranno fortemente la sua vita, Delle Piane inizia la sua collaborazione con il regista Pupi Avati, che lo aiuterà ad esprimere al meglio le sue potenzialità artistiche. La particolare conformazione del suo naso è dovuta a un episodio accaduto nel 1946, all’età di 10 anni, durante una partita di calcio: dopo il rinvio da parte di un avversario, il pallone lo colpì in faccia provocandogli la frattura del setto nasale. Nel 2013 si sposa con la cantante Anna Crispino, cantante napoletana di 37 anni più giovane di lei. (n. 1936)Carlo_Delle_Piane_perfettamente_chic.jpg

2010: Doorn Van Steyn. Era un’attrice, conosciuta per Ma’aseh B’Monit (1956), The Trojan Brothers (1946) e Madame Louise (1951). E’ stata la prima moglie di Roger Moore. Negli ultimi anni è diventata fotografa professionista part-time con National Geographic e artigiana del vetro colorato. Parlava correntemente spagnolo, francese ed ebraico. (n. 1922)Doorn_Van_Steyn_perfettamente_chic

2005: Brock Peters, nato George Fisher, è stato un attore statunitense, noto soprattutto per aver interpretato il ruolo di Tom Robinson nel film del 1962 To Kill a Mockingbird (Il buio oltre la siepe) e per il suo ruolo del malvagio “Crown “nella versione cinematografica del 1959 di Porgy and Bess. Negli anni successivi, ha ottenuto ruoli ricorrenti nel franchise di Star Trek. Peters è stato sposato con Dolores ‘DiDi’ Daniels dal 1961 fino alla sua morte nel 1989. La loro figlia Lisa Jo Peters è nata nel 1962.   (n. 1927)

1962: Hoot Gibson,  pseudonimo di Edmund Richard Gibson, è stato un attore, regista e produttore cinematografico statunitense, uno dei nomi più noti del cinema western muto. Nella sua carriera, che va dal 1910 al 1950, apparve in oltre duecento film. All’inizio degli anni ’50 ha trovato un nuovo pubblico tra i giovani telespettatori, poiché molti dei suoi film western sono stati pubblicati in televisione. E’ stato sposato quattro volte: con l’attrice Helen Gibson dal ’13 al 120; Helen Johnson dal ’22 al 1929 e da cui ha avuto un figlio; con l’attrice Sally Eilers dal ’30 al 1933 e infine con Dorothea Dunstan, anch’essa attrice, dal ’42 sino alla sua morte. Negli anni ’60 Gibson era sull’orlo del collasso finanziario dopo una serie di cattivi investimenti. Diagnosi di cancro nel 1960, l’aumento dei costi medici lo costrinse a trovare qualsiasi lavoro disponibile. È stata una fine infelice per un cowboy che ha portato tanta eccitazione e divertimento a bambini e adulti. Gibson è morto di cancro solo un paio di settimane dopo il suo settantesimo compleanno.  (n. 1892)Hoot_Gibson_perfettamente_chic.jpg

Rodolfo_Valentino_perfettamente_chic_1.jpg1926: Rodolfo Valentino, o Rudolph Valentino, o semplicemente Rudy, pseudonimo di Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi, (poi di Valentina D’Antonguella) è stato un attore e ballerino italiano naturalizzato statunitense. Fu uno dei più grandi divi del cinema muto della sua epoca, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu dato l’appellativo di “Latin Lover“. Il suo stile recitativo fu ammirato da altri grandi, tra cui Charlie Chaplin.  Terzo di quattro figli (Beatrice, Alberto e Maria erano i suoi fratelli), era nato a Castellaneta, in provincia di Taranto, da padre italiano, Giovanni Guglielmi (poi di Valentina D’Antonguella), un veterinario ex capitano di cavalleria originario di Martina Franca appassionato d’araldica (i suoi studi lo convinsero d’essere imparentato a certi nobili papalini e decise, di conseguenza, di aggiungere al proprio cognome il titolo “di Valentina D’Antonguella”), e da madre francese, Marie Gabrielle Bardin, dama di compagnia della marchesa del posto. Dopo qualche mese a Taranto partì in vacanza per Parigi. Qui si diede alla vita frivola, ben presto rimase senza denaro e fu costretto a chiedere aiuto economico alla famiglia per poter tornare a casa. Questa esperienza non fu poi così negativa, poiché affinò le sue doti di ballerino. Ritornato a Taranto decise di partire per l’America per avverare il suo sogno. Rodolfo_Valentino_perfettamente_chic_2.jpgAl successo arriva anche e soprattutto grazie alla sua bellezza e al magnetismo che la sua figura sprigionava; fu forse uno dei primi sex symbol maschili portati alla ribalta dal cinema; divenne in breve – forse anche in conseguenza della sua morte precoce – un’icona destinata ad entrare nella memoria collettiva. Valentino (come lo chiamavano le sue fan in delirio) recitava e dettava la moda (gli abiti alla Valentino, i capelli alla Valentino, gli stivali alla Valentino, e soprattutto lo sguardo alla Valentino). Fu il primo “divo” – o meglio, “iperdivo” maschile del cinema degli albori. Si dice che il suo sguardo magnetico incantasse senza possibilità di scampo il pubblico, specialmente quello femminile, che per Valentino stravedeva. Subito dopo la morte della madre (1918) Valentino conobbe la sua prima moglie, Jean Acker che sposa nel 1919. Dopo appena un mese i due però si separarono. Grazie al film La signora delle camelie Valentino incontrò Natacha Rambova che sarebbe diventata la sua seconda moglie.  La Rambova era molto ambiziosa e si indignava quando il marito veniva impiegato in ruoli di scarso valore qualitativo. Valentino sposò la Rambova, ma otto giorni dopo il matrimonio, fu arrestato con l’accusa di bigamia, per non aver rispettato una legge californiana che obbligava i divorzianti a non contrarre matrimonio prima di un anno dalla sentenza di divorzio. Un anno dopo i due si sposarono definitivamente. Nell’ultimo periodo della sua vita Valentino ebbe una relazione con l’attrice Pola Negri.Rodolfo_Valentino_perfettamente_chic_3.jpg La sceneggiatrice June Mathis intuì per prima il fascino che Rodolfo Valentino esercitava sulle donne e fu, in sostanza, l’artefice del suo mito. Dopo aver girato L’aquila, nel 1925, considerata una delle sue migliori interpretazioni, Valentino ritornò ad interpretare lo “Sceicco”, il ruolo che tanto aveva contribuito alla sua immagine. Il figlio dello sceicco amplificato dalla sua scomparsa, a soli trentuno anni, all’apice del successo, con Vilma Bánky come attrice protagonista, uscì nelle sale il 6 settembre 1926, pochi giorni dopo la morte del suo protagonista, scatenando scene d’isteria collettiva che non hanno più avuto uguali nella storia del cinema statunitense. A Valentino vennero attribuite anche delle relazioni omosessuali. Si asserisce che i matrimoni lampo con la Acker prima e con la Rambova poi, entrambe vicine al gruppo di donne lesbiche, siano stati matrimoni di copertura sia per Valentino che per le rispettive mogli. D’altra parte Valentino ebbe diverse relazioni di lavoro con uomini che contribuirono al suo successo ad Hollywood. Diverse furono anche le voci riguardo all’amicizia intima e duratura di Valentino con uno dei suoi truccatori personali, tale Giorgio Rea. Ben presto la stampa degli Stati Uniti si accanì contro quella sessualità ambigua di un “extracomunitario” che ora rubava i cuori di tutte le donne americane. Accusato di essere un comune dandy effeminato, corruttore dei costumi, nel 1926 venne insultato celebremente da un giornalista del Chicago Herald Examiner come “piumino per cipria rosa“. A conferma delle numerose accuse sull’omosessualità di Valentino, nel 1931 viene pubblicato anche un diario privato dell’attore dove le compromettenti annotazioni non lasciano dubbi. Si spense infatti all’età di trentuno anni al Polyclinic Hospital di New York, dov’era stato ricoverato per un malore dovuto ad un’ulcera gastrica, di cui soffriva da tempo e ad un’infiammazione dell’appendice. Colpito da un attacco di peritonite e sottoposto ad intervento chirurgico, tutto si rivelò inutile. All’epoca venne messa in giro la voce che morì avvelenato dal fosforo versato nella sua coppa di champagne da un rivale o una donna gelosa. Scene di isteria e fanatismo, oltre che una trentina di suicidi – non si sa quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi funerali, a New York. Nello stesso giorno furono organizzati due cortei funebri, uno appunto a New York, l’altro a Hollywood; quando, il 30 agosto, il corteo funebre attraversò un quartiere di New York, furono decine di migliaia le persone che vi parteciparono.Rodolfo_Valentino_perfettamente_chic_4.jpg C’era anche una corona con nastro che si diceva inviata da Mussolini e quindici giovanotti in camicia nera, ma un giornale scoprì che la corona era una trovata del capoufficio stampa delle pompe funebri, il quale aveva anche provveduto a mascherare almeno due dei quindici giovanotti. Negli anni a seguire, una misteriosa donna, velata di nero, continuò a portare dei fiori sulla sua tomba il giorno dell’anniversario della morte dell’attore. Nonostante in molte si siano professate come la “donna in nero“, nessuna ha poi saputo comprovare la veridicità delle sue parole e questa figura è tuttora avvolta nel mistero. Mistero che ha lanciato una sorta di tradizione, ancora viva adesso, che vede parecchie figure femminili velate di nero portare fiori sulla tomba di Valentino. (n. 1895)Rodolfo_Valentino_perfettamente_chic.jpg

Autore: Lynda Di Natale
Fonte: wikipedia.org, web
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