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Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent noto semplicemente come Yves Saint Laurent è stato uno stilista francese, tra i più famosi e conosciuti creatori di moda del XX secolo.
Yves Saint Laurent nato nel 1936, a Orano, Algeria francese, da Charles e Lucienne Andrée Mathieu-Saint-Laurent. Cresciuto in una villa sul mediterraneo con le due sorelle Michelle e Brigitte, si dilettava a realizzare bambole di carta e sin dalla più tenera adolescenza iniziò a disegnare vestiti per la madre e le sorelle. A 18 anni si trasferì a Parigi ed entrò nella Chambre Syndicale de la Haute Couture (Camera Sindacale dell’Alta Moda), dove i suoi disegni ebbero subito successo. Michel De Brunhoff, editore di French Vogue, presentò Saint Laurent al designer Christian Dior. Saint Laurent riferì dopo sull’incontro di essere stato ispirato da Dior e che nonostante quello che successe dopo, le basi della sua arte sono state tracciate da lui e che non potrà mai dimenticare gli anni spesi al suo fianco. Infatti lo stile di Saint Laurent crebbe notevolmente sotto la guida di Dior, maturando e guadagnando sempre più fama. Morto Dior nel 1957, divenne il direttore artistico della maison.
Come art director per Dior, Yves Saint Laurent ha lanciato la sua prima collezione per la compagnia, la Ligne Trapéze, quell’anno. Fu un successo clamoroso e gli valse un Oscar di Neiman Marcus.
Nel 1960, nel pieno del successo, Saint Laurent si trovò costretto ad arruolarsi nell’esercito francese a causa della guerra d’indipendenza in Algeria. Dopo soli 20 giorni nell’esercito, lo stress da nonnismo portò Saint-Laurent ad un ricovero nell’ospedale militare dove ricevette la notizia di essere stato licenziato da Dior. Questo non fece altro che aggravare la situazione psicologica di Yves che fu ricoverato nell’ospedale militare di Val-de-Grâce, dove venne sottoposto a cure psichiatriche con sedativi, psicofarmaci ed elettroshock. Saint Laurent ritenne poi, questo periodo in ospedale, l’origine dei suoi problemi mentali e della sua dipendenza da droghe. Nel novembre del 1960, Saint-Laurent fu dimesso dall’ospedale e citò Dior per non aver rispettato i termini contrattuali. La vittoria in tribunale gli permise, dopo un periodo di convalescenza, di aprire l’omonima casa di moda, nel 1962, al fianco del compagno e socio Pierre Bergé, industriale e mecenate francese; e gli attuali loghi sono stati progettati nel 1963 da AM Cassandre. Negli anni sessanta e settanta la firma godette del massimo prestigio grazie a ingegnose innovazioni in fatto di moda.
Dal 1964 la produzione di Yves Saint Laurent si espande anche ai profumi. Il primo nato è Y, a cui seguono una serie di prodotti di grande impatto commerciale come YSL pour homme (1971), Rive Gauche (1971), Eau Libre (1975), Opium (1977), Kouros (1981). Per un’edizione limitata della fragranza L’Homme, la confezione è stata disegnata dal rinomato architetto Jean Nouve.
Yves Saint Laurent fu anche il primo marchio, nel 1966 a rendere popolare il prêt-à-porter, in un tentativo di rendere la moda non soltanto elitaria, tramite la boutique di Rive Gauche. Saint Laurent fu anche il primo stilista a far sfilare modelle di colore sulle proprie passerelle. Il successo del marchio è tale che già nel 1970, Yves Saint-Laurent detiene il primato dell’esportazione del pret-a-porter femminile di lusso.
Fra le modelle preferite di Yves Saint Laurent si possono ricordare Loulou de La Falaise, Betty Catroux, di origini brasiliane, Talitha Pol-Getty, morta di overdose nel 1971, e la celebre attrice Catherine Deneuve.
Nel 1966, ha introdotto il fumo – la sua leggendaria tuta smoking. Altre sue invenzioni includono la giacca reefer (1962), la camicia trasparente (1966) e la tuta (1968).
Dal 1978, Yves Saint Laurent diventa anche il nome di una linea di cosmetica.
Nel 1980 fu il primo creatore di moda vivente a godere di una grande retrospettiva del suo lavoro al Metropolitan Museum di New York. Seguono la stessa iniziativa il Musée des Arts de la Mode di Parigi nel 1986, il Sezon Museum of Art di Tokyo nel 1990, ed il Musée de la Mode di Marsiglia nel 1994
Nel dicembre del 1982, alla linea moda principale viene affiancata Variation, un secondo marchio di pret-a-porter, che fa lievitare gli introiti del brand, grazie alla concessione delle licenze. L’ampliamento della casa di moda costringe a spostare la sede principale da Rue Spontini, ormai non più all’altezza, ad Avenue Marceau.
Nel 1986 entrò nella società con una quota del 25% Carlo De Benedetti per poi uscirne qualche anno più tardi. Nel 1989 il gruppo YSL si quotò in borsa, per poi essere venduto nel 1993 alla casa farmaceutica Sanofi Pasteur. Pierre Bergé nomina Hedi Slimane per le collezioni e art director nel 1997 e rilancia YSL Rive Gauche Homme. Slimane decise di lasciare il brand due anni dopo e divenne capo dell’abbigliamento maschile di alta moda presso Dior Homme.
Nelle stagioni 1998-1999, Alber Elbaz, direttore creativo di Lanvin, disegnò tre collezioni per il marchio.
Dopo una breve esperienza con Alber Elbaz come designer, nel 1999 Tom Ford arrivò a prendere il controllo della casa. Il marchio è entrato nella stratosfera dove rimane oggi, coprendo profumi e abbigliamento maschile e abbigliamento femminile.
Nell’ottobre del 1998, Yves Saint-Laurent realizza la sua ultima collezione di prêt-à-porter per l’etichetta Rive Gauche che aveva fondato più di 30 anni prima, continuando sua haute couture fino al 2002.
Nel 1999 la casa di moda fiorentina Gucci acquistò l’etichetta e commissionò lo stilista Tom Ford per la realizzazione delle collezioni prêt-à-porter (più accessibile al grande pubblico), mentre Yves Saint-Laurent si limitò a disegnare la linea di alta moda.
Nel 2000 per la campagna pubblicitaria del profumo Opium fu scelta Sophie Dahl, all’epoca sconosciuta, che nei manifesti pubblicitari appariva completamente nuda. La campagna pubblicitaria destò molto scandalo, al punto di essere bandita nel Regno Unito.
Nel 2002, per via delle proprie precarie condizioni di salute, della depressione e delle continue critiche al proprio lavoro, Saint Laurent, piangendo e con inchino finale, si ritira dalle scene chiudendo la casa di moda di YSL, dopo aver partecipato ad una retrospettiva tenuta presso il Centre Pompidou, e chiusa da una esibizione di Catherine Denevue, musa ed amica dello stilista, che cantava Ma Plus Belle Histoire d’Amour. La casa di moda fu ufficialmente chiusa nel 2002.
Stefano Pilati, che ha sostituito Tom Ford nel 2005, continua il messaggio di Yves Saint-Laurent secondo cui:
vestirsi è un modo di vivere.
La linea prêt-à-porter di Stefano Pilati era decisamente più francese rispetto all’immagine apertamente sexy propagata da Tom Ford .
Yves Saint-Laurent è morto dopo un lungo periodo di malattia a 72 anni. Dopo una lunga malattia, lo stilista si spegne per un tumore al cervello a Parigi, nella sua casa, la notte del 1º giugno 2008, due mesi prima di compiere 73 anni. Il suo corpo è stato cremato e le sue ceneri sono conservate nei giardini Majorelle di Marrakech, in Marocco, nella villa appartenuta al celebre artista francese Jacques Majorelle e in seguito acquistata e ristrutturata da Saint Laurent e Bergé.
Insieme al suo compagno di vita Pierre Bergé, Yves Saint Laurent raccolse in più di cinquant’anni una collezione di circa 730 opere d’arte, tra cui quadri di Picasso, Matisse, Van Gogh, Mondrian, Léger, Goya, sculture, reperti archeologici, mobili ed oggetti di arredamento. Alla morte dello stilista, Bergé decise di mettere all’asta la collezione, asta che ebbe luogo nel 2009. La vendita, nel complesso, ha incassato più di 342 milioni di euro, in parte utilizzati per la ricerca sull’AIDS.
Nel 2009, in seguito alla morte di Yves Saint-Laurent e ad alcuni tumultuosi primi anni per Stefano Pilati, alcuni negozi YSL hanno chiuso nei principali mercati statunitensi di San Francisco e New York City. La sede di New York, su Madison Avenue, è stata la prima sede negli Stati Uniti, aperta nel 1969. Nel gennaio 2010 chiuse anche la boutique di Chicago a Oak Street.
Nella campagna pubblicitaria 2009 del marchio è stata scelta la celebre supermodella degli anni novanta Claudia Schiffer, fotografata base dell’enorme “Y” della scritta Hollywood che campeggia sulle Hollywood Hills.
Per quanto la casa non esista più, il marchio sopravvive ancora sotto l’egida di Gucci. Dopo il ritiro di Tom Ford, è lo stilista Stefano Pilati a firmare la linea di prêt-à-porter sino al 2012, e che ha impresso al marchio una impronta più vicina alla tradizione della moda francese. Pilati viene poi sostituito da Hedi Slimane (ex direttore creativo di Dior Homme), che già aveva disegnato in passato per le collezioni maschili, e opererà una profonda revisione del marchio culminata con la modifica del nome. Lo stilista francese cambia il nome della griffe in “Saint Laurent Paris” e impone un’impronta stilistica più rock che ricorda lo stile di Los Angeles, città in cui risiedeva Slimane. Tuttavia, il nome Yves Saint-Laurent e il logo iconico YSL sono stati mantenuti per accessori come borse e scarpe e cosmetici (che sono concessi in licenza a L’Oréal). Fu anche annunciato che lo studio di design si sarebbe trasferito a Los Angeles, in California, la casa adottiva di Slimane, mentre l’atelier di alta moda sarebbe rimasta in Francia.Il tutto scaturì delle controversie soprattutto dopo che è stata segnalata la famosa boutique parigina Colette che vendeva magliette con la frase “Non è Laurent senza Yves“.
Nel 2013 la guida di Saint Laurent è affidata ad un’italiana, Francesca Bellettini, inizialmente come direttore generale, poi anche come presidente.
L’azienda ha ripreso la sua collezione di haute couture nel 2015 sotto la direzione creativa di Hedi Slimane. Nell’aprile del 2016 viene annunciato il “cambio di guardia” alla direzione creativa: Hedi Slimane lascia e viene sostituito da Anthony Vaccarello, già direttore creativo dal 2015 per le collezioni Versus Versace. Dopo la nomina ufficiale di Vaccarello, dal profilo Instagram del marchio sono state cancellate tutte le foto risalenti al “periodo Slimane.“, per lasciar spazio a un ritratto in bianco e nero del nuovo direttore creativo.
Fra le celebrità che hanno espresso particolare ammirazione per gli abiti di Yves Saint Laurent, si possono citare le attrici Renée Zellweger, Julianne Moore, Chloë Sevigny e il cantante dei One Direction, Harry Styles.
Nel 2017, il direttore creativo Anthony Vaccarello ha scelto Charlotte Gainsbourg, figlia di Serge Gainsbourg – figura molto importante della musica popolare francese – e Jane Birkin, cantante e modella, come testimonial della campagna FW17.
Alla pari di Chanel, Saint Laurent ha creato uno stile unico, è stato per decenni simbolo dell’eleganza più raffinata, moderna, innovativa. Per primo, negli anni 60, ha capito che l’alta moda poteva trarre ispirazione dalla strada e non essere soltanto una realtà autoreferenziale, un mondo chiuso in se stesso senza rapporti con la realtà. Creò scalpore la collezione del 1958 con la quale esordì, quando, successore di Christian Dior, presentò negli eleganti saloni di Avenue Montaigne, una silhouette grintosa e irriverente, molto poco politicamente corretta per il conformismo sartoriale dell’epoca.
Si intuiva già lo spirito eterodosso di questo nuovo disegnatore, il quale, nell’arco della sua carriera ha mantenuto la promessa di allora, diventando un innovatore costante, un modernizzatore dell’immagine femminile. Ha fatto tutto o quasi tutto prima degli altri. Sua, decenni prima di Giorgio Armani, è stata l’intuizione di trasferire alcuni capi del guardaroba maschile in quello femminile: il blazer, la sahariana, lo smoking, il trench, il giubbotto di pelle, il tailleur-pantalone, sua la dirompente carica di vitalità abbinata a una divorante passione per l’arte che gli ha fatto fare omaggi estrosi ai maestri della pittura del Novecento, da Picasso a Andy Warhol, da Matisse, a Braque, da Mondrian a David Hockney, e soprattutto Van Gogh quando il binomio arte-moda non era ancora una trovata scontata, un luogo comune da passerella “colta“. Sue, ancora per primo, sono state le commistioni etniche e folcloristiche con le quali ha arricchito gran parte delle proprie collezioni di suggestioni che gli venivano di volta in volta dall’Africa, dalla Spagna, dall’India, dal Marocco, dalla Russia.
L’amore per il teatro e per la letteratura, Marcel Proust in testa, come autore feticcio, come nume tutelare, sono state anch’esse trasposte nella sua moda, infuse nei modelli che ha saputo creare. Ma al di là di una creatività multiforme, Saint Laurent ha avuto anche intuizioni commerciali geniali, come avere capito, ancora una volta in anticipo sui suoi colleghi, che le idee così moderne della sua alta moda potevano, sapientemente corrette, trasformarsi in prodotto industriale.
Per la tv erano già stati realizzati diversi documentari e servizi, ma per il cinema solo dopo la morte dello stilista sono state realizzate diverse trasposizioni, senza peraltro tralasciare la sua omosessualità in termini anche espliciti. L’amore tra Saint Laurent e Bergé e la vendita della collezione sono oggetto del film di Pierre Thoretton Yves Saint Laurent – Pierre Bergé, l’amour fou (2010).
Il regista Jalil Lespert nel 2014 ha dedicato allo stilista un lungometraggio biografico dal titolo Yves Saint Laurent. La pellicola ripercorre tutta la sua vita, dagli esordi come assistente di Christian Dior, alla fondazione di una propria casa di moda. Un’attenzione particolare è dedicata anche al rapporto con il suo compagno di vita Pierre Bergé, che ha autorizzato l’uscita del film.
Sempre nel 2014 viene prodotto e realizzato un altro film sulla vita, gli amori e la carriera di Saint Laurent, Saint Laurent di Bertrand Bonello, con Gaspard Ulliel, Louis Garrel, Léa Seydoux, Dominique Sanda e Helmut Berger.
Yves Saint Laurent conta numerose boutique in tutto il mondo, distribuite in negozi monomarca, all’interno di grandi magazzini come Harrods e Neiman Marcus, o in alcuni aeroporti. Punti vendita del marchio sono presenti in Francia, Germania, Italia, Lituania, Spagna, Regno Unito, Ucraina, Stati Uniti, Cina, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Russia, Taiwan, Kuwait, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Corea. La più alta concentrazione di negozi si trova in Giappone, dove si possono contare 16 negozi distribuiti fra Tokyo, Osaka, Fukuoka, Kyoto, Kōbe, Hiroshima e Nagoya. In Italia invece i punti vendita Yves Saint Laurent si trovano a Roma, Milano, Bologna, Serravalle Scrivia (Serravalle Designer Outlet) e Firenze (The Mall). La merce Saint Laurent si trova anche nei grandi magazzini di lusso di tutto il mondo.
aggiornato al 30 maggio 2019
Autore: Lynda Di Natale Fonte: ysl.com, facebook.com/ysl, wikipedia.org,