Tag
23 luglio, Amy Jade Winehouse, Amy Winehouse, David Llewelyn Wark Griffith, David Wark Griffith, Dora Bryan, Dora May Broadbent, Edward Montgomery Clift, Elvire Audray, Emmett Evan Heflin Jr., Fausto Tommei, Jean Cameron Howell, Jean Howell, Jean Muir, Jean Muir Fullarton, Léonie Bathiat, Montgomery Clift, morti 23 luglio, Sandro Paternostro, Serge Reggiani, Van Heflin, Yvonne Sanson
2014: Dora Bryan, all’anagrafe Dora May Broadbent, attrice britannica. Nel corso della sua carriera ha recitato anche in alcuni musical oltre i film.È stata sposata con il giocatore di cricket Bill Lawton per 54 anni, dal 1954 alla morte dell’uomo, avvenuta nel 2008. La coppia ha avuto 1 figlio e ne ha adottati altri due. (n. 1923)
2011: Amy Winehouse, Amy Jade Winehouse, cantautrice, stilista e produttrice discografica britannica. Il vero successo arriva nel 2007 con l’uscita del secondo album Back to Black. Successivamente, l’artista ha fatto spesso parlare di sé per gravi problemi legati a droga, alcol e disordini alimentari che l’hanno portata fino alla prematura morte. Assieme a Duffy e Adele, era considerata una delle esponenti della nuova generazione del soul bianco. Nell’aprile 2007 il quotidiano The Sun pubblica la notizia del fidanzamento della cantante con Blake Fielder-Civil. I due si sposano il 18 maggio 2007. l 6 agosto 2009 è stato ufficializzato il divorzio dal marito. Il 18 giugno 2011, in occasione dell’apertura del nuovo tour europeo annuale, Amy canta visibilmente ubriaca davanti al pubblico di Belgrado (Serbia). A seguito di quest’ultima esibizione vengono cancellate due date europee ma poco tempo dopo verrà annullato l’intero tour europeo. Amy Winehouse non aveva ancora compiuto 28 anni quando è stata ritrovata morta, ed è dunque andata ad aggiungersi a quella cerchia di artisti colpiti dalla cosiddetta maledizione del 27, in quanto morti proprio a quell’età. A ottobre del 2011 viene reso noto che la morte è stata causata da uno shock chiamato “stop and go”, ovvero dall’assunzione di una massiccia dose di alcol dopo un lungo periodo di astinenza. (n. 1983)
2004: Serge Reggiani, nato Sergio Reggiani, è stato un attore e cantante italiano naturalizzato francese. Emigrò in Francia nel 1930 al seguito della famiglia per sfuggire al Fascismo, in quanto il padre, Ferruccio Reggiani, era un parrucchiere di idee antifasciste. Già in giovane età si dedicò al teatro. Nel 1948 ottenne la cittadinanza francese, tre anni dopo aver sposato l’attrice Janine Darcey, da cui avrà due figli. Negli anni successivi cominciò a interpretare ruoli cinematografici più importanti in film. Amico di Yves Montand e di Simone Signoret, nel 1963 conobbe a casa loro Jacques Canetti, uno scopritore di talenti dell’universo della musica, che gli propose di intraprendere la carriera di cantante. Gli anni 1970 furono il periodo in cui l’attore raggiunse l’apice del proprio successo sia nel cinema che nella musica. Nel 1980, il suicidio del figlio Stéphan segnò personalmente e artisticamente Reggiani. Il tragico evento rallentò la sua carriera di cantante e di attore, e per un po’ di tempo egli si ritirò in solitudine e si dedicò alla pittura, e negli anni successivi dovette curarsi dalla depressione e dalla dipendenza dall’alcool. Reggiani morì nel 2004 a Parigi, a 82 anni, per un arresto cardiaco. Lasciò la seconda moglie Annie Noël, dalla quale aveva avuto tre figli. (n. 1922)
2003: Yvonne Sanson, è stata un’attrice greca naturalizzata italiana. Grazie al suo aspetto fisico tipicamente mediterraneo (capelli bruni, fisico dalle forme giunoniche, sguardo altero) fu notata da un produttore e iniziò la carriera cinematografica. La svolta nella carriera di Yvonne arrivò con il film, interpretato assieme ad Amedeo Nazzari, Catene. Benché sia ricordata oggi come attrice drammatica, negli anni cinquanta la Sanson ha recitato anche in alcune commedie. Negli anni ’60, dopo la prematura scomparsa del marito, subì lunghe e pesanti vicissitudini con il fisco italiano che la portarono al crack finanziario. La sua fastosa villa sull’Appia antica fu pignorata e messa all’asta con tutti gli arredi mentre lei per necessità lavorò come traduttrice presso l’ambasciata greca a Roma. Negli ultimi anni di vita Yvonne Sanson, che vive modestamente e rifiuta qualunque tipo di apparizione pubblica, si stabilisce a Bologna per stare vicino alla figlia Gianna, un architetto. Ed è nel capoluogo emiliano che l’attrice muore, a 77 anni per un aneurisma. Al suo fianco, gli amici più stretti e l’unica figlia. (n. 1925)
2000: Sandro Paternostro, giornalista e conduttore televisivo italiano. Paternostro andò in pensione dopo trentasette anni di lavoro come giornalista, ma nel 1988 lanciò da Londra un telegiornale tutto nuovo, Teledomani, il primo telegiornale internazionale trasmesso via satellite. A settantasei anni, nel 1998, desta scalpore il suo matrimonio, dopo 5 anni di fidanzamento, con la soubrette Carmen Di Pietro, di oltre quarant’anni più giovane di lui. Nell’ultimo periodo della sua vita, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute ritorna a Londra dove vivevano i suoi due figli, Roberto, un noto direttore d’orchestra e Alessandra, attrice, nati dal precedente matrimonio con Karin. (n. 1922)
2000: Elvire Audray, attrice francese, volto noto del cinema italiano degli anni ’80. Negli anni 1990 dirada le sue apparizioni, concentrandosi soprattutto sul piccolo schermo; fu la valletta accanto ad Enrico Montesano per Fantastico nel 1989. Muore prematuramente a quarant’anni. (n. 1960)
1996: Jean Muir, nome d’arte di Jean Muir Fullarton, attrice statunitense. È apparsa in oltre 28 film tra il 1933 e il 1943. È stata la prima attrice ad essere inserita nella lista nera dopo che il suo nome è apparso nel famigerato opuscolo anti-comunista del 1950. 1940 Muir sposò l’avvocato Henry Jaffe. Hanno avuto tre figli. (n. 1911)
1996: Jean Howell, nata Jean Cameron Howell, attrice statunitense. Ha recitato in 8 film e in oltre 80 produzioni televisive. E’ stata sposata con l’attore Larry Thor per quattro mesi nel 1956. Morta di cancro a 68 anni. (n. 1927)
1992: Arletty, nome d’arte di Léonie Bathiat, è stata un’attrice francese, di cinema e di teatro, fra le più celebri e rappresentative del suo tempo. Per circa un decennio interpretò soprattutto commedie musicali e pièces brillanti e nel 1930 debuttò nel cinema. Subito dopo la liberazione di Parigi, avvenuta nell’estate del 1944, Arletty fu imprigionata con l’accusa infamante ed ingiusta di collaborazionismo con le forze di occupazione naziste della città. La sua unica colpa era stata quella di essersi innamorata di un ufficiale tedesco di stanza nella capitale. Le testimonianze di amici ed estimatori indussero le autorità francesi a scarcerarla dopo pochi mesi di detenzione. Nel 1948 tornò a lavorare. All’inizio degli anni sessanta Arletty fu colpita da una grave infermità agli occhi che le fece perdere progressivamente la vista. Quasi completamente cieca, l’attrice preferì abbandonare il cinema, continuando a lavorare, ancora per qualche anno, in teatro. Negli anni settanta ed ottanta ha partecipato ad alcuni programmi televisivi, documentari, interviste, raccontandosi al suo pubblico. In tali partecipazioni l’attrice si limitava generalmente a prestare la propria voce, apparendo solo eccezionalmente sullo schermo. (n. 1898)
1978: Fausto Tommei, attore e doppiatore italiano. Negli anni trenta inizia l’attività nello spettacolo come cantante e attore comico, che nei teatri di rivista e avanspettacolo, riuscendo ad avere una certa notorietà; debutta anche nel cinema in piccole parti brillanti. Alla fine degli anni ’50 ha una propria compagnia teatrale al teatro Alle Maschere a Milano. Ha presentato il Festival di Sanremo 1956. A metà degli anni 60 si trasferisce a Roma, per svolgere una intensa e apprezzata attività di doppiatore. I primi sintomi della grave malattia che lo porterà alla morte lo colgono a Venezia, sua città natale, durante la ripresa di uno sceneggiato televisivo: morirà poco dopo. (n. 1909)
1971: Van Heflin, nome d’arte di Emmett Evan Heflin Jr., è stato un attore teatrale, radiofonico e cinematografico americano. Nel corso della sua carriera cinematografica, ha recitato per lo più in ruoli caratteriali, ma negli anni ’40 aveva una serie di ruoli da protagonista. Dopo un matrimonio di sei mesi con l’attrice Eleanor Shaw (deceduta nel 2004), Heflin ha sposato Frances Neal. Hanno avuto due figlie, le attrici Vana O’Brien e Cathleen (Kate) Heflin e un figlio, Tracy. La coppia divorziò nel 1967. Heflin era il nonno dell’attore Ben O’Brien e l’attrice Eleanor O’Brien. Era anche lo zio di Marta Heflin e Mady Kaplan, entrambe attrici, e il regista Jonathan Kaplan. Il fratello di Heflin, Martin, un dirigente di pubbliche relazioni, era sposato con la produttrice teatrale americana Julia Heflin. Morto per un attacco di cuore mentre nuotava in piscina all’età di 63 anni. (n. 1908)
1966: Montgomery Clift, Edward Montgomery Clift, attore statunitense. Il film Un posto al sole rappresentò il definitivo lancio della carriera di Clift, che conquistò critica e pubblico con la sua recitazione moderna e realistica e gli valse la sua seconda nomination agli Oscar. Da questo momento molti registi iniziarono a cercarlo per affidargli ruoli psicologicamente complessi, con cui il giovane attore consoliderà la sua fama negli anni successivi. Vittorio De Sica, che era rimasto molto impressionato dalla performance dell’attore in Io confesso, lo volle in Stazione Termini (1953), una coproduzione italo-americana girata a Roma, anche se Clift fu a lungo indeciso se accettare il ruolo; la lavorazione del film fu difficoltosa e sul set la coprotagonista Jennifer Jones (moglie del produttore del film David O. Selznick) s’innamorò dell’attore e rimase esterrefatta quando seppe che era omosessuale. All’apice del suo successo, durante la lavorazione de L’albero della vita (1957), ebbe un gravissimo incidente stradale in cui riportò gravi ferite al volto, tra cui la frattura della mandibola, che mutarono la bellezza e l’espressività dei suoi lineamenti. Questo evento, unito alla dipendenza dall’alcol e a una forte depressione, aggravate dalla crescente difficoltà a tenere nascosta la propria omosessualità, lo fecero sprofondare verso un abisso di tormento e di autodistruzione. Ma, nonostante le sue problematiche condizioni fisiche e psicologiche, a 36 anni l’attore continuava ad essere molto amato dal pubblico. Riprese presto a lavorare e continuando negli anni seguenti a fornire altre ottime interpretazioni. Negli anni seguenti la vita di Clift si fece ancora più difficile: i molteplici problemi di salute, la dipendenza dai farmaci e l’aggravarsi della depressione personale lo avevano reso un attore poco gradito a Hollywood, che riteneva la sua carriera praticamente finita. Dopo quattro anni lontano dagli schermi, assenza che lo aveva ulteriormente avvilito, nel 1966 la sua amica di sempre Liz Taylor riuscì ad imporlo come suo co-protagonista per il film Riflessi in un occhio d’oro. Poco prima di iniziare a girare il film Clift morì improvvisamente a causa di un attacco cardiaco, a 45 anni: la sua parte venne affidata a Marlon Brando. Con la scomparsa di Montgomery Clift se ne andò il capostipite di una generazione di ribelli, come Marlon Brando e James Dean, che seppero rendersi interpreti delle profonde difficoltà esistenziali dei giovani americani nel secondo dopoguerra. A gennaio del 2015 viene annunciato che Matt Bomer interpreterà Clift in un film biografico, che si incentrerà sulla sua amicizia con Elizabeth Taylor. (n. 1920)
1948: David Wark Griffith, all’anagrafe David Llewelyn Wark Griffith, è stato un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense. La sua fama è probabilmente pari a quella del suo film Nascita di una nazione. La storiografia cinematografica, e non solo, lo riconosce come uno dei padri del cinema americano, in particolare colui che stabilì le regole del cinema narrativo. Griffith intraprese la carriera di drammaturgo, senza successo. Provò a fare l’attore, individuando però presto la sua strada nella direzione cinematografica. Tra il 1908 e il 1913 lavorò alla casa di produzione American Mutoscope and Biograph Company, per la quale diresse all’incirca 450 cortometraggi. Qui maturò una certa esperienza tecnica alla luce anche delle innovazioni del cinema italiano dell’epoca. Fu descritto come un uomo dal carattere imperioso e privo di humour. Due i matrimoni: il primo con Linda Arvidson, sposata nel 1906, dalla quale divorziò nel 1936; il secondo con l’attrice Evelyn Baldwin, 1936, dalla quale pure divorziò nel 1947. Negli anni del suo declino e di dedizione all’alcool sperperò tutti i lauti proventi degli anni in cui era al vertice della carriera. Un’emorragia cerebrale ne concluse l’esistenza all’età di 73 anni. La sua figura fu evocata nel film Good morning Babilonia (1987). (n. 1875)
Autore: Lynda Di Natale Fonte: wikipedia.org, web