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Burberry è una casa di moda di lusso britannica specializzato in abbigliamento outdoor (comodi e liberi per poter andare in giro e rilassarsi per dopo lavoro o nel weekend) e nella produzione di soprabiti in tessuto impermeabile di cotone. Il motivo a quadri delle sue fodere è diventato uno dei modelli più imitati e contraffatti.
Burberry venne fondata nel 1856 quando, l’allora ventunenne, Thomas Burberry, apprendista di un importante sarto, aprì il suo primo negozio, Thomas Burberry and Sons, di stoffe a Basingstoke, nell’Hampshire in Inghilterra.
Si concentra principalmente sull’abbigliamento outdoor, con l’idea di progettare capi d’abbigliamento adatti a proteggere dalle condizioni climatiche inglesi. Come per il giaccone Barbour, anche Burberry rappresenta uno di quei casi di identificazione assoluta di un brand con un prodotto. Infatti oggi, nell’immaginario collettivo, si associa Burberry all’impermeabile-soprabito color beige con la fodera in tartan nera e rossa, con o senza cintura in vita.
Nel 1870 si specializza in prodotti raffinati e di gusto e apre nello stesso anno il suo primo emporio.
Thomas Burberry consultò il suo medico per un problema di reumatismi precoci. Il praticante raccomanda vivamente di non indossare più il suo impermeabile di gomma, che protegge dalla pioggia, ma non permette al sudore di fuoriuscire.
Secondo il censimento del 1871, Burberry impiegava oltre 70 persone. Nel 1878 fondò una fabbrica più grande, incentrata sulla produzione all’ingrosso e sull’abbigliamento ready to wear, che impiegava oltre 200 lavoratori nel 1881.
Nel 1880 aggiunge ai prodotti il gabardine, un materiale di fibre miste con cui si realizzano cappotti e abiti pesanti. Questa scoperta ha portato Burberry a diventare un nome di fama mondiale.
Assieme al proprietario di una fabbrica di cotone, Thomas Burberry inventa il tessuto gabardine, reso traspirante e impermeabile una prima volta allo stato di filato, e una seconda volta già tessuto a trama fitta. La stoffa verrà brevettata nel 1888.
Il soprabito-impermeabile dalla linea ampia, in stoffa di cotone gabardine, rivoluziona il mondo degli impermeabili, fino a quel momento capi d’abbigliamento molto scomodi e rigidi da indossare.
Thomas Burberry, successivamente fu assistito da Thomas Newman e Arthur Michael, i suoi figli, che sarebbero poi diventati collaboratori dell’azienda, negli anni 1880. Si specializzò in sport e capispalla.
Nel 1891, la Thomas Burberry & Sons apre il primo shop a Londra, nell’Haymarket. L’edificio è ancora di proprietà Burberry; fino a poco tempo fa ospitava la direzione generale, poi spostata al numero 30 in Horseferry House a Westminster, dietro il Parlamento Britannico. Inizialmente il nome (ripreso poi tutt’oggi) era Burberry, ma dopo che nei clienti si diffuse la consuetudine di riferirsi al marchio con l’espressione Burberrys of London, la società cambiò il nome in Burberrys.
Nel 1895 Burberry diventa produttore delle divise delle forze armate britanniche, durante la Seconda guerra boera, modificando lo stile del proprio cappotto.
Ministero della Guerra commissiona a Thomas Burberry un modello di trench adatto agli impieghi militari: sarà la sua fortuna. La nuova uniforme dà una nuova fisionomia al modello. Tielocken viene brevettato nel 1912.
Il capo aveva spalline, una cintura in vita fornita di anelli per appenderci quel che poteva essere necessario in trincea, cinghie e cinghiette per farne una sorta di scafandro contro l’acqua e il freddo, raddoppi di tessuto nelle parti più esposte alla pioggia e innumerevoli tasche.
1901 l’azienda indice un concorso pubblico per il nuovo logo: da qui nasce il marchio del Cavaliere Equestre, ispirato alle armature dei soldati del XIII e XIV secolo, accompagnato dalla scritta latina “Prorsum” (“avanti”).
Nel 1911 Burberry equipaggia il capitano Roald Amundsen, indossa un cappotto Burberry, per la spedizione al Polo Sud; così come Sir Ernest Shackleton, famoso esploratore, indosserà il Burberry gabardine per tre spedizioni all’inizio del XX secolo. Su commissione della Corona, l’azienda adatta pantaloni e cappotti al combattimento. Nascono così alcuni dei suoi modelli.
Nel frattempo, nel 1913 a Londra apre una nuova sede dell’azienda e il taran, un particolare motivo a quadri tipico delle fodere interne di questi innovativi cappotti inglesi, diventa marchio registrato.
Thomas Burberry si ritirò a Abbot’s Court vicino a Weymouth, nel Dorset, nel 1917. Dopo aver assistito al passaggio della sua azienda da un piccolo negozio a una società pubblica, Burberry, nel 1920, Thomas Burberry morì pacificamente nella sua casa di Hook vicino a Basingstoke nel 1926, all’età di 90 anni. Si sposò due volte, la prima con Catherine Hannah Newman e la seconda con Mary Marshall. Dal primo matrimonio ebbe due figli e quattro figlie.
Nel 1920 compare per la prima volta il Burberry Check, il disegno scozzese che da allora contraddistingue molti prodotti; il famoso trench fu indossato da Humphrey Bogart nel film Casablanca e Audrey Hepburn, in Colazione da Tiffany, contribuendo ad ampliare Burberry come icona di stile vista in tutto il mondo. Senza dimenticare il famoso impermeabile del tenente Colombo e l’eroe delle avventure della Pantera Rosa.
Nel 1937 Burberry disegna i capi per A.E. Clouston e Betty Kirby-Green, che definiscono il nuovo record mondiale per il volo più veloce da Londra a Città del Capo. Il volo avviene su “The Burberry”, aereo sponsorizzato dal brand.
A quel tempo Burberry è così parte integrante della cultura britannica, che la Regina Elisabetta II e il Principe del Galles conferiscono all’azienda il Royal Warrant of Appointment, una onorificenza assegnata ad un negozio o un’azienda per accertare che l’attività in questione abbia svolto o tuttora svolga servizi per la Corona inglese.
Il 1924 segna una data fondamentale per Burberry. La maison impone i propri codici e fa del suo tartan scozzese bianco, nero e cammello, il Nova Check, il filo conduttore delle sue collezioni. La gamma si amplia dalla famosa sciarpa in stampa tartan fino a nuovi ombrelli, cappelli, pantaloni, giacche e outfit pensati appositamente per lo sport, ad esempio caccia, pesca, golf, tiro con l’arco ect.
Nel 1955 la famiglia decide di vendere la società Burberry alla Great Universal Stores (poi GUS plc), azienda proprietaria dei negozi londinesi Argos e Homebase; fino a quel momento era rimasta un’azienda a conduzione familiare. Il cambio di proprietà però determina l’inizio di un lento declino per l’azienda.
Durante gli anni ’70, ’80 e ’90, il marchio Burberry ha unito le forze con i migliori produttori del mondo industrializzato per realizzare prodotti che completano la collezione britannica: abiti, pantaloni, camicie, abbigliamento sportivo, pelletteria, per uomo, donna e bambino.
Negli anni ’80, l’azienda ha iniziato a rivitalizzare i propri marchi e marchi. Ciò è stato accompagnato dall’espansione della vendita al dettaglio. Prodotti basic come il trench, l’impermeabile Piccadilly, la sciarpa in cashmere beige sono stati tutti rilanciati, in particolare con la famosa fodera a quadri conosciuta oggi in tutto il mondo.
Alla fine degli anni ’90, la casa di moda assume Roberto Menichetti.
Nel 2000, sotto la guida dell’americana Rose Marie Bravo, l’azienda viene ristrutturata e rilanciata grazie alla testimonial Kate Moss e allo stilista Christopher Bailey (ex Gucci). Viene lanciato una linea di profumi e stesso anno, il brand apre la prima boutique in Bond Street. In America, le vendite raddoppiano. Nel 2001 Burberry presenta a Londra la collezione primavera/estate 2001 realizzata da Menichetti.
Nel laboratorio di Gubbio, dove lavora anche Ivonne, madre del designer italo-americano, i prodotti sono realizzati artigianalmente, in seta e cotone, cuciti con fili di carbonio.
A fine 2002 aprono negozi a San José, in California e il secondo a New York, dopo il restyling dei sei piani della prima boutique, vengono inaugurati il secondo negozio monomarca a Knightbridge e una nuova boutique a Barcellona.
Per l’autunno-inverno 2003-2004, il brand rilancia il marchio Thomas Burberry, dedicato al tempo libero e allo sport. Questa linea a prezzi contenuti ha come target i ragazzi tra i 18 e i 25 anni e si ispira alle tute da rugby e alla storia del denim. Nel giugno 2003, durante la cerimonia annuale organizzata dal Council of Fashion Designers of America (CFDA), Rose Marie Bravo di Burberry viene insignita del premio Eleanor Lambert.
Nel dicembre 2005 Burberry Group plc è quotato alla Borsa di Londra, nel 2006 Bravo lascia l’incarico ad un’altra americana, Angela Ahrendts (ex Liz Claiborne) che cerca di ridurre le perdite causate dalla contraffazione. Nel 2007, il brand inizia a vendere anche online.
Nel 2008 nasce Burberry Foundation, un ente benefico indipendente.
Nel 2009 Bailey è nominato direttore creativo (chief creative officer).
Christopher Bailey, un giovane designer che diventa responsabile dell’immagine del marchio, delle campagne pubblicitarie, del design dei negozi e, ovviamente, della direzione artistica di tutte le sfilate.
Gli elementi caratteristici di Burberry rimangono nel tempo: il tweed inglese e i trench vengono infatti riproposti in modi diversi ogni anno. La ventata di novità portata dall’arrivo di Bailey come nuovo direttore creativo si concretizza nella creazione di una seconda linea: Burberry Prorsum.
Nel 2011 il brand si allontana dalla grande distribuzione e dalle licenze per allinearsi ai Luxury brand e alla vendita nelle boutique. Inoltre, la maison inglese lancia per la prima volta il Tweet walk, condividendo in esclusiva sul social, prima ancora della passerella.
Ahrendts lascia l’incarico nel 2013. Nell’aprile 2014 è sostituita nell’incarico da Bailey. In questo anno il brand arriva a controllare ben 500 boutique in tutto il mondo.
Nel 2016, Burberry ha pubblicato The Tale of Thomas Burberry, un cortometraggio ispirato alla vita e ai risultati di Thomas Burberry, che rivisita gli eventi chiave della storia del marchio. Girato nello stile di un trailer cinematografico dal regista Asif Kapadia e scritto Matt Charman, e nel ruolo di Thomas Burberry l’attore Domhnall Gleeson.
Nel 2017 Marco Gobbetti è il nuovo CEO dell’azienda. Christopher Bailey, da 17 anni in azienda, rimane come direttore creativo. Lascerà pochi mesi più tardi.
Burberry rivoluziona il mondo della moda con la prima sfilata See Now Buy Now per la collezione autunno/inverno 2017. Questa idea geniale, permette ai fan di acquistare a fine show le creazioni appena mostrate in passerella.
Da marzo 2018 il nuovo direttore creativo è il designer italiano Riccardo Tisci che lascia dopo 12 anni la maison francese Givenchy, a sostituzione di Bailey, il quale rimane, però, direttore creativo. Nel maggio 2018 l’azienda acquisisce a Scandicci, Firenze, la Pelletteria CF&P di Carmen Paroni.
2018, luglio, fa scalpore la notizia che Burberry, al presunto scopo di difendere il marchio, ha mandato al macero prodotti invenduti per oltre 30 milioni di euro.
Nel 2018 vie è un cambio alla presidenza dell’azienda: dopo 12 anni sir John Peace lascia al suo posto a Gerry Murphy, presidente di Tate&Lyle e del braccio europeo di Blackstone.
Tisci rinnova l’immagine del brand, dando vita ad un nuovo logo e un nuovo monogramma, in collaborazione con il celebre grafico Peter Saville.
Secondo il report della New Plastics Economy Global Commitment, uno degli obiettivi che l’azienda si pone per il 2025 è l’eliminazione totale della plastica, a partire dal packaging che dovrà essere totalmente riciclabile. Inoltre, aderendo ad un’economia circolare, si assume l’impegno di interrompere definitivamente la distruzione dei capi invenduti, rimasti in magazzino.
Fino a poco tempo fa si distinguevano cinque brand di Burberry, ovvero cinque collezioni diverse con marchi a sé stanti: Burberry: conosciuta per il classico stile tartan (serie con due distinte etichette: Burberrys of London e Burberry). Sotto questo marchio rientrano la maggior parte dei prodotti conosciuti. Burberry Prorsum, Burberry Black Label, Burberry Sport e Thomas Burberry. Attualmente non esiste più questa suddivisione bensì esiste un’unica etichetta.
aggiornato al 5 marzo 2022
Autore: Lynda Di Natale e Paola Moretti Fonte: burberry.com, moda.mam-e.it, wikipedia.org, web