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Pierre Balmain, stilista francese, ha fondato la casa di moda Balmain. Pierre nasce a San Giovanni di Moriana, un paesino mezzo italiano della regione francese Rodano-Alpi, il 18 maggio del 1914 da un commerciante di stoffe, morto quando il designer aveva soli sette anni, e la madre aveva una boutique chiamata Galeries Parisiennes che condivideva con le sue sorelle. Pierre Balmain studiò presso l’Accademia delle Belle Arti e contemporaneamente lavorava accanto al designer Robert Piguet. Preferendo dedicarsi al disegno di abiti e interrotti gli studi, lavorò per Edward Molyneux per cinque anni, dal 1934 al 1939. Dopo la seconda guerra mondiale lavorò presso la casa di moda di Lelong, dove ha incontrato Christian Dior e Hubert de Givenchy. E’ questa la casa di moda che crea, tra gli altri, la gonna ampia e stretta in vita, che avrebbe spopolato negli anni Trenta e Quaranta, uno stile che sarà in seguito reso popolare come New Look da Christian Dior; ma al giovane Balmain non piacevano. “Non sono di classe, non sono eleganti“. Decide quindi di vendere da sé gli abiti che lui stesso disegna e apre un piccolo atelier in provincia. Lo stilista ha iniziato creando gonne lunghe con girovita stretti e una silhouette a campana, uno stile che raccontava la moda del dopoguerra. Balmain si fece un nome in questo periodo, distinguendo il proprio stile sia negli abbigliamenti più semplici che in quelli più sofisticati, e tutti caratterizzati da un’estetica fatta da linee sottili ed eleganti.
I suoi disegni, fin dall’inizio, erano audacemente femminili: tessuti ricamati in modo eccentrico, piccoli punti vita e gonne a campana.
Si trasferisce a Parigi e lancia la maison Balmain in rue François I.
L’acquisto comporta non pochi sacrifici, prestiti e pegni dei gioielli di famiglia ma Pierre crede nella sua capacità e nella sua attività. Inizia con uno staff composto da 20 lavoranti, 50 modelli e madre e zia al controllo qualità. Amiche e persone conosciute in Savoia fanno da madrine ai primi défilé di Balmain, tra queste si annoverano Gertrude Stein e Alice Toklas per le quali il giovane sarto aveva creato dei tailleur molto femminili, così insoliti per quelle donne di cultura ma così importanti per l’avvio alla carriera di Pierre. – enciclopedia della moda
Il piccolo negozio di Balmain è scoperto quasi per caso dalle giovani attrici di Parigi ed è grazie al loro passaparola che i suoi abiti, tra il 1949 e il 1960 divengono sinonimo di alta qualità della moda.
Fondata da Pierre Balmain nel 1945, la maison Balmain si pose fin da subito in netto contrasto con la moda dell’epoca, votata alla funzionalità, imponendo uno stile audace e femminile che portava la sontuosa firma di Monsieur Balmain. Il DNA della maison, originale e ultra-femminile, si rispecchiava nei tessuti riccamente ornati, negli abiti a vita stretta e nelle gonne più lunghe e spesso più ampie rispetto alle consuetudini. La maison parigina si guadagnò ben presto i favori dell’aristocrazia europea e delle star di Hollywood.
Balmain disegnò anche le celebri uniformi delle hostess della Singapore Airlines, vagamente ispirate ai tradizionali kebaya. Il successo è ormai inarrestabile.
L’autrice americana Gertrude Stein, grande amica di Balmain, definì le creazioni del couturier francese come la nascita del “new style francese”. Una nuova immagine di donna, vivace e immacolata al tempo stesso, elegante ma con un pizzico di spensieratezza. Si stava assistendo alla nascita della “Jolie Madame”, simbolo della perfezione della donna degli anni Cinquanta.
Inizia anche a diversificare la produzione, mediante il lancio di fragranze.
Balmain creò Vent Vert (1947), la sua prima fragranza di successo oltre che uno dei profumi più venduti fra gli anni quaranta ed i cinquanta, Jolie Madame (1953), Ivoire (1979) ed Eau d’Amazonie (2006). Il suo primo profumo, lanciato nel 1947, portava il numero di telefono della sua azienda, Elysées 64-83. Balmain fu anche nominato ai Tony Award come miglior costumista e vinse il Drama Desk Award per i migliori costumi, per il suo lavoro in Happy New Year (1980). Balmain realizzò anche i costumi di Sophia Loren per La miliardaria (1960) e di Joséphine Baker per la sua rivista eponimo del 1964. Lavorò anche al cinema realizzando i costumi per sedici film, vestendo attrici come Brigitte Bardot, Vivien Leigh e Mae West. Creò numerosi vestiti anche per Dalida. Ancora oggi lo Swatch Group commercializza orologi con il marchio dello stilista.
Era un uomo straordinario: amava la mondanità e il lusso, non mancava mai a una prima alla Scala, dove si presentava con cilindro e mantello, accompagnato dalle sue mannequin: l’irlandese Bronwen Pugh altissima, affascinante e ammaliante, e le sue dilette Marie Thérèse e Praline; organizzava feste e cene con centinaia di invitati e li viziava con culinarie raffinatezze esotiche che importava dalle diverse parti del mondo. Di straordinaria personalità e forte carisma, Balmain ha da sempre impressionato per il suo contrasto, per il dualismo che esprimeva anche nelle sue creazioni. Amante dell’eccesso e della vita mondana ma perfezionista e scrupoloso sul lavoro. – enciclopedia della moda
Nel 1960 la casa cosmetica Revlon acquista la linea di profumi Balmain.
La prima mossa sbagliata da parte dell’inesperto Balmain fu vendere la più sicura fonte di reddito della maison, ovvero la linea di profumi
Nel 1964 pubblicò la sua autobiografia Mes années et des saisons. Il suo compagno è stato il designer danese Erik Mortensen, che lavorò come stilista presso Balmain dal 1948 fino al 1991. Anche la designer Margit Brandt lavorò per Balmain ad inizio carriera durante i primi anni sessanta.
Negli anni ’70 la maison entra in una grave crisi economica.
Tutto sembrava procedere al meglio. Celebrità, fortuna e guadagni costellavano la vita di Pierre Balmain fino alla prima crisi. La crisi avvenne in seguito alla morte della madre, figura fondamentale per la vita del couturier. Era lei, infatti, a occuparsi degli affari, della gestione economica dell’impero costruito in pochi decenni da Pierre. – enciclopedia della moda
Pierre continuò come direttore creativo della sua casa di moda fino alla sua morte nel 1982.
Pierre Balmain morì di tumore del fegato a 68 anni, dopo aver appena completato gli schizzi per la sua collezione autunnale, il 29 giugno del 1982 a Parigi,
Hubert de Givenchy lesse le ultime parole di addio nella chiesa di Saint Pierre de Chaillot a Parigi. La chiesa era affollata di personaggi della moda ma da pochissimi amici attorno alla bara bianca ricoperta di fiori bianchi. Era l’estremo saluto di Parigi a uno dei suoi maestri.
e nello stesso anno il brand Balmain lancia la prima collezione ready-to-wear.
Nel corso dei decenni, Balmain è sempre rimasta fedele allo spirito pionieristico del suo fondatore. Dalla scomparsa di Pierre Balmain nel 1982, diversi stilisti dalla forte personalità si sono succeduti al timone creativo della maison, ognuno coniugando con sapiente equilibrio esigenze moderne e rispetto per le origini e le tradizioni del marchio. Oscar de la Renta, in particolare, propose per un decennio negli anni ‘90 collezioni ispirate ai colori, alla fluidità e all’eleganza dell’estetica “Jolie Madame” così profondamente Balmain.
Il ruolo di direttore creativo del brand Balmain venne affidato a Erik Mortensen, il quale però non fu in grado di risollevare la maison. Erik abbandona la maison Balmain nel 1990, per cedere il posto al giovane Hervé Pierre, che guiderà la casa di moda fino al 1992. Solo negli anni’90 il brand verrà riportato alla ribalta dall’americano Oscar de la Renta. Dal 1993 fino al luglio del 2002 è de la Renta alla guida della linea di haute couture della maison. Da lì ad oggi si succederanno diversi stilisti.
Dal 1987 al 1995 Swatch Group ha acquisito le licenze degli orologi della maison Balmain, cercando di mantenere alto il livello di qualità delle creazioni per il brand della haute couture parigina. Per festeggiare il decimo anniversario, nel 1997, l’azienda ha voluto celebrare in tutto il mondo la maison francese con una collezione speciale chiamata Elysées. Hanno prodotto il modello di punta, quello con il famoso quadrante “arabesques”, la cui ispirazione deriva direttamente dalla fastosità e opulenza nei ricami operati dal grande sarto sopra ogni capo. – enciclopedia della moda
Sotto la direzione di de la Renta, il marchio ottenne riconoscibilità per il suo stile classico e lussuoso.
Tra il 1998 e il 2000 fu Gilles Dufour, braccio destro di Karl Lagerfeld per quindici anni, a gestire le numerose licenze della maison e a curare la linea ready-to-wear. Dal marzo 2002 fino alla fine del 2004, Laurent Mercier assume la direzione artistica della linea prêt-à-porter e haute couture della maison. Dal febbraio del 2006 fino al marzo del 2011 è Christophe Decarnin a guidare il brand e riportarlo, anche grazie alla consulenza di Emmanuelle Alt, fashion editor di Vogue Paris, ai successi ottenuti dal couturier negli anni Cinquanta.
Dal 2006 il designer Christophe Decarnin ha dato al marchio Balmain un taglio più moderno e spigoloso restando come direttore creativo del brand sino al 2011. Nell’aprile dello stesso anno Olivier Rousteing ha sostituito Decarnin come direttore creativo Balmain. Rousteing lavorava già nel brand dal 2006 affiancando lo stesso Decarnin, dopo essere stato stagista presso Roberto Cavalli. Al momento della sua nomina, Rousteing era un designer relativamente sconosciuto e ha apportato una nuova e necessaria visione dell’estetica del marchio che rimane fino ai giorni nostri. Gli è stato attribuito il merito di aggiungere un’influenza asiatica all’abbigliamento. Rousteing ha aperto il primo negozio Balmain a Londra e il primo monomarca americano a SoHo (New York).
Ogni collezione firmata Olivier Rousteing è un omaggio alla ricchissima storia dell’alta moda Balmain. Gli archivi della maison, colmi di capi straordinari, sono considerati un’inesauribile fonte d’ispirazione; l’atelier, caratterizzato da una profonda conoscenza delle ricercate tecniche di alta moda, rappresenta un modello di riferimento imprescindibile. Come sottolinea Rousteing, una tale ricchezza comporta inevitabilmente una grande responsabilità: lo stilista non può dimenticare la lunga storia che lo ha preceduto, vincolandolo agli elevatissimi standard imposti dai suoi predecessori.
Nel 2015 Balmain collabora con il colosso svedese low cost H&M per una limited edition chic ma con prezzi più modici.
Nel 2016 Mayhoola Investments, fondo sovrano di proprietà dell’Emiro del Qatar – proprietario anche di Valentino SpA – ha acquisito Balmain dagli eredi di Alain Hivelin.
Rousteing ha disegnato i costumi per l’opera Renaissance inaugurato all’Opéra de Paris nel giugno 2017. Stesso anno collabora con il famoso marchio di lingerie Victoria’s Secret.
Olivier Rousteing, ha donato al brand uno stile che si distingue per forme semplici e aderenti, impreziosite da ricami e decorazioni vistose.
OLIVIER ROUSTEING CELEBRA 10 ANNI IN QUALITÀ DI DIRETTORE CREATIVO BALMAIN
È la presentazione più personale che abbia mai fatto. Oggi ricorre il decimo anniversario della mia collaborazione in qualità di Direttore Creativo Balmain. È un ruolo che ho assunto quando ero giovanissimo (incredibile pensare che avevo solo 25 anni!), nel 2011. Questa responsabilità ha influenzato ogni momento della mia vita negli ultimi dieci anni, ma, ovviamente, non avrebbe potuto essere altrimenti.
LO STEMMA
Attualizzato, il blason della maison è presente in tutte le collezioni di Olivier Rousteing, impresso nei medaglioni Balmain e rielaborato graficamente su capi e accessori. Lo stemma unisce elementi che richiamano le origini parigine della maison e simboli classici, riflesso dell’attuale forza e potenza del marchio.
Anche le decorazioni dorate rappresentano un elemento fondamentale delle collezioni di Olivier Rousteing: bottoni e medaglioni d’oro distinguono i look chiave che sfilano in passerella, spesso traendo ispirazione dall’ambiente militare e dalla classicità francese.
Negli anni, la maison ha adottato la nappina come tocco finale per i suoi modelli couture da donna e da uomo. Una decorazione caratteristica del marchio che si rifà alla storia della maison, proponendo ogni anno nuove versioni di un iconico accessorio: La Clef Balmain, un charm-nappina in pelle impreziosito da un gancio dorato, ispirato alle passerelle Balmain ma anche alla forma e alla bellezza dei tradizionali portachiavi delle camere degli hotel parigini di lusso di un tempo.
Aggiornato al 03 marzo 2022
Autori: Lynda Di Natale - Paola Moretti Fonte: wikipedia.org, balmain.com, web